capitolo 45

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È ora della resa dei conti.
Per tutto il tragitto non ho fatto che pensare a tutto ciò che abbiamo passato insieme. Arrivo all'ospedale e parcheggio la moto. Entro e vado verso la reception.
"Mi dica" dice la signora sulla cinquantina che si trova dietro la scrivania.
"Sono qui per un ragazzo trasportato d'urgenza" dico
"Oh si, le mie condoglianze. Jack Fellen. Sala mortuaria, in fondo a destra."
Mi avvio quasi come un bradipo.
Entro e lo vedo. Vedo il suo corpo senza vita.
"Sono qui, sai? Non avrei mai pensato che il nostro ultimo incontro fosse stato in una sala mortuaria. Pensavo che un giorno tu ti saresti stancato di me e della mia vita di merda e te ne saresti andato via correndo. Sai, sono stanca anche io ma non posso uscirne, ci sono dentro fino al collo e oltre. Mi manchi, tanto e come l'aria, eppure sono solo ore che sei morto. Io non volevo che andasse cosi, non volevo coinvolgerti, non ho mai voluto coinvolgere nessuno ma io sono sempre stata cosi, non penso mai alle conseguenze e puntualmente me ne pento. Ma stavolta è diverso. Tu mi sei stato portato via e io ti giuro che gliela farò pagare anche a costo della mia di vita. Ti direi addio ma non ci riesco, non riesco neanche a pronunciare il tuo nome, sai ti ho definito un ragazzo ma tu non sei uno qualunque tu sei il mio ragazzo, il mio migliore amico e addirittura sei stato la cosa che più si è avvicinata ad una famiglia per me. Ciao amore mio. "
Esco dalla sala mortuaria e vado via.
Patrick pov's
Non volevo farlo davvero. Volevo che lui e la sua aria da santarellino si levassero di torno. Ma poi li ho visti, quegli occhi di ghiaccio conglelarsi e allo stesso momento sciogliersi. Ho visto il fuoco ed il ghiaccio in un'unica persona e ammetto che ho avuto paura. E poi la delusione di mia sorella, quando eravamo piccoli le avevo promesso che non l'avrei più fatto non da quando le ho fatto rischiare la vita per un capriccio. Sono stato già chiamto svariate volte dalla polizia per alcune testimonianze ma io ho già affrontato situazioni simili e il mio avvocato me ne fa uscire sempre illeso. Non dovrei lo so ma non posso dire di sentirmi in colpa, se mi sentissi in colpa per ogni persona che uccido ora ne sarei sommerso.
"Perché lo hai fatto?" mi domanda mia sorella con le lacrime agli occhi
"Oh andiamo, non starai mica piangendo per lui?" sbuffo seccato
"Si, lo sto facendo. Perché era una persona dolcissima che ha aiutato una mia cara amica quando ne aveva bisogno, perché si è guadagnato il ruolo di 'ragazzo di Mia Miller'.Perché io a differenza tua mi interesso della vita delle persone e non le tratto come bambole" urla l'ultima frase. Ahia questa ha fatto male.
Me ne vado, d'altronde faccio sempre così non mi sono mai preso le mie responsabilità di questo ne sono consapevole.
Mia pov's
Non ritorno al dormitorio, non ne sono in vena. Vado al mare. Il mio posto. È come me da lontano è attraente e ingannevole ma se ti avvicini? Chi non ha mai avuto paura del mare?
Mi siedo a riva e fumo una sigaretta. Ne fumo un'altra e un'altra ancora. Penso che i miei polmoni cederanno prima o poi. Ed è un attimo mi giro sento il telefono vibrare e il nome che appare mi sconvolge. Jack.
Non rispondo, ho paura di non sentire la sua voce ma di qualche stupido che ha osato prendere il suo telefono. Mi metto le mani fra i capelli come per trovare una soluzione. Poi alzo lo sguardo e vedo l'immensità del mare, mi alzo e mi butto in acqua. Salgo a galla e le sento, sento le lacrime scorrermi sulle guancie e dio se bruciano. È il momento che tutti aspettavano, sono caduta a pezzi

La mia bad girlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora