Capitolo 10 ~Scusa,no non è vero ~

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Patrick Adams
«Quindi l'hai solo aiutata? Ok capisco non ne volete più parlare ma dovreste stare più attenti,solitamente non ti metti in guai così grandi» disse mio padre mentre continua a far finta di leggere il giornale.
«Lo so papà» dissi bevendo la tazza di caffè e andai a cambiarmi per gli allenamenti. Dopo la rissa i ragazzi furono più nervosi del solito che abbia scosso un po' le cose.
«Andiamo Adams sei il capito per una ragione. Lo chiami correre quello? Se giocherai così ti mando a calci in culo fuori dal campo» urlò il coach.
Stavo correndo mentre osservavo gli altri che si allenavano a placcare ma vidi Walter fuori dal cancello che ci stava fissando e si accorsero tutti.
«Allora? Volete anche il caffè? Non vi ho detto di smettere» urlò nuovamente il coach ma si accorse che stavamo tutti fissando Walter fuori dal cancello. 
«Adams risveglia i tuoi compagni sennò farete tutto domani» mi urlò di nuovo,che rottura.
«Ragazzi andiamo domani è sabato!  Se domani avremo gli allenamenti come fare a sbronzarci come si deve?» urlai a tutti e Daniel cominciò a correre e spintonò uno per fargli seguire l'esempio. Pian piano ricominciarono a fare tutti ciò che stavano facendo e Walter se ne andò,cosa sarà venuto a fare.
Dopo gli allenamenti come al solito ci riunimmo da Joe,una specie di pizzeria/bar.
«Ragazzi avete appena finito vedo» disse Joe e noi risposino annuendo. Veniamo qui da anni ormai e prendiamo sempre le stesse cose e siamo le stesse persone che vengono qui,lo stesso giorno per la stessa ora. Non vedo come non faccia a sapere i nostri nomi. Stavamo parlando delle prossime strategie e della festa che mi sono inventato ma avevano capito tutti che era falso.
Stavamo parlando quando Rebecca entrò nel locale e cominciò a cercarmi con lo sguardo.
«Amico vedo che hai da fare adesso» disse Liam guardando Rebecca,disse persino a bassa voce di quanto fossi fortunato.
«Patrick» mi fece segno di avvicinarmi e disse che dovevamo parlare. Mi sollevai con le braccia e scavalcai il divano cercando di non colpire nessuno.
«Non fatevi arrestare,mi servono giocatori» dissi salutando gli altri e uscì con Rebecca.
Salì nella mia auto ma non disse niente di niente e questo mi è nuovo,mi dice sempre molte cose in macchina. «C'è qualcosa che non va?» chiesi ma lei non rispose. Quando arrivammo a casa non c'era nessuno nel frattempo Rebecca continuò a seguirmi in silenzio. Arrivati in camera si tolse le scarpe e si sedette sul bordo del letto.
«Che cosa ti sta succedendo Patrick?» chiese guardandomi negli occhi,quegli occhi così vuoti,mi ricordano quando ci siamo conosciuti la prima volta. Stava cercando di vomitare nello spogliatoio ma le dissi che non avrebbe dovuto farlo perché era bellissima così com'era,da allora si è formato uno strano legame tra noi.
«Non mi sta' succedendo niente Reb» dissi buttandomi nel letto accanto a lei. «Stai scherzando vero? Sei diventato praticamente un'altra persona. Hai fatto a botte con Walter e i suoi,tu gli avresti mai dato tanto importanza da picchiarlo. Poi non stiamo più passando del tempo insieme» disse con uno sguardo triste. «Reb è questo il problema perché non stiamo più passando del tempo insieme? Io ti invito qui ma non vuoi venire cosa vuoi che faccia?» dissi alzandomi in piedi  e mi accesi una sigaretta davanti alla finestra.
«Certo invitarmi qui per poi sentirmi di troppo. Vi sta' manipolando perché non ve ne rendete conto. L'ho detto anche agli altri ma non hanno voluto ascoltarmi» disse alzando lievemente la voce.
«Infatti non è così. Siamo gentili con lei perché lo vogliamo. Non potrebbe costringere qualcuno a fare qualcosa neanche se lo volesse davvero» dissi per poi fare un altro tiro con la sigaretta.
«Non sono da te queste scenate Reb,forse è a te che sta' succedendo qualcosa. Stai bene?» chiesi ma lei sbuffò rumorosamente e si alzò in piedi.
Perché non vuole dirmi come stanno esattamente le cose,mi fa' fastidio che fa' così tanti giri di parole se alla fine sappiamo entrambi che mi dirà come stanno messe le cose,allora perché non dirmele prima.
«Sei cieco per caso? Io ti amo Patrick,adesso sono abbastanza chiara? Ti amo. Ma da quando è arrivata quella lì mi tratti come se non esistessi,sa quanto fa male questo? Io ci pano sempre stata per te,ogni giorno per due anni e tu mi liquidi così?» disse con le lacrime agli occhi,spensi la sigaretta e andai verso di lei e la abbracciai.
