Capitolo 1 ~Si ricomincia ~

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Hailey Collins

Avete presente quando amate tanto la vostra vita? Quando avete tanti amici,quando andavi bene a scuola e non avresti mai desiderato niente di più?
Ecco,la mia vita era così,prima che mia madre decidesse di trasferirsi dal suo nuovo fidanzato a New York.
Mio padre morì quando avevo sedici anni,da allora mia madre cerca un altro uomo per essere felice,ma nessuno degli uomini che ha portato a casa è durato ,nessuno mi è piaciuto. Se mamma si sente sola e vuole stare con qualcuno che sia un uomo come si deve.
<<Isabella muoviti che faremo tardi>>,urlò mia madre il mio secondo nome,non mi è mai piaciuto ma a lei piace tanto dicendo che le ricordano i vecchi tempi del liceo.
<<mamma tranquilla ce la faremo>>,dissi chiudendo tranquillamente la mia valigia.
Perfetto le mie tre valigie sono pronte.
Devo abbandonare tutto per mia madre. Se lo merita,in questi anni mi ha fatto tutto ciò che poteva,questa è l'unica cosa che posso fare per lei.
New York è come me lo immaginavo. Caotica.
Per quel che vedo la gente va sempre di fretta,almeno così sembra dal finestrino del taxi.
Le macchine che sfrecciano di qua e di là.
Senza offesa ma i taxi hanno un colore orrendo,ho sempre odiato il giallo.
<<tesoro siamo arrivati>>,disse mia madre togliendomi una cuffia.
Sbuffai.
Non sono pronta per  ricominciare tutto daccapo. Nuova scuola,nuove persone,New York e il fidanzato di mia madre.
Sentii qualcuno che bussa nel finestrino.
Paul. Ora vi spiego perché non riesco a digerirlo. Non ha le palle. Io ho un bel caratterino,se ha paura di parlare con me di mia madre,come cazzo farà a proteggerla dagli altri? Sarà pure grande e grosso ma questi sono solo dei dettagli che non servono a niente.
<<allora Hailey ti piace New York?>>,mi chiese gentilmente.
Lui prese tutti i bagagli.
<<sicuro di farcela? Sono cinque valigie e tu sei uno solo...>>,chiesi tornando indietro.
<<non preoccuparti,raggiungi pure tua madre>>.
È un bel appartamento è grandissimo.
Siamo nella zona di Manhattan.
Ci sta pure il piano di sopra.
Mi piace l'appartamento.
Al piano di sotto ci sta una camera da letto. Di sopra invece c'è ne sono tre.
Ci sta la cucina e il soggiorno,con un divano nero  ad L e due poltrone sempre nero.
<<se vuoi andare a riposare. Camera tua è al piano di sopra,la prima stanza a destra.
<<grazie Paul>>,dissi correndo al piano di sopra.
Quando entrai nella camera rimasi a bocca aperta.
Al centro della stanza c'è un letto,una piazza e mezza,con la coperta color lilla.
Vicino alla finestra c'è un divanetto bianco. Una libreria piena dei miei libri preferiti,chissà perché siano qui,accanto ad essa c'è una scrivania con un portatile sopra. Strano che non ci sia un armadio però. Stavo per scendere e parlare di nuovo con mia madre di questo trasferimento ma vidi una porta bianca in dono alla stanza. Aprii la porta convinta che fosse il bagno ma vidi che era la cabina armadio.
<<ti piace? Tua madre mi ha detto che sei fissata con i vestiti. Così ho fatto rifare questo sgabuzzino purché diventi  la tua cabina armadio>>,<<Paul,perché sei così gentile con me? Io non lo sono con te>>,dissi guardandolo dritto nei suoi occhi,effettivamente era vero,ogni volta che venne a casa per passare un po' di tempo con la mamma lo trattavo sempre male.
<<perché te lo meriti Hailey. Le tue valigie sono qui se vuoi sistema le tue cose>>,disse sorridendomi.
Svuotai tutte le mie valigie e sistemai i miei vestiti nella cabina armadio.
Sentii qualcuno bussare.
<<avanti>>,dissi urlando.
<<tesoro vieni giù un secondo>>,presi il mio telefono e andai giù.
Quando arrivai  al piano di sotto vidi tre ragazzi seduti sul divano che giocano con la play.
<<mamma dimmi stavo sistemando le mie cose>>,dissi seccata,spero che non abitino qui,perché mamma non mi aveva mai parlato di altri uomini in casa.
Presi una bottiglietta sigillata di coca che avevo davanti e cominciai a berne un sorso.
<<Paul vuole presentarti suo figlio>>,la coca mi andò di traverso ,cominciai a tossire,cominciai a sentire qualcuno ridere alle mie spalle,quando mi girai verso Paul vidi una sua versione un po' più giovane di lui. Un ragazzo moro abbastanza carino a dire il vero,penso che piacerebbe un sacco alla mia amica,mascella quadrata,alto e ha stile,anche se non mi piace molto. Ha addosso una giacca di pelle e i capelli tirati tutti indietro.
Ha una faccia da schiaffi,ha l'espressione da 'sono bello sono figo e mi leccano tutti i piedi',conosco fin troppo bene i ragazzi come lui.
