Parte 19 십구

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> Something's Gotta Give - Camila Cabello

JUNGKOOK'S POINT OF VIEW

«Buon lavoro», la ragazza dai capelli ricci lascia un casto bacio sulle labbra di Jimin e dopodichè esce dal negozio.

Sposto immediatamente lo sguardo verso il bancone dove sto appoggiando le mie mani.

Sospiro e sento accanto Jimin avvicinarsi.
«Hey, tutto okay?».

Sei ridicolo, Jimin.

È quello che voglio sputare dalle mie labbra, ma mi trattengo, assottigliando le mie labbra.
Come pretende che io stia bene, dopo tutto quello che è successo? Eppure gliel'ho raccontato tutto nei minimi dettagli.

«Sì, hyung, sto bene», borbotto e mi siedo sullo sgabello di plastica con la tinta nera ormai consumata.

«Jungkook, dobbiamo parlare», Yugyeom esce improvvisamente dal suo ufficio e mi guarda con un'espressione impassibile.

Cosa ho fatto adesso?

Mi alzo dalla sedia e alzo un sopracciglio.
Yugyeom si avvicina e sospira, «Hai idea di come stai lavorando in questo ultimo periodo?».

Il mio cuore prende a battere forte, deglutisco e cerco di mantenere una posizione dritta, ma le mie gambe sembrano due gelatine e perciò mi tocca risedermi sulla sedia.

«Jungkook... È da mesi ormai che salti quasi sempre il lavoro senza avvisarci prima e ora che ci sei non lavori quasi mai e te ne stai in un angolo...».

«Io faccio il mio fottuto lavoro», sbotto, stringendo i pugni, «Posso avere dei periodi no come puoi averli anche tu», gli punto l'indice contro il petto.

Yugyeom sospira e si passa una mano tra i capelli, «Jungkook.. Non volevo arrivare a questo ma.. Siccome quello che io guadagno non basta per entrambi, mi tocca licenziarti».

«Ma stai scherzando?!», urlo, balzando dalla sedia, le mani che mi sudano e tutto intorno a me sembra ormai della polvere che svolazza.

Appoggio entrambi i miei gomiti contro il bancone e mi porto le mani sul viso, sospirando.

«Jungkook...», sussurra Jimin, passando una mano sulla mia schiena ma io mi dimeno.

«Licenziami pure, tanto io non ho bisogno di voi!», urlo e faccio per avvicinarmi all'uscita del negozio.

Mi rigiro verso Yugyeom e Jimin che sembrano non avere l'intenzione di raggiungermi o parlare tranquillamente.

Mi mordo il labbro inferiore.
«Quando tu avrai bisogno di una spalla su cui piangere come quando piansi perchè ti piaceva la ragazza di Taehyung, non contare su di me!», urlo a Yugyeom ed esco definivitamente dal negozio, con tanto di sbattimento violento della porta.

Attraverso la strada senza badare ai clacson che mi becco. Se un camion mi investisse molto probabilmente lo ringrazierei pure.

Afferro le chiavi e mentre la infilo nella serratura, per via delle mie mani che tremano, mi cadono.

«Aish!», urlo, calciando violentemente il piede destro contro il muro e scoppiando a piangere.

Mi chino per prendere le chiavi ma invece di aprire la porta e nascondermi da tutti, mi siedo a terra e piango, sotto la luce del sole di Busan, tra i passanti che mi guardano come se fossi un pazzo e sicuramente con Yugyeom e Jimin che mi guardano dalla vetrina del negozio.

Scoppio in un ennesimo pianto disperato, portandomi le mani sul viso che in pochi secondi si bagnano completamente.

Poco dopo sento dei passi avvicinarsi verso di me e posso dedurre che non è un passante.

Fa che sia Elaine.

Fa che sia Elaine.

«Fa che sia Elaine», sussurro a bassissima voce, tra i singhiozzi.

Tolgo le mani dal mio viso e sul pavimento vedo un'ombra grande e intuisco che non è Elaine.

È inutile sperare, io ed Elaine ora non siamo più niente.

Alzo completamente il capo verso la figura sconosciuta e deglutisco.
Le mie lacrime si fermano improvvisamente, come se si fossero tutte consumate, come una macchina di una fabbrica che si blocca.

La persona si china per essere alla mia altezza e porta una mano sulla mia guancia, lentamente, asciugandomi il viso completamente bagnato.

«Alzati da lì...», sussurra, «Vedi di cambiare un po'», si alza da terra e mi allunga una mano.

Tiro su con il naso e afferro la sua mano, aiutandomi ad alzarmi da terra.
«Cavolo, quanto sei cresciuto!», esclama, dandomi una pacca amichevole sulla spalla, come se fossimo normali amici che non si vedono da un giorno.

Non riesco ancora a capacitarmi di quello che sta succedendo: tra tutte le persone, perchè lui?

«Jungkook», la figura mi scuote violentemente e io mi riprendo dai miei pensieri, guardandolo negli occhi.

«Hyung... Aiutami...», sussurro con un filo di voce, afferrando l'orlo della sua maglietta e tirandola verso di me, in caso decidesse di andarsene.

«Sono venuto qui apposta», sorride e sul viso appaiono due adorabili fossette, «Periodaccio, eh?».

Annuisco debolmente.
«Hyung... Rivoglio la mia Elaine...», dico.
Lui sospira, «Non faccio miracoli».

❝CHEATING.❞  jjk [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora