capitolo 49

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Porre fine ad una vita. Tante volte mi sono guardata allo specchio e ho provato ribrezzo per quello che vedevo, tante volte mi sono chiesta chi fossi io per porre fine ad una vita. La risposta? Nessuno. Mi guardo e mi faccio schifo, e una parte di quello che mi è capitato me lo merito, per tutte le mie stronzate, per tutte quelle volte che ho perso la testa facendo pazzie. L'unica cosa che mi differenzia dall'essere un mostro è il mio aspetto. Io non lo auguro a nessuno di essere come me, neanche al mio peggior nemico. Mai, mai nella mia vita avrei pensato che cambiare la mia vita radicalmente mi avrebbe portato a questa fine di merda; una pistola puntata alla testa di mio padre mentre guardo un corpo inerme steso a terra per colpa mia. Me ne vado, scappo, lo faccio sempre; la tanto temuta Mia che non si è mai fatta problemi a fare a botte o addirittura ad uccidere, non hai mai affrontato le conseguenze delle sue azioni, patetica. E lo guardo, guardo chi mi ha messa al mondo con disprezzo e odio, lo sento, malgrado la situazione, sorridere e questo non fa che accrescere la mia rabbia, alla fine sono certa che sia questo il suo obiettivo.
"Che fine di merda per uno che ha passato metà della sua vita a cercare di uccidere la figlia, non credi?" dico
"Già, mi dispiace che tu sia cresciuta in strada e che abbia imparato tutte queste cose" dice quasi dispiaciuto
"A me no" ribatto continuando a spingerlo.
"Dove mi porti? Lontano per non far sentire quando mi ucciderai?"
"Fidati, nessun posto è abbastanza lontano. Le tue urla arriveranno fino all'altra parte del mondo, te lo prometto." dico a denti stretti.
"Tanto so che sei abituata ad uccidere, il povero Jack e poi? Quante vittime hai fatto?" mi schernisce
"Non abbastanza a quanto pare, tu sei ancora vivo." sto perdendo la calma. Finalmente arriviamo a destinazione, ovvero un vecchio capanno. Lo faccio entrare e lo faccio sedere su una sedia legandolo.
"Sai, ti ho fatto camminare tanto perché volevo arrivare qui. Questo posto ha un valore speciale per me, quando mi hai cacciata di casa con la scusa di portarmi al college io sono venuta qui. E sai chi ho trovato qui dentro? Un maniaco che voleva abusare di me. Ero inesperta ma sicuramente non mi sarei fatta toccare da nessuno. Non dopo quello che mi hai fatto tu, cazzo il corpo è mio e io decido chi deve toccarlo. Tornando a quel porco che viveva qui, lui avanzava sempre di più verso di me e io volevo correre, andare via,ma aveva deciso di chiudere quella fottutissima porta senza che me ne accorgessi. Allora sai che ho fatto? L'ho ucciso con un pezzo di vetro di una finestra rotta. Il mio primo omicidio, proprio qui, proprio dove sei seduto tu. Allora ora mi chiedo, io ho punito lui senza che mi avesse toccato, tu che lo hai fatto, cosa meriti? Io voglio vederti soffrire, voglio vederti rotto come lo sono io, e sai una cosa? Fossi stata più paziente avrei aspettato e ti avrei fatto soffrire pian piano, ma la pazienza è andata a farsi fottere tempo fa." dico e prendo un pezzo di vetro, la stessa finestra rotta abbandonata da allora, la stessa scena ma con delle differenze, io non sono più la ragazzina innocente che entrò qui quella notte e lui non è un maniaco che vuole abusare di me, lui lo ha fatto. Mi avvicino a lui, con il vetro gli faccio un taglio ai lati della bocca e continuo a fare tagli su tutto il volto, e sento le sue urla che fanno gioire il mio cuore malato, le sue urla che ricordano tanto le mie, quando si prendeva quello che non gli spettava. E continuo, lo sento implorarmi di smetterla, di ucciderlo, ma io lo voglio far soffrire, cazzo la morte sarebbe un privilegio per lui. Mi fermo a guardarlo e l'unica cosa che riesco a distinguere dal sangue sono i suoi occhi, dannatamente simili ai miei, e non voglio più vederlo, non voglio più soffrire, perché lui è il colpevole di questo cuore di ghiaccio e del mostro che sono ora. E lo faccio, uno sparo e finisce la mia agonia. Vedo il suo corpo perdere vita e urlo, urlo per la rabbia che non se ne è andata, urlo per tutto il male subito e urlo per me, perché sono diventata proprio come lui.

La mia bad girlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora