capitolo 35

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FLASHBACK
Sono con Patrick in un negozio di moto, quando sentiamo un fischio. Siamo nella merda ci hanno trovati. Chi? I Reklan. Quei figli di puttana. Ci nascondiamo e prendo la mia pistola, non sparerò perchè loro sono in molti ma se ce ne sarà il bisogno mi difenderò. Vedo uno di loro, e se potessi mi ucciderei, ma sarebbe una grave perdita sono troppo importante
modesta mi dicevano, eh
shh, sta zitta non è il momento
lo guardo meglio in faccia, un uomo sulla quarantina mi sta fissando, sembra di conoscerlo ma non mi ricordo di averlo visto.
"Tesoro, cosa fai qui?" dice
"Chi cazzo sei tu?" dico
"Non mi riconosci, il tuo zio preferito" dice beffardo
zio? io non ho più uno zio, non l'ho mai avuto.
"Cosa stai dicendo?"
FINE FLASHBACK
qualcuno mi picchietta la spalla interrompendo i miei pensieri. Patrick.Ah, dio ma che scherzi sono questi?
"Tutto bene?" chiede, guardo l'ora, le 11:30
"Prima delle 11:30 era tutto perfetto"dico andandomene, mi prende il polso. Mossa sbagliata, mio caro. Gli prendo il braccio e lo tolgo con forza dal mio. Gli mollo un pugno in faccia.
" Non toccarmi mai più, grazie"mi giro un'ultima volta solo per vederlo a terra. Mi riprenderò la mia rivincita. Mi chiedo, davvero è stato così stupido da andare a letto con la papera in calore dopo tutto quello che ha fatto? Io davvero non ci credo. Entro in camera e faccio una doccia. Metto una maglia lunga che ho rubato a Peppe e un pantalone largo, si mi piace dormire comoda, non so come le persone dormano con quelle maglie striminzite e i leggings , cioè a me viene l'ansia. Mi butto sul letto con la delicatezza di un elefante e stranamente subito mi addormento
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"hey Mia, non correre" dice mio padre
"Dai vedi se mi riesci a prendere Dario" dico con il fiatone
"Matilde, perché non corri con noi?" dico avvicinandomi a mia madre
"Oh tesoro, basta correre, sai che il tuo orfanotrofio ha detto che non puoi." dice lei
"Si lo so, ma perchè?" chiedo
"Questo lo sapremo tra qualche giorno"
"Va bene Matilde, non correrò più"
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Mi sveglio di soprassalto. Orfanotrofio? Matilde? Io non sono la loro figlia?
Con tutte queste domande mi sembra che sulla mia testa sia passato un camion più  volte.
Guardo l'orario sono le 5:15 di pomeriggio. Mi guardo intorno e il mio sguardo ricade su un volantino. Una festa. È proprio quello che ci vuole. Mi preparo con un jeans chiaro strappato sulle ginocchia e un top nero con sopra un giubbotto giallo

 Mi preparo con un jeans chiaro strappato sulle ginocchia e un top nero con sopra un giubbotto giallo

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Prendo il telefono, le sigarette e un coltellino, cose che ormai fanno parte di me. Esco dalla sfanza e mi dirigo verso il garage dalla mia amata moto.
Vado al night club e parcheggio. Entro e dato che conosco il buttafuori salto la coda.
Appena metto piede nel locale, tutti iniziano a fissarmi. Tutti normali, mi dicevano. Velocemente raggiungo il bancone bar e ordino subito una bottiglia di birra. Accanto a me c'è un ragazzo. Oh merda Patrick. Fa che non mi veda, dio ti prego.
"Guarda chi si rivede."dice. Ovvio, mica poteva non notarmi. Le gioie mi salutano da lontano.
" Dio, quanto ti odio."dico portandomi le mani sulla testa
" oh io ti odio di più"controbatte acido
" oh, tu non mi odi, tu sai che non mi potrai mai avere e per questo mi odi, ma sai che c'è? Tu odi te stesso perchè non sei capace di avermi"
dico
" Sarà che non ti potrò avere, che non ne sia capace, ma tu, cara mia, non sei capace di restare."
"Sai non perdo il mio tempo con chi non è in grado di farmi restare" dico andando fuori. Mi siedo sul muretto accanto ad uno sconosciuto
"Brutta serata?" dice
"Brutta vita!" rispondo
"Oh per l'amor del cielo! Cosa ti affligge?" dice con tono teatrale, sembrerà strano ma mi sdraio e mi metto con la testa sulle sue gambe. Questo tipo mi dà fiducia.
"Niente di che, sono una ragazzina ribelle cresciuta male" dico
"Oh, quindi rispondevi al paparino, è per questo che sei ribelle?" domanda
"Nah, sono ribelle perchè uccido persone quando non ho niente da fare" dico seria e lui sbianca
"Scherzo, calmati. Però stai tranquillo non ti ucciderei mai, mi sei simpatico" gli faccio l'occhiolino
"Grazie a dio" sospira. Mi alzo per andarmene
"Ci vediamo- aspetto che mi dica come si chiama-Jack" dico
"Posso avere il tuo numero- gli dico il mio nome- Mia?" dice
"Mi dispiace ma dovrai guadagnartelo."rispondo
" Come? "domanda incerto
" Ci vediamo domani, qui, alle 21. "
Monto in sella alla mia moto e sfreccio sulle ali della notte.

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