Alec cercò a tentoni l’interruttore vicino alla porta blindata che aveva appena aperto. Un clic familiare fece inondare di luce il bunker sotterraneo in cui Jace teneva il meglio del meglio. Alec si sentiva come un bambino davanti a interi scaffali di giocattoli. C’erano qualsiasi tipo di armi immaginabili, dal coltello da caviglia al lancia razzi abbatti aerei. Era entrato solo un’altra volta dentro il bunker segreto dell’amico ma sapeva esattamente cosa prendere e dove trovarlo. Jace aveva insistito perché costruissero i loro nascondigli esattamente identici e che le cose fosse disposte secondo un suo ben preciso progetto. Alec lo aveva ritenuto esagerato lì per lì ma per la fatica che faceva a fare come gli aveva consigliato… adesso aveva ben chiaro a cosa servisse. Jace per convincerlo aveva fatto riferimento a delle costruzioni romane, al fatto che loro costruissero le città tutte uguali perché l’esercito sapesse come agire e dove andare anche se non erano mai stati in quella città perché tanto erano tutte uguali. Alec aveva pensato in un primo momento che i romani fossero degli scansa fatiche che non si scervellavano molto per progettare città differenti ma pensandoci era molto utile, dal punto i vista tattico. Mica per niente hanno conquistato mezza Europa no?!
“Ma questo è il paradiso” Magnus al suo fianco aveva gli occhi che luccicavano dall'eccitazione viste tutte quelle armi. La bocca spalancata.
“Magnus, resta con me. Abbiamo una missione” il più grande si riscosse come risvegliato da un sogno.
“Certo, certo” si avvicinò alla parete più vicina e sempre con sguardo sognante si mise a percorrerla accarezzando una per una le armi esposte denunciandone nome e forza distruttrice.
“Magnus accedi al computer che è sulla scrivania mentre io vado a rimediare le tute tattiche, tu e Jace dovreste avere più o meno la stessa taglia…” e così dicendo sparì dietro un angolo lasciando solo Magnus con un PC e armi da vendere. Si accomodò alla scrivania e premette il tasto di invio. Per accedere la schermata chiedeva un codice. Rimase a pensare pochi attimi a quale password super segretissima il suo Alexander avrebbe potuto mettere.
Shadowhunters, il nome con cui si facevano chiamare lui e Jace quando agivano.
Password sbagliata
Ak47, era l’arma più vicina alla postazione.
Niente
Una fitta di curiosità gli fece digitare la successiva
Magnus
Niente. Una fitta di delusione.
MagnusBane
Niente. Magari era una data, una serie di numeri. Un briciolo rincuorato da quella possibilità.
16092012
Niente. Neanche il giorno del loro matrimonio! Digitò la prova successiva battendo con rabbia sui tasti
Io amo Magnus
Niente. Con rassegnazione distolse lo sguardo dalla scritta rossa che gli negava l’accesso. Un subdolo pensiero si insinuò nella sua mente. Come aveva chinato Jace? Para… para qualcosa…
Parabatai
Niente. Meglio ma il dubbio restava sempre e provò di nuovo.
Jace
Niente.
Jonathan Christopher Herondal
Ancora niente con suo grande sollievo. Provò l’ultima nonostante gli prudessero le mani anche solo pensarlo
Io amo Jace
Niente. Non aveva mai guardato con così tanta gratitudine una facciata di accesso negato! Non volle provare oltre. Chissà quali altri assurdi pensieri lo avrebbero potuto cogliere. Magari aveva scritto Io amo Jace Herondal sempre che fosse quello il suo vero nome e cognome forse doveva provare… si diede uno schiaffo su di una guancia e pizzicò le mani sotto le cosche per impedire alle mani di digitare ancora. Lo avrebbe chiesto ad Alec. Voleva sentirlo con le proprie orecchie se fosse stato il nome del biondo!
“Dolcezza senza password non vado da nessuna parte” cercò di nascondere il fastidio nella voce. Se Alec avesse voltato l’angolo in quel momento avrebbe visto un sorriso forzato e occhi furenti a inchiodarlo.
Una voce ovattata gli giunse all'orecchio. Magnus non aveva la più pallida idea di quanto fosse grande quel posto ma doveva essere immenso.
“Malec20062012. Con la m maiuscola” quella risposta lo sorprese e sconvolse allo stesso tempo.
“Hai messo come password segretissima di una super agenzia segretissima i nostri nomi uniti con la data del nostro primo incontro?’ gli urlai di rimando con la voce più alta di un'ottava ‘che teeeneroooo” si sciolse come un ghiacciolo al sole.Avrebbe voluto baciarlo dalla testa ai piedi. Non aveva mai dubitato nemmeno per un istante della sua fedeltà! Poteva immaginarsi il suo volto, le guance tingersi di rosso e il volto leggermente piegato per nasconderlo ai suoi occhi. Sorrise a quel pensiero e digitò la password facendo danzare le lunghe dita sui tasti. Quando premette invio sullo schermo comparve una loro foto al mare, il tramonto alle spalle e loro che si baciavano. Quell’immagine lo portò fuori da quel bunker, alle Hawaii, lontano da tutto questo, lontano dal pericolo.
