La Maledizione di Davenwood

II Capitolo

Bene, era il nostro turno.

Ero nervosa, anzi nervosissima, non parlavo in pubblico dal giorno della mia laurea.

Timothy non aveva voluto sentire ragioni, sostenendo che la voce di una donna chiara e decisa catturasse meglio l'attenzione di quella di un uomo. Solo che la mia di voce era tremolante e spaventata, niente a che vedere con il timbro chiaro e deciso a cui Tim aspirava.

Charles si alzò in piedi e, cominciò a parlare:

«Bene, adesso è il turno di due giovani collaboratori della nostra azienda.

Susan Sheets, che tutti voi conoscete, in quanto è la mia assistente da più di un anno ormai, e Timothy Karl Hanson, l'architetto più giovane della MHR. Prima Timothy era in "coppia" con Marie, ma, dopo le nozze lei ha deciso di trasferirsi in Canada insieme al marito quindi, ho deciso di dare a Susan la possibilità di esprimersi e di vedere cosa è in grado di fare insieme a questa giovane promessa dell'architettura. A voi la parola».

Mi alzai in piedi con le gambe tremanti, sentivo un calore tremendo al viso, e in cuor mio mi auguravo fosse l'effetto dei caloriferi e non la conseguenza del fatto che stessi arrossendo.

Tim, che mentre Charles ci stava introducendo, finì di armeggiare con il suo tablet e si alzò in piedi accanto a me; mi diede una pacca sulla spalla, prese il telecomando dal tavolo schiacciò un pulsante e sottovoce mi incitò con un incoraggiante: «Vai!».

Pochi istanti e la riproduzione della nostra presentazione iniziò a scorrere, feci un grande respiro e iniziai a parlare:

«Salve a tutti, anche noi ci siamo cimentati nel progetto di rifacimento di Davenwood ma, per poter capire meglio cosa intendessero i signori Daven con il loro voler lasciare intatta "l'anima" del castello, abbiamo pensato che fosse meglio fare delle ricerche in merito a questo splendido edificio che ci auguriamo con tutto il cuore di poter visitare dal vivo.

Il Castello, come sapete, si trova nella periferia di Boston su un piccolo promontorio in una zona che ancora adesso è prettamente campagnola.

È stato edificato tra il 1894 e il 1896 su commissione di Mr Christopher Thomas Albert Daven, di soli diciannove anni, il quale aveva da poco chiesto in moglie la giovanissima Miss Christine Mary Sanders, 16 anni appena.

Il matrimonio tra i due si tenne nella primavera del 1895, quando ancora il castello non era stato ultimato, ma visto che gran parte della struttura era già stata allestita ed arredata la coppia si trasferì da subito presso la nuova abitazione.

Un lavoro eseguito in tempi impressionanti, specialmente considerando i mezzi dell'epoca e la ricchezza di dettagli che lo caratterizza.

Il giovane Thomas, amante dell'arte, desiderava avere una casa grande e imponente che potesse contenere a mo di esposizione tutte le opere d'arte di suo gusto; ed infatti riempì giardini e castello di ogni sorta di oggetto d'antiquariato incappasse davanti ai suoi occhi, che egli stesso»

Mentre io raccontavo la favola di Davenwood scorrevano immagini del prospetto e delle stanze del castello fatte in tempi recenti, fotografie di alcune opere d'arte presenti nella struttura, tante immagini che accompagnano il mio racconto e che distolsero lo sguardo dei miei colleghi che non guardavano, fortunatamente, gli ologrammi e non me.

«Il rinascimentale castello è stato riempito, come dicevo prima, oltre che da innumerevoli pezzi d'antiquariato e reperti archeologici di ogni tipo, anche da un arredamento gotico molto particolare da cui tutti gli eredi sono sempre stati affascinati, e di cui neppure noi nel nostro progetto abbiamo voluto disfarci.

Anche a me ed al dottor Hanson, tre settimane fa è stata affidata la realizzazione della ristrutturazione e del restyling di due delle tantissime camere di Davenwood e, visto l'enorme spazio affidatoci, anziché il rifacimento di due camere ci è stato dato incarico di rivisitare una sola stanza: Il salone delle feste, grande circa 150 metri quadri su un totale di 10.000».