<<Cos'hai da ridere?>>,sbottai troppo arrabbiata con mia madre perché mi aveva nascosto il figlio di Paul. I suoi occhi  si chiusero  in due fessure come se volesse attaccarmi da un momento all'altro,non glielo avrei mai lasciato fare,spero anche le persone intorno a me.
<<Patrick,lei è Hailey,la figlia di Susan>>,disse Paul più felice che mai. Deve essere bello presentare una ragazzina che conosce a malapena a suo figlio che condivideranno la stessa casa per un bel po' di tempo,ma si deve essere esaltante.
«non mi avevi detto che avesse un figlio»,dissi rivolgendomi a mia madre e lei mi guardò con quello sguardo che lanciano tutte le madri alle loro figlie,quello sguardo da 'io te l'ho detto ma non ascolti mai'.
«Te l'ho detto cinque volte. Tu non mi ascolti mai»,ecco appunto,non dissi niente e tornai in camera mia,ora come ora anche se decidessi di dire qualcosa sarebbe inutile ormai siamo qui.
Cavoli è già difficile accettare l'idea che devo stare con Paul e adesso esce fuori che ha anche un figlio.
Accesi il portatile che si trova sul tavolo e aprii il mio account su Facebook e Instagram.
Devo dire che mi rese triste il fatto che i miei migliori amici non mi abbiano  mandato nessun messaggio,come biasimarli li ho trattati uno schifo negli ultimi giorni anche se fosse sono partita da un può d'ore,che sia troppo presto per essere melodrammatica,decisamente sì.
Qualcuno entrò spalancando la porta,odio quando entrano in camera mia senza bussare,sopratutto quando è uno sconosciuto a farlo. Il figlio di Paul si guardò intorno per capire cosa avessi fatto si strano in camera e poi guardò me.
«Susan vuole che tu venga con noi» disse appoggiandosi sulla porta.
«ho da fare» dissi continuando fissare la foto con la mia migliore amica,sembra avere delle orecchie gigantesche adesso che la fisso bene.
Non disse niente e se andò. So' benissimo che non andremo mai d'accordo,non ora perlomeno e la cosa mi sta' più che bene.
Non sono una ragazza molto socievole,anzi sì lo sono parecchio ma non sembra che abbia voglia di fare amicizia quindi lascerò perdere.
Verso le sei di pomeriggio decisi di uscire.
Ricordo di aver visto Starbucks un paio di metri da casa. Stavo passeggiando tranquillamente fino a quando sentii qualcosa di freddo sulla mia schiena. Vidi un ragazzo biondo con una granita in mano.
O meglio,c'è l'aveva in mano...
«Devi stare più attento» gli urlai contro.
Lui alzò le spalle come se non mi stesse capendo  il che mi fece arrabbiare.
Così,presi il mio caffè e glielo lanciai addosso.
«Ma, cazzo...» disse lui sorpreso. Da lontano vidi il figlio di Paul insieme ai suoi amici che vanno verso di noi,così decisi di andare via ma lui mi fermò.
«Cosa succede qui?» chiese Patrick.
«Lasciami >>,dissi guardandolo male si mise a sorridere,se è convinto che ogni ragazza sia debole,è un povero illuso,così come gli altri uomini che la pensano così.
«o?» con uno scatto gli tirai una ginocchiata nelle parti basse e gli tirai un pugno in faccia,che soddisfazione.
«mi devi quattro dollari per il caffè» dissi lanciandoli il bicchiere dello Starbucks.
Sentii i ragazzi ridacchiare e lui imprecare a bassa voce,se lo merita.
Mentre tornavo a casa passai davanti ad un negozio di strumenti musicali.Mio padre amava suonare la chitarra,ricordo quando ero piccola,per addormentarmi suonava sempre qualcosa.Sentii le lacrime negli occhi,così decisi di andarmene,pensare a lui mi mette sempre nostalgia,mi manca davvero tanto.
Arrivata a casa gli scimmioni erano già arrivati,pure il tizio che ho quasi steso,penso che sia normale la casa è sua,almeno è di suo padre.
«Sono quasi le dieci dove sei stata?» chiese mia madre tutta arrabbiata,come fa' a sbucare sente dal nulla,non ho mai capito come riesca a farlo.
«Hailey Isabella Collins,tu hai fumato» chiese urlando,odio  le persone che gridano.
«no» dissi mentendo,feci per andare in camera mia.
«Non ho ancora finito. E non dire bugie,puzzi di fumo signorina» disse mia madre incrociando le braccia sul petto.
«Se lo sai già cosa me lo chiedi a fare allora» dissi prendendo una mela.
«Vattene  in camera tua»,«è quello che sto cercando  di fare ma tu me lo stai impedendo».
Mi dispiace aver trattato così mia madre,ma lei ci è abituata,sa'che è difficile per me.
Sono le tre di notte e non riesco a chiudere occhio.
Vorrei ritornare a casa mia.
Paul mi è indifferente e suo figlio e i suoi amici non li sopporto...
Non penso che mi farò molto amici qui...
Ma devo farlo per la mamma,almeno questo posso farlo per lei.

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