CAPITOLO 37

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"Matt?" La mia voce era così carica di stupore che per un momento temetti di averlo potuto offendere.

"Hai bisogno?"

Era nata spontaneamente, come una domanda di circostanza, ma subito dopo ebbi la brutta sensazione che fosse successo qualcosa a Leith. Il mio volto cambiò velocemente espressione e, senza troppi preamboli spinsi Matt in camera mia.

"Cos'è successo?" Chiesi chiudendomi la porta alle spalle.

La mia voce era diventata leggermente più acuta. Matt mi guardò perplesso.

"Tua madre mi ha chiamato." Si mise a braccia conserte

"Per aiutarti nei compiti." Concluse spostando tutto il suo peso su un fianco.

Tirai un sospiro di sollievo.

"Ehi!" Mi richiamò all'attenzione Matt, posandomi una mano sulla spalla.

"Cosa credevi che fosse successo?"

Mi sedetti sul letto e incrociai le gambe.

"Credevo si trattasse di Leith, è quasi da una settimana che non ho notizie di lui." Matt scosse la testa.

"Non ne so niente. E in ogni caso, non mi immischio negli affari dei demoni."
Pronunciò le ultime parole con asprezza.

Rimasi per qualche secondo con lo sguardo perso sulle mie mani, poi mi alzai e spinsi Matt fuori dalla camera.

"Sei qua per aiutarmi a fare i compiti giusto? Andiamo in cucina allora."

Sistemammo i libri sul tavolo e ci sedemmo l'uno difronte all'altra. Il tempo di sfogliare qualche pagina che mia madre fece capolino dalla sala.

"Al, vado in stazione a prendere Beth."

"Zia Beth?! Cosa ci fa qui?"

"Credevo di avertelo detto! Si è trasferita in zona!" Continuò mia madre mentre con una mano afferrava la borsa, e con l'altra le chiavi dell'auto, che tintinnarono.

Spalancai gli occhi. Mi ero quasi dimenticata di essere mancata per poco meno di un mese.

"Si, si, me lo hai detto, ma non ricordavo che fosse oggi. Saluta tutti anche da parte mia."

"Certo, tu studia bene." Credetti di morire quando la vidi stringere l'occhiolino a Matt.

"Sei davvero brava a mentire." Disse Matt, una volta che mia madre fu abbastanza lontana da non sentire.

"A stare con uno zoppo si impara a zoppicare, non è forse vero?" Fece allusione a Leith.

"Perché ti ostini a parlarne male? Ti ha aiutato anche svariate volte!"

"Sbagliato." Disse puntandomi l'indice contro.

"Lui non ci ha mai aiutato. Ha semplicemente cercato di rimediare ad alcuni errori che lui stesso ha causato. Dovrei ringraziarlo per avermi salvato la vita dopo essere stato ferito da un Succubus che lui stesso ha ammaliato? O forse dovrei ringraziarlo per aver immischiato me e Reuel in affari che non ci riguardavano? Ma il suo più grande errore è stato fare il contratto con te. Tutto è cominciato in seguito a questo legame maledetto."

Il mio volto si fece più duro.

"No Alexa, non fraintendermi, non sto dando la colpa a te. Tu non centri niente, sei solo una vittima."

"Vittima o meno non tollero il modo con cui ti rivolgi a Leith!"

"Tu mi hai chiesto perché io mi ostini a sparlarne, ma allora lascia che io ti chieda: perché tu ti ostini a proteggerlo?"

Mi parlò in modo composto e in tono calmo, ma il suo sguardo lo tradiva. Prima che potessi rispondere continuò.

"E non dirmi che sei innamorata di lui, perché anche il suo amore ti fa male e ti ferisce." Chiusi il libro di scatto e mi alzai in piedi.

"Se sai già la risposta non ha senso domandare. Ora ti prego, esci." Indicai la porta con un deciso movimento del braccio.

"Sei sicura di amarlo davvero? Sei sicura che il tuo sia amore e non fiducia? Te lo dico per il tuo bene."

Rimasi fissa a guardarlo, con il braccio sospeso a mezz'aria.

"Nessuno ti biasimerebbe se fosse così. È l'unico di cui potevi fidarti in questa nuova situazione, ogni volta che eri in pericolo, lui c'era. Vederlo preoccuparsi per te ti rendeva sempre più dipendente da lui. Sentivi di essere speciale per lui. E così, piano piano, è riuscito a farsi largo nel tuo cuore. Ma se tutto questo fosse finto? Un artificio per renderti obbediente. Conveniente da parte sua, no? Non rischierebbe di essere ucciso dalla sua stessa preda e in futuro ne otterrebbe la forza. Non mi ferirà mai! Stai pensando. Già in passato ha sofferto per me, resistendo alla tentazione di divorarmi l'anima! Vero. Ma anche questo era premeditato. Credi davvero che sia il vero amore che lo frena? Ciò che tu non sai è che più forte e duraturo è un legame con la propria preda, più potere e forza si acquisirà una volta uccisa. I demoni sono infidi, Alexa."

Seguirono dei secondi di silenzio in cui nella mia testa continuavano ad echeggiare le parole di Matt, poi l'angelo riprese il suo discorso.

"Una volta avevo una sorella, ma si è lasciata ammaliare da uno di loro. Cercare di farla ragionare fu inutile. L'ha capito lei stessa quando il giorno del loro matrimonio lui le ha divorato l'anima. Era convinta che il loro fosse vero amore, ha perfino osato sfidare le leggi che ci governano, decidendo di sposare un demone!"

"Esci." Quella parola uscì così flebile che feci fatica anche io a sentirla.

"Ok Alexa, rispetterò la tua scelta. Ma non contare più sul mio aiuto. Ti ho avvisata."

Guardai la schiena di Matt allontanarsi finché non scomparse dietro la porta. 

The Death Of Shadows |The Otherworldly's Saga|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora