capitolo 40

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Jack pov's
Provo ripetutamente a chiamarla ma non dà tracce di vita. Mi sto preoccupando seriamente. Visto che non riesco a svegliarla mi metto a ripulire un po'. Prendo tutta la droga che c'è e la butto nel water, cosi non ne avrà per un po'. Mentre sono in bagno sento un rumore assurdo. Cosa cazzo è successo? Mi precipito nella camera e la vedo seduta a terra. Gli occhi rossi e dilatati, le mani tremolanti e ancora più magra di quando la vidi per la prima volta.
"Cosa ci fai qui?" dice
"Mi hanno chiamato le tue amiche"ammetto
Annuisce e si alza con fatica. Va verso l'armadio e prende dei vestiti.
" Vado a farmi una doccia aspettami qui. Non toccare niente. "
Mi guardo attorno e noto coltelli, una pistola e almeno una decina di pacchi di sigarette. Ma è una turca? Quanto fuma?
Faccio una mossa azzardata e prendo uno dei suoi coltelli in mano, lo guardo e lo rigiro tra le mani. Alzo di poco lo sguardo e la vedo che vuole uccidermi, prende un bicchiere in mano e me lo lancia contro, fortunatamente lo evito, facendolo diventare mille pezzi di vetro.
"Ti ho detto che non devi toccare niente" dice alzando di poco la voce
"Scusami, non sapevo che fare" dico e sento un suo sospiro.
"Va bene. Ora alza quel culo e andiamo a fare un giro" dice
Mia pov's
Lo porto al centro del college e gli mostro tutto quello che le persone normali fanno di solito. Già, le persone normali. Ora gli mostro quello che fanno le persone non normali.
"Ti porterò in un posto che nessuno apparte me conosce. Non aprire bocca" saliamo le scale e andiamo alla fine del corridoio dove c'è un quadro enorme, lo sposto ed entriamo in una terrazza. Un cliché.
"Sai, quando sento il mondo crollarmi addosso, vengo qui" dico
"Immaginavo che non fossi una di quelle collegiali 'viva il rosa'" dice lui
"Diciamo che il rosa non è tra le mie opzioni" ammetto "Ma ora parliamo di te. Perché hai accettato di venire ad aiutarmi? Perché quando mi hai vista in quelle condizioni non sei scappato?" continuo
"Beh, non per vantarmi ma sono un ottimo amico e tu ne hai bisogno" dice
"Già le persone che consideravo amiche si sono mostrate tutt'altro" ammetto più a me stessa che a lui
"Sai mi piaci, sei forte, simpatica. Sei forse un alieno?" dice
"Si, vengo da Marte" dico seria e lui mi guarda stranito
"Scherzo, calmati" dico e lui fa un gesto estremo, mi bacia. Un bacio bisognoso, diverso dagli altri, reale. Ci stacchiamo e lui mi guarda come se volesse chiedere scusa. Ma non deve chiedere scusa, e per farglielo capire lo ribacio. Lui dapprima sorride e poi ricambia. Andiamo via dalla terrazza e ci dirigiamo in camera mia.
"Promettimi  che non lo farai più, non ti drogherai più" dice
"Non faccio promesse che non sono sicura di mantenere, quindi ti dico che ci proveró" ammetto. Scatta un altro bacio. Ci sdraiamo sul mio letto e mi addormento tra le sue braccia, mentre mia carezza i capelli.

La mia bad girlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora