Capitolo 10

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ISTITUTO

1 h prima

Alec era seduto nel suo ufficio intento a ricontrollare il video dell'uomo che aveva mandato a monte l'operazione.

Lo guardò e riguardò cercando un qualsiasi dettaglio che potesse suggerirgli un'identità.
Era chiuso lì dentro già da tre quarti d'ora quando Jace entrò portandogli una tazza di cioccolata fumante per farlo distrarre un po' da quel video.

"Ehi amico fai una pausa. Fa male stare troppo tempo davanti a uno schermo, fa diventare irascibili."

"Falla finita Jace. Che vuoi?"

"Che avevo detto! Comunque sono venuto a offrirti il mio aiuto. Clary dice che devo lavorare sull'altruismo quindi eccomi qui."

Alec abbozzò un sorriso. In effetti gli serviva proprio una pausa. Si stropicciò gli occhi stanchi. Stava per fermare il video quando un dettaglio, sfuggitogli per tutto questo tempo, catturò la sua attenzione.

Ogni traccia di stanchezza sparì all'istante sostituendosi con l'eccitazione.

Portò indietro il video di pochi secondi, mise in pausa, zummò e aspettò che l'immagine fosse a fuoco.

A quel imbranato pazzoide durante la sua performance di tai chi gli si era spostata la manica mostrando il polso destro, sul quale vi era... sembrava un braccialetto;
zummò ancora, attese... vi era scritto qualcosa sopra.

Alec si avvicinò quasi a sfiorare lo schermo con la punta del naso.
Zummò ancora riuscì a mala pena a decifrare la scritta

AKU CINT...

Si congelò sul posto, sbiancò e smise di respirare.
A Jace prese un colpo nel vedere il suo amico cadere in quello stato, non capendone il motivo.

"Ehi Alec, che ti prende?" Jace lo scosse leggermente.

Alec non diede segni si vita.

"Così mi preoccupi" Jace si piazzò davanti allo schermo per capire cosa avesse sconvolto a tal punto il suo impavido amico.

Sullo schermo c'era l'ingrandimento di un'incisione su di un braccialetto.
Apenna lesse la scritta capì al volo e anche lui rimase sconvolto.

Ad Alec riprese a funzionare l'apparato respiratorio e con lenti e incerti respiri si riprese.

"Quel braccialetto... l'ho regalato a Magnus quando ci siamo sposati. Né ho uno uguale anch'io."

Con mani tremanti si sfiorò il polso dove era situato il suo.

Era frastornato e incredulo.

Jace gli si stava avvicinando per dargli supporto quando il telefono di Alec squillò.
Sul display apparve la faccia sorridente e perfetta del marito e il suo nome.

Jace rispose al posto dell'amico.

"Ciao Magnus. Sono Jace. Come va?"

"Tutto bene grazie. Certo glielo chiedo"

Jace coprì il microfono e chiese ad Alec

"Tuo marito vuole sapere se la cena è sempre alle 19:00"

Alec a cui stava montando una rabbia accecante rispose con sguardo ferito ma scintillante di furore

"Certo come sempre"

Jace riferì e attaccò.

"Che intenzioni hai Alec?" Jace era molto preoccupato per lui.

"Devo tornare a casa per preparare la cena e fare la festa a mio marito"

E con queste parole e col sorriso sulla faccia si alzò e uscì lasciando Jace solo con la tazza di cioccolata ormai fredda che aveva portato.

Mr. & Mr. Lightwood-Bane // MalecDove le storie prendono vita. Scoprilo ora