Il giorno seguente Magnus si diresse all'indirizzo trovato da Simon. Con sommo stupore e piacere trovò un furgone della sorveglianza. Nuovo quartiere generale di Alec.
Estrasse il telefono di tasca e compose il suo numero."Buona giornata fiorellino. Dormito bene anche senza di me al tuo fianco?"
Alec arrossì a quelle parole, era rinchiuso in quel furgone con Jace e altri del suo staff.
Jade gli lanciò un'occhiata divertito."Certo non ho notato differenza. Solo il letto un po' più freddo.' cercò di suonare sprezzante e distaccato ma falli miseramente 'E tu? Hai dormito sotto un ponte?"
"Mi sei mancato anche tu Muffin. E soprattutto quel tuo leggero russare. Ti diverti lì con Jace? Devo essere geloso?"
"Secondo te perché ti ho sempre detto di non chiamarmi al lavoro? Perché faccio cose sconce con lui!"
Ad Alec piaceva scherzare così con Magnus ma il suo scopo in quel momento non era di flirtare con suo marito ma di ucciderlo.
Magnus mentre parlava col suo uomo si addentrò nell'edificio.
Alec realizzando dove stesse andando Magnus, lo ammonì."Amore non entrare in quell'edificio. Lo dico per il tuo bene."
"Fiorellino io sono a prova di proiettile. Dovresti saperlo visto che quando mi hai sparato mi hai mancato"
"Magnus te lo ripeto non entrare in quell'ascensore"
Magnus lo ignorò e vi entrò schiacciando il pulsante per l'ultimo piano.
"Perché devi fare sempre di testa tua?" Alec era esasperato.
"Faccio ciò che mi consiglia il cuore" Magnus era sarcastico.
Alec fece cenno ad uno dei collaboratori che battendo sulla tastiera attivò il collegamento video sull'interno dell'ascensore di Magnus e bloccò la corsa.
"Magnus, seriamente, ti do la possibilità di andartene senza che ti venga torto un capello. Vattene in un posto caldo il più lontano possibile da qui." Alec quasi lo supplicò.
"Alexander lo sai che non sono il tipo che batte in ritirata senza combattere."
"Conto fino a 10 e se entro questa scadenza non te ne sarai andato farò esplodere l'ascensore. Che tu ci sia appurare no"
"Zuccherino mi credi davvero così sprovveduto? Ho rimosso le cariche che avete messo sul tetto dell'ascensore, sul filo e quella a pressione sotto il pavimento. Impressionato dolcezza?"
"Te ne sei dimenticato una" ribattè Alec tranquillamente.
Aveva fatto appello a tutte le sue capacità per mantenere quel tono tranquillo perché in realtà era in subbuglio.
"È impossibile, io non spiraglio ma... Non mi dire che ce ne era una anche sul freno..."
"Si Magnus. Ora ti rimane solo la fuga. 1... 2... 3..."
"Lo so che non lo faresti mai. Tu mi ami."
"4... 5..."
"Sono convinto che non premerai quel bottone. In nome di tutto ciò che abbiamo passato"
"6... 7..."
"Non mi faresti mai una cosa del genere"
"8... 9..."
"Non hai il coraggio di farlo. Ne sono convinto..."
"10!"
Un'enorme esplosione coprì le ultime parole pronunciate da Magnus.
Alec era sconvolto."Chi ti ha dato il permesso di premere quel dannatissimo tasto?!?"
"Ha dato una scadenza. Al 10 ho fatto ciò che ha detto."
Alec fulminò con lo sguardo quell'uomo.
Avrebbe voluto ammazzarlo di botte per aver ucciso il suo Magnus.
Era accecato dalla rabbia e pronto ad attaccare.
Jace lo trattenne per un braccio cercando di calamaro."Ammazzare quel tipo non riporterà indietro Magnus."
Alec era furente e con lo sguardo omicida puntato su quell'uomo. Doveva solo ringraziare che non era armato perché se no neanche Jace lo avrebbe potuto salvare.
"Amico calmati! Guardami, ho detto guardami!" Jace prendendolo per il mento lo costrinse a guardarlo negli occhi.
Alec lesse negli occhi ambra dell'amico tutto il rammarico e si perse in quel mare di miele che gli infuse calma.
La rabbia con cui si era fatto scudo si sciolse lasciando spazio alla tristezza e alla perdita."Tutti fuori! Ora! Soprattutto tu pezzo di idiota!" ordinò Jace ai presenti che uscirono in fretta e furia dal furgone.
Alec si abbandonò nell'abbraccio offertogli dall'amico e si lascio in un pianto liberatorio.
Non provava tanta disperazione da quando suo fratello minore Max non era morto in una sparatoria da porte di un pazzo fornito di fucile insieme ai suoi genitori.
Gli sembrava di essere tornato indietro nel tempo. Anche all'ora si era abbandonato in Jace. Unica ancora di salvezza in mezzo a quel mare di dolore. Fu dopo quel fatto che decise di diventare un agente. Per riuscire a controllare quel dolore e sfruttarelo per impedire che cose del genere potessero accadere ad altre persone.
Lo aveva fatto però anche per un insana voglia di vendetta.
Non voleva più essere impotente. Mai più. Fino ad oggi in cui a causa di un novellino aveva visto morire un'altra persona a lui vicino. Gli avevano ucciso la Famiglia una seconda volta.
Un senso di vuoto lo invase. Delle lastre di ghiaccio gli congelarino il cuore. Prese tutti i ricordi e li ringhiuse dentro un cassetto che non avrebbe ma più aperto.Addio amore mio
Pensò Alec buttando mentalmente via la chiave.
Si staccò da Jace. L'amico notò un cambiamento nel suo sguardo. Era lo stesso che aveva avuto quando era morta la sua famoglia. Un'altra parte di lui era morta in quell'esplosione. I suoi occhi erano spenti, senza vita.
E siamo giunti alla fine del libro. Spero vi sia piaciuto. Fatemi sapere cosa ne pensate insultandomi nei commenti.
Scherzo! Avanti non fare quella faccia!
Al prossimo capitolo
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Mr. & Mr. Lightwood-Bane // Malec
FanfictionUna coppia normale, con un matrimonio normale, con problemi normali. E se fosse solo apparenza? Questa storia è liberamente tratta dal film Mr. & Mr. Smith. I personaggi nn sono frutto della mia fantasia ma di quella di Cassandra Clare.