“Mags?! Spero che ti concentri di più sul tuo lavoro di quanto non stia facendo da quando sei entrato qui dentro.” Alec era tornato con in braccio due tute fatte di materiale aderente e rinforzato, due cinturoni per le armi infilati in spalla come si vedono nei film di guerra, portati incrociati sul petto carichi di cartucce. Lo fissava con un sopracciglio alzato, posò il suo carico sul tavolo di fronte alla scrivania e avvicinandosi a lui lo fece alzare dalla sedia.
“Mentre io studio un luogo favorevole tu prova quella tuta, vediamo se ti sta' se no abbiamo un problema.”
Fece il giro del tavolo da dove era stato spodestato al lato dove Alec aveva posato le tute una per se, l'altra per lui. Cominciò a spogliarsi posizionandosi in modo tale da essere visto da Alexander nonostante lo schermo del computer. Si comportò con naturalezza quasi non facendo caso alle occhiate che il moro gli lanciava di tanto in tanto. Chiuse la zip e provò a muoversi, era leggermente corta per lui ma poteva andare bene lo stesso. Non lo intralciava nei movimenti e non stringeva troppo. Catturò l’attenzione di Alec, nonostante, e Magnus lo sapeva bene, l’attenzione del marito in realtà era già sua.
“Allora dolcezza? Come sto?” Alec finse di accorgersi della sua presenza solo in quel momento distogliendo lo sguardo fintamente concentrato dallo schermo. Fece scorrere lo sguardo sulla tuta o su quello che custodiva al suo interno? E dichiarò la sua approvazione. Per la tuta o per quello che custodiva?
“Ho trovato un posto che potrebbe fare al caso nostro.” Girò lo schermo permettendo a Magnus di guardare le planimetrie del posto. Uscite di sicurezza, disposizione dei locali, condutture dell’aria e fognature. Quel posto era perfetto. Aveva tutti i requisiti necessari.
“Ottimo. Adesso dobbiamo solo scegliere il vino con cui accompagnare la festa che vogliamo organizzare.” Osservò furbescamente il compagno che intendendo a pieno cosa intendesse gli resse il gioco.
“Aveva già in mente qualcosa?”
“No, per scegliere gradirei fare una degustazione” Alec fece un inchino leggero e si avvicinò ad una rastrelliera stracolma di pistole.
“Potrei tentarla con delle varietà tedesche ma le raccomando sinceramente le ultime novità dell'Austria.” Alec afferrò una pistola sul secondo scaffale e poi una seconda.
“Glok 34 e 26. Impugnatura rimodellata, caricatore allargato e ricariche più agevoli.” Magnus testò la pistola impugnandola e facendo finta di avere un obbiettivo davanti.” Alec aspettò un suo cenno di approvazione che non tardò ad arrivare.
“Possiamo proseguire?”
“Potrebbe servire qualcosa di robusto, di preciso.”
“Robusto, preciso…” Alec ci pensò su un istante e l’espressione compiaciuta che gli spuntò sul volto fece capire a Magnus che aveva esattamente ciò che faceva per loro. Si voltò alle sue spalle dove erano situati i fucili e ne prese uno porgendoglielo.
“Ar15, canna 29 cm compensato con otturatore a legame ionico, mirino trigicon con ingrandimento 16.” Era una sberla di fucile mica da ridere. Sembrava distruttivo e gli piacque subito.
“Mi proponga adesso qualcosa per concludere la serata. Grosso magari, sfacciato.” Il sorriso sul volto di Alec era sempre più grande e divertito.
“Posso suggerirle il Benelli R4?” E gli passò un altro fucile, Magnus lo testò come i precedenti controllando otturatore e fingendo di caricarlo. Scorreva che era una meraviglia.
“Otturatore e impugnatura ergonomici. Si adattano alla cartuccia e alla mano come un cuscino di lattiflex. L'impugnatura è in tessuto, sa nel caso uno abbia le mani… bagnate. Un classico Italiano.”
“Dessert” Magnus non era ancora soddisfatto del tutto. Voleva finire in bellezza e in maniera definitiva.
“Dessert?” da sotto uno scaffale estrasse una scatola con all’interno coltelli di ogni lunghezza
“Il meglio della coltelleria, tutti affilati a pietra.” Ne estrasse due poi ripensandoci, alzando lo sguardo sul compagno
“Li prendo tutti” Alec inclinò la testa in segno di assenso.
“Ne prendo sei di ognuno. Metti pure tutto in conto a Jace Herondal, siamo amici di vecchia data…”
“Non credo ne sarà felice” ridacchiò Alec afferrando la quantità ordinata dal marito e cominciando a preparare le borse.
“Non si è mai troppo prudenti no?!”
“Sai ho una promessa da mantenere e ho tutte le intenzioni e l'interesse a mantenerla”
“Temi per la tua vita?” disse Alec ridendo.
“Temo per la mia vita senza di te”
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Mr. & Mr. Lightwood-Bane // Malec
FanficUna coppia normale, con un matrimonio normale, con problemi normali. E se fosse solo apparenza? Questa storia è liberamente tratta dal film Mr. & Mr. Smith. I personaggi nn sono frutto della mia fantasia ma di quella di Cassandra Clare.