Capitolo 6 ~Lacrime ~

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Patrick Adams

Susan non è male,è premurosa,gentile e simpatica. Non avrei mai pensato che avesse una figlia così diversa da lei. Non sta' mai zitta,si mette sempre nei guai,poco femminile e in confronto alle ragazze che frequento, lei è volgare. Insomma,me in versione femminile ma più gentile. Non è poi così male,ma avvolte sa essere davvero molto ma molto irritante.
<<amico,Bel è nei guai>>,disse Isaac correndo da me e mi chiede cosa si provasse ad avere a che fare con me in versione femminile. Sospirai pesantemente e andai a controllare.
<<con chi questa volta?>>,chiesi. Il lunedì scorso ha litigato con una cheerleader,le ha dato della 'gallinella' ed è scoppiata una rissa tra noi e gli amici di quella ragazza.
Un ragazzo della squadra di scacchi,è stato troppo 'volgare' con lei e gli ha tirato un calcio nei coglioni. E oggi,sentiamo...
<<con Walter>>,disse indicando la palestra.
Corsi il più veloce possibile,i nostri genitori sono stati chiari,basta guai per questo mese,pensano che abbiamo oltrepassato il limite.
Quando arrivai,gli studenti sono fuori campo,ci sono loro due in mezzo alla palestra.
Le ho dato il soprannome 'terremoto',le se addice molto.
Ha un secchiello di pittura in mano,in qualche modo è riuscita ad entrare nel club di arte,un posto silenzioso dove dovrebbero stare chiusa in una stanza per qualche ora,cosa le sarà saltato in mente.
Comunque,non è difficile capire cos'è successo,perché Walter è sporco dalla testa ai piedi mentre lei sorride fiera.
Cazzo,i nostri genitori hanno detto che questa settimana se  uno di noi due viene punito,entrambi saremo in punizione,non ci faranno uscire fino alla fine del mese e i ragazzi non potranno venire a casa.
<<senti ragazzina ringrazia che siamo a scuola>>,ringhia Walter.
<<sennò cosa mi farai c...>>,le tappai la bocca in tempo.
<<senti stai attenta,non voglio finire in punizione. Ho degli impegni>>,dissi sussurrandole nell'orecchio,sbuffò rumorosamente,fece il dito medio a Walter e se cominciò ad andarsene verso la mensa.
Sentii il suo telefono squillare,rispose come al solito con un gran sorriso sulle labbra e con molta allegria,non disse una parola ma la vidi parecchio arrabbiata.
Lanciò il telefono sul prato e se ne andò infuriata,se ogni volta che decide di andarsene così e non dice e niente a nessuno,a casa sarebbe un disastro.Raccolsi il suo telefono e cercai di capire la sua reazione.
Qualcuno le ha mandato una foto.Ci sono due ragazze,una ragazza con una fascia dove c'è scritto president. E una ragazza che bacia un ragazzo. Misi il suo telefono nello zaino e andai verso il parcheggio.
La vidi seduta sul cofano della mia auto,aprì lo sportello e lei salì dentro senza dire niente,feci il giro per andare al mio posto.
<<tutto okay?>>,chiesi mettendo in moto l'auto.
<<si>>,mi disse freddamente.
Il nostro rapporto è strano,e so' che se n'è accorta anche lei. Ogni volta che facciamo un passo in avanti poi ne facciamo tre indietro,il nostro rapporto invece di migliore,peggiora,almeno così sembra.
Tipo ieri,mi ha fatto uno scherzo,ha messo della colla dentro il flacone dello sciampo.
E io come risposta,ho messo diversi peperoncini nel suo panino.
Le arruffai i capelli,so che le dà fastidio,invece di urlarmi contro,si limitò a guardare fuori dalla finestra,c'è qualcosa che non va.
Arrivati a casa i nostri genitori non ci sono,si buttò sul divano e si coprì la testa con un cuscinetto,mi sedetti accanto a lei e accesi la tv,ci sono I Griffin è la sua serie preferita.
<<è strano averti così silenziosa>>,come risposta si sedette e si alzò subito dopo in piedi. Si mise davanti a me,pensai che mi avrebbe colpito che forse fosse arrabbiata in qualche modo con me ma mi sbagliai. Pensai che mi avrebbe colpito,mi abbracciò,si sedette sulle mie ginocchia e mise la testa nell'incavo del mio collo.
Sentii il mio collo bagnarsi,sta' piangendo.
Non ho mai visto una ragazza piangere,si,ma non così vicino a me,non una ragazza che conosco bene.Cosa dovrei fare ora?
La strinsi a me ma lei continuò a piangere in silenzio.
Sentii la machina di papà entrare nel garage,così la presi in braccio,andai in camera mia e chiusi a chiave la porta. Non penso che voglia parlare con qualcuno adesso. Non si staccò da me neanche di un millimetro,non sapendo cos'altro fare continuai ad accarezzarle la schiena con delicatezza.
Capisco che non ne vuole parlare perché non risponde a nessuna delle mie domande.Circa dieci minuti dopo sentii la sua presa allentarsi e il suo respiro diventare più pesante,si sarà addormentata.
La stavo per portare in camera sua ma sentii Susan urlare a mio padre che è uscita,ma è qui in camera. Se la porto in braccio,penseranno qualcosa di strano. Così la misi sotto le coperte. Verso le quattro sentii i ragazzi entrare.
Sentii i loro passi farsi più vicini,mi misi seduto sul poof e cominciai a giocare con la play.
<<hey coglione ti va di...>>,urlò entrando Daniel. Gli tirai una scarpa per zittirlo,lui mi guardò accigliato,indicai con il pollice il mio letto e lui capì.
<<sembra così innocente quando dorme>>,disse Isaac fissandola con dolcezza.
<<perché limoncella è qui?>>,è il soprannome che Isaac le ha dato,passano molto tempo insieme,o meglio passiamo molto tempo insieme.
<<l'ho travata lì quando sono arrivato>>,mentii.
<<non farlo John>>,sentii dire da terremoto. Sta' avendo un incubo.
Isaac la scosse gentilmente ma non si svegliò. Decidemmo di lasciarla dormire ma cominciò ad agitarsi più di prima così cominciai a scuoterla più forte di prima.
<<amico sii un po' più delicato>>,mi disse Daniel.
Quando aprii gli occhi ci fissò spaesata,mi spinse leggermente e uscì dalla camera senza dire una parola.
<<ma che cosa le hai fatto>>,chiese uno dei due.
Vidi Isaac buttarsi nel mio letto e Daniel uscire dalla camera. Sarà andato da lei.
<<quei due si stanno legando molto>>,disse Isaac prendendo un cuscino e lo lanciò per terra.
La sentì urlare qualcosa di incomprensibile e Daniel tornò in camera con una guancia tutta rossa.
<<secondo me ha il ciclo>>,disse sedendosi vicino a me e cominciò a giocare.
<<beh,andiamo agli allenamenti ragazzi?>>,chiesi guardando l'ora e gli altri si alzarono subito.
Feci andare prima i ragazzi,andai a controllare se stesse di nuovo dormendo. Notai che si era messa di nuovo a piangere avendo il cuscino un po' umido.
Le accarezzai la guancia e le diedi un bacio sulla fronte,non so' per quale ragione l'abbia fatto ma sento che avrei dovuto farlo.
<<terremoto non voglio vederti più piangere. Vederti così è strano,qualsiasi cosa sia successo spero che si risolva>>,dissi per poi uscire dalla sua stanza.
<<allora andiamo?>>,mi chiese Isaac.
Annuì e andammo verso la palestra.
Chi cazzo è John...

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