«23»

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Perché se ne stanno in silenzio?
Non credo di aver chiesto loro un rene.

«Quindi?»
«Tra un paio di giorni ci sarà un gala a casa di un ricco spocchioso molto potente nel giro della droga.» dice Jack, mio cugino
«Si okay ma perché dobbiamo andarci?»
«Hanno messo una taglia su di lui»
«Soldi!» urlo «Ahm.. Quanto?»
«Cinquecento mila»
«Come avete fatto per farci invitare?» chiedo
«Conosco le persone giuste» dice Thomas facendomi l'occhiolino
«Quando sarà?» chiede Alexis

Allora non sono l'unica che non ne sapeva nulla.

«Venerdì, dobbiamo indossare un qualcosa per riconoscerci. Proposte?» domanda Zack
«Voi ragazzi un papillon nero e noi ragazze.. Ahm.. Il vestito uguale? Non lo so» dice Ashley
«Da quanto so ci saranno pure i Blue» ci interrompe Caleb
«Ci sono! Noi potremmo mettere tipo una fascia al braccio nera no?» propongo facendo girare tutti verso di me
«Ci sta!» esclama Alexis
«È ovvio, è una mia idea»

Nel giro di qualche secondo mi arrivano quattro cuscini addosso e io non posso non scoppiare a ridere. Se devo essere sincera questa banda di disadattati mi era mancata.

«Che ne dite di fare una grigliata qui fuori?»
«Sta piovendo genio» sbuffa Gilinsky
«Allora mangiamo dentro e poi dormiamo qui»
«Non è che poi te ne vai di punto in bianco?» mi chiede Jason
«Quanto è vero dio se parli un'altra volta ti sparo ti è chiaro?» ringhio stringendo l'arma al mio fianco

Jason deglutisce e abbassa lo sguardo come ferito. Non me ne può fregare di meno, deve stare zitto. Lui non è nessuno per fare commenti di questo tipo.

«Cosa mangiamo?» chiede Matthew ricevendo come risposta dei non lo so e non c'è niente da mangiare
«Io, Layla e i Jack andiamo a comprare qualcosa» dice Cameron alzandosi in piedi

Io e i Jack lo imitiamo e usciamo dall'edificio per poi entrare nell'auto del mio migliore amico.

Quando arriviamo al supermercato prendiamo due carrelli ed entriamo dentro per iniziare a fare razzia di qualunque cosa.
Io e Cameron andiamo a prendere delle pizze surgelate e del gelato per tutti mentre mio cugino e il suo migliore amico sono andati a prendere l'alcool e le schifezze ovvero patatine e caramelle.

«Mi spieghi perché hai quasi soffocato Nash?» mi chiede Cameron mentre prende tre scatole di pizza margherita
«Chi te lo ha detto?»
«Matthew»
«Mi deve stare lontano, non eri tu quello che mi diceva di stargli lontano? Come mai ora tutti gli siete amici?» gli chiedo rigirando la situazione a mio favore
«Questo non devo dirtelo io, non spetta a me»
«Cosa mi state nascondendo?»
«Secondo te quanto alcool avranno preso?»
«Ci ritorneremo su questo argomento, lo so io come lo sai tu» borbotto spingendo il carrello verso la cassa

Dire che la cassiera ci ha guardati male è un eufemismo, non tanto per le quantità industriali di cibo ma più che altro per tutto l'alcool che hanno preso quei due deficienti.

«Siete tutti maggiorenni?» ci chiede mentre passa gli ultimi pacchetti di caramelle
«Si» dice Cameron guardandola negli occhi
«Il totale è centosettantacinque e settanta centesimi»
«Carta di credito» dice mio cugino

Mentre noi mettiamo tutto nei carrelli Jack paga e una volta finito usciamo.

«Cugina raccontami qualcosa»
«E cosa?» borbotto scazzata
«Chi devo picchiare?»

Il mio rapporto con Jack, fin da quando eravamo bambini, è bellissimo, eravamo e siamo tutt'ora molto uniti. Da piccoli eravamo culo e camicia, come se ora non lo fossimo, ci proteggevamo a vicenda quando eravamo assieme, ci siamo sempre detti tutto.
Con Jack ho passato giornate bellissime ma anche giornate da voler cancellare, c'erano giorni in cui ci inseguivamo per tutta casa ridendo e altri in cui stavamo sul letto in silenzio.

«Jack non è il momento.. Davvero..»
«È per quel ragazzo?» chiede spiazzandomi

E lui come lo sa?

«Chi te l'ha detto?!»
«Ti devo ricordare che parli nel sonno? Quando abbiamo dormito assieme l'ultima volta hai ripetuto un paio di volte un nome e suppongo che sia lui il ragazzo che ti piace» spiega tranquillamente
«Vi lascio a piedi se non vi muovete!» urla Cameron che è già alla macchina con vicino Jack, il quale sta mettendo i sacchetti nel cofano
«Arriviamo!» urlo «Jack ne riparliamo un'altra volta, ora non è il momento»

Mio cugino alza gli occhi al cielo ma non dice nulla.

***

«Accendete il forno e il microonde stronzetti!» urlo mentre entro nell'edificio

Porca troia che cazzo ci fa lui qui?!

«Ora lo invitate pure?» chiedo acidamente
«In verità sono venuto qui per te»
«Cosa vuoi Mendes

Shawn Peter Raul Mendes, il mio peggior incubo.

«Non mi saluti dolcezza?»
«Vuoi una pallottola in mezzo agli occhi per caso?»

Questo ragazzo sa come farmi incazzare nel giro di qualche secondo.

«Cinque minuti soltanto» mi chiede
«Quella è la porta.»
«Prima o poi dovrai parlarmi» dice prima andarsene

Prendo un cartone di birre e me ne vado sul tetto per stare sola.
Non ci posso credere, dopo tutto ciò che ci ha fatto lo hanno fatto entrare come se fosse un amico.

Mi siedo sul cornicione e stappo una birra.

Shawn faceva parte del gruppo, era quello che ci procurava le armi e le munizioni solo che ci ha mentito per tutto il tempo. Sono stata io a scoprire che faceva il doppio gioco.
Shawn è figlio di uno sbirro, gli passava informazioni sulle cose che facevamo.

«Come mai tanto odio nei suoi confronti?»
«È figlio di uno sbirro, trai le tue conclusioni cugino» rispondo per poi bere altra birra
«Non vuol dire niente essere figli di sbirri»
«Vuol dire eccome se ti fingi amico e poi dici tutto al tuo papino»
«E scommetto che a te piaceva e che ci sei rimasta di merda quando lo ha scoperto» dice facendomi alzare gli occhi al cielo
«Ti odio»
«Dicono tutti così»
«Sei irritante»
«Anche tu ma non te lo faccio notare» ride
«Fottiti stronzo»
«Se non fossi mia cugina ti avrei risposto di fottermi tu ma sei mia cugina quindi no.»

Sto ragazzo è problematico e non poco.

All or Nothing || Nash GrierDove le storie prendono vita. Scoprilo ora