«Reb sei stata tu a stabilire le regole. Tra noi solo sesso,sei stata abbastanza chiara e così ho fatto» lei si rimise le scarpe e se ne andò di corsa. Mi dispiace davvero tanto per Rebecca,ma lei era stata chiara quindi ho cercato in tutti i modi di non innamorarmi di lei e ci sono riuscito. Ho solo seguito le stesse regole che ha imposto,come per esempio di non cenare tutto insieme ai genitori,sarebbe imbarazzante.
Stavo per addormentarmi sul divano quando sentì qualcuno sbattere il portone e vidi Hailey buttare lo zaino per terra e sedersi dall'altra parte del divano.
«Sei sempre così melodrammatica» dissi cambiando il canale della tv e cominciai a guardare Chicago PD. «Ho perso una lettera importante,era in una busta bianca un po' sporca e dietro il disegno di un girasole» disse abbracciandosi le ginocchia e cominciò a guardare tristemente la tv. Spero che non si arrabbi molto,non più del solito. È solo una lettera,anche se non capisco a certe attaccature ai beni materiali. C'è ne sono migliaia in giro,poi tirano fuori la scusa dei ricordi che hanno con una certa persona. E allora? Anche se è un'altra cosa ma identica alla cosa che si ha perso,i ricordi sono impressi nella tua testa,perché dare in escandescenza?
«Credo di essere colpevole. Susan mi aveva chiesto di buttare la spazzatura l'altro giorno e pensavo fosse spazzatura così l'ho buttato via» dissi,lei mi guardò per un secondo e cominciò a piangere.
«Perché era così importante?» chiesi cercando di avvicinarmi a lei ma mi diede un calcio quindi mi allontanai di nuovo.
«Me l'aveva dato il mio migliore amico e prima che mi trasferissi era il mio ragazzo » disse piangendo più forte. Allora lei è una di quelle persone che si attaccano alle cose,sinceramente non me la aspettavo così emotiva.
«Non capisco perché piangi tanto. Ormai non state più insieme no? Cosa te ne frega» lei si alzò in piedi e si mise davanti a me con uno sguardo di fuoco. Mi prese per il colletto e mi puntò gli occhi sulle mie pupille. «Tu non puoi capire Patrick. Fai solo sesso con le ragazze,non puoi capire cosa si provi ad amare qualcuno. A renderla felice. Il ragazzo che mi ha mandato la lettera era davvero molto importante per me,un segno che aveva pensato a me nonostante la distanza» disse cercando di darmi uno schiaffo ma la fermai in tempo.
«Lo stesso ragazzo che dopo due giorni è andato a letto con la tua amica? La stessa ragazza che ha cominciato a fare le stesse cose che facevi tu ma in meglio?  Perché non ti chiedi perché sia andato con la tua amica,forse ti stava solo usando per arrivare a lei oppure semplicemente non sei stata abbastanza» quando mi resi conto che avevo esagerato con le parole era troppo tardi,lei mi spinse e prima che potessi dire qualcosa la vidi correre verso la sua stanza. Sentii che aveva riaperto la stanza e la vidi scendere di corsa le scale,mi guardò di nuovo negli occhi e mi diede un calcio sullo stinco.
«Non dovevi baciare una ragazza,che non è stata abbastanza» cercò di correre via,la fermai e la baciai ma lei mi spinse via.
«Non ti azzardare a trattarmi come una delle tue ragazze» tornò in camera sua e chiuse a chiave.
Col cavolo che vado a scusarmi con lei. È così ostinata in certe cose che si rende ridicola.
Ho cercato di parlare con lei ma a quanto pare è stato inutile perché l'ho fatta sentire peggio.
Susan arrivò e cercò di parlare con la figlia ma capì che c'era qualcosa che non andava,mi chiese cosa fosse successo le risposi che avevamo litigato ma lei sorrise.
«Tranquillo sarà una delle vostre solite litigate,si risolverà tutto domani,hai notato anche tu che è una testa calda» disse sorridendo e mi lasciò solo. Perché si è arrabbiata così tanto,eppure le ho detto solo la verità,che faccia davvero così male sentire la verità da qualcun altro. Meglio che si svegli,è inutile aggrapparsi in cose che posso sparire all'improvviso,è come dare ad una persona che ti odia  un coltello e aspettarsi che non ti accoltelli,gli dai la forza di farti del male e l'unico a soffrirne sarai soltanto tu.
I ragazzi arrivarono e Isaac come al solito andò a salutarla ma ritornò da me con uno sguardo di rimprovero. «Patrick cos'è successo?» chiese sedendosi vicino a me sul divano mentre accende la televisione. «Non capisco perché quando sta' male sono sempre io il colpevole,non sono così stronzo come pensate»,lo guardai leggermente offeso ma lui fece finta di niente.
«Perché anche se lo neghi ci tieni a lei e a quello che pensa di te. Avrete litigato e tu sicuramente avrai fatto lei tue solite cose. Le avrai detto qualcosa di cattivo,qualcosa che le avrebbe fatto del male,ma tu lo sapevi ma l'hai fatto lo stesso. Non capisco perché ferisci volontariamente qualcuno a cui tieni è da stupidì».

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