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Appena passano scendiamo dai tubi, senza far rumore, chiamiamo gli altri due e dopo aver passato le ultime due porte andiamo prima a sinistra e poi a destra.

«Lei è nella seconda porta da sinistra» dice Layla
«Secondo me è troppo facile. Mi sembra piuttosto strano...»

Jase apre la porta e ci troviamo davanti una Alexis seminuda a terra rannicchiata su sé stessa mentre due energumeni sono seduti su delle sedie che dormono e sembra che non si siano accorti di nulla.
Trevor la prende in braccio, dopo averla coperta con la sua felpa, e la stringe a sé.

«Muovetevi ad uscire, i tipi di prima stanno tornando» dice Lay

Usciamo tutti dalla stanza e chiudo, senza fare rumore, la porta ma quando mi giro mi trovo davanti l'ultima persona che credevo potesse mentire sia a me che a lei.

«Tu... Come hai potuto!» esclamo dopo essermi tolto l'auricolare
«Io... Posso spiegare...» balbetta
«Ragazzi voi uscite. Arrivo subito»
«Okay.» dicono in coro
«Sai che lei non ti parlerà mai più non appena saprà tutto?»
«Si...» sussurra
«Come hai potuto? Lei si fida di te!»
«Non dirle nulla.. ti prego» supplica
«Invece lei lo saprà. O da me o da te. Sta a te scegliere.»
«Dammi tempo...» mormora
«Tic tac... Il tempo scorre. Sappilo»

Lo sorpasso e corro dagli altri che mi stanno aspettando nel furgone. Salgo e inizio a guidare verso la fabbrica.

«Voi non sapete nulla.»
«Chi era?» chiede Jase
«Fatevi i cazzi vostri.»

***

Quando arriviamo alla fabbrica, gli altri ci stanno aspettando fuori; alcuni sono seduti per terra appoggiati, con la schiena, al muro mentre altri sono seduti sui cofani delle macchine parcheggiate.
Parcheggio il furgone vicino alla mia macchina e scendiamo tutti nel medesimo istante. Le ragazze non appena vedono Alexis tirano un sospiro di sollievo e aiutano Trevor a portarla dentro per poi medicarle le ferite e farla riposare.

«Layla andiamo a prendere la valigia»
«Vieni pure tu?» chiede
«Secondo te, tuo fratello ti fa prendere un aereo da sola? Sapendo che tu potresti casualmente andartene non appena io me ne sarò andato? Si, vengo pure io»
«Benji, dobbiamo parlare» dice chiamandolo
«Dimmi» si avvicina
«Noi staremo via fino a lunedì, andiamo a Brooklyn da Matt. Sei il responsabile, qualsiasi cosa chiama»
«Va bene.. A lunedì allora» dice dirigendosi dentro
«Ciao.»

Quando stiamo per entrare in macchina lo sentiamo urlare 'ricordate i preservativi' e ovviamente Layla esce dalla macchina e lui, impaurito, scappa dentro ridendo come un coglione.

«Piccola, entra!»

Entra dopo poco e io parto.

«Cosa potrei portarmi dietro? E se dovesse fare caldo o freddo? E se mi perdessero la valigia? Come farò senza vestiti?» mi tempesta di domande
«Layla sono solo due giorni calmati.»
«Tu hai mai conosciuto JJ?» mi chiede di punto in bianco
«No, non sapevo che esistesse fino a qualche ora fa se devo dire la verità» spiego

Dopo la mia risposta si tira le gambe al petto mettendo le scarpe sul sedile e guarda fuori dal finestrino con lo sguardo perso nei suoi pensieri.
Alcune volte penso che Layla abbia bisogno di qualcuno con cui sfogarsi, a parte me e Matthew, perché credo che le potrebbe fare bene in un certo senso; ma so già che lei non accetterebbe mai di raccontare i suoi fatti ad un'altra persona all'infuori di noi due. Forse potrei chiedere ad Alexis di passarci un po' più di tempo insieme ma so che se Layla lo dovesse venire a sapere mi ammazzerebbe torturandomi per farmi pentire.

Osservo la ragazza seduta affianco a me e non posso non pensare a quanto io le voglia bene. È come una seconda sorella per me.

Quando arriviamo davanti a casa di Layla, lei scende mentre io parcheggio davanti al suo garage. Scendo ed entro in casa.

«A che ora abbiamo il volo?» chiede Layla
«Alle dieci e mezza. Ma andiamo ora così possiamo fare tutto con calma»
«Che ore sono?» urla dal piano superiore
«Quasi le otto. Muoviti così mangiamo qualcosa!»

Arriva dopo poco con una valigia abnorme e ora indossa una felpa larga, dei jeans neri, le vans nere e il cappello dell'Obey con la visiera all'incontrario.

«Stiamo solo due giorni per l'amor del cielo!» esclamo
«Sono pur sempre una ragazza. E poi porto la valigia perché devo fottere delle altre felpe a mio cugino Jack» risponde portando la valigia fuori di casa

Dopo averla caricata nel cofano, entro in macchina, accendo il motore e parto.
Destinazione aeroporto.

***

Una volta arrivati all'aeroporto, parcheggio la macchina e prendiamo io il borsone e lei la sua valigia, ed entriamo dentro.
Ci dirigiamo verso il bar dell'aeroporto e ordiniamo da mangiare.

Layla's Pov

Mentre sto mangiando il mio panino vengo interrotta dal mio telefono che inizia a squillare, svogliatamente lo prendo e rispondo senza guardare il nome.

*Pronto?*
*Ehi, ti va di fare un giro?* mi propone un ragazzo che riconosco essere Nash
*Non posso*
*Perché?*
*Sono all'aeroporto* dico
*È arrivato un tuo parente?*
*No*
*Dove vai?*
*Segreto* ridacchio sentendo lo sguardo di Cameron su di me
*Oh m'andiamo Lay!*
*Non rompere occhi blu*

«I passeggeri del volo K4A68 per Brooklyn sono pregati di andare all'imbarco»

*Brooklyn?* tenta speranzoso
*Si.*
*Beh... Buon viaggio Layla*
*Grazie scemo*
*Quando torni?* mi chiede
*Sapessi*
*Stai tanto via?*
*No, ma figurati*
*Allora ci vediamo quando torni*
*Ciao*

Mentre chiudo la telefonata noto che Cameron mi sta fissando in modo inquietante.

«Ho qualcosa in faccia?»
«No.. chi era?» chiede curioso
«Nash perché?»

Appena nomino Nash si irrigidisce e cambia discorso dicendo che dobbiamo andare a fare il check-in e poi dalla hostess e successivamente imbarcarci.

«Cosa mi nascondi?»
«Nulla perché?» borbotta

Prendo la valigia ed esco dal bar seguita da lui.
Il check-in stranamente è deserto e ci mettiamo poco ma il vero problema è l'imbarco. A quanto pare molte persone hanno scelto questo giorno per andare a Brooklyn e ovviamente c'è una coda chilometrica.
Dopo una ventina di minuti finalmente è il nostro turno e dopo aver subito le avance da parte della hostess per Cam ci imbarchiamo.

All or Nothing || Nash GrierDove le storie prendono vita. Scoprilo ora