CAPITOLO 19

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"Andiamo in un posto tranquillo."

Leith mi obbligò a seguirlo in un angolo appartato del parco e, dopo esserci seduti su una panchina, prese a parlare.

"Scusa se ti faccio tornare alla mente certi ricordi, ma ho bisogno di sapere cosa ti ho fatto l'altra sera." Deglutii rumorosamente. Invidiavo il suo vuoto di memoria.

"Ti comportavi come un animale e anche il tuo corpo non era umano: avevi le corna, gli occhi rosso intenso e gli artigli insanguinati."

Rabbrividii al ricordo di quell'immagine. Quello non era il Leith che conoscevo. Ma forse, non lo avevo mai davvero conosciuto. Una morsa prese a stringermi lo stomaco, mentre Leith, colpevole, si limitò ad abbassare la testa.

"Non succederà più." La sua voce era ridotta ad un sussurro.

"Non puoi esserne così sicuro."

Silenzio.

"Il sangue che avevi addosso, di chi era?"

"Presumo del Succubus. Il mio compito era ucciderla e tu me lo hai semplificato. Vederti con quell'angelo mi ha fatto impazzire."

"È l'unica persona che mi ha aiutata, quando tu non lo hai fatto."

"Non potevo! Inizialmente riuscivo a trattenermi, ma ultimamente la situazione si è complicata..."

"In che senso?"

"Se quell'angelo realmente ti ha raccontato tutto allora saprai anche della mia tentazione di-" Lasciò la frase in sospeso.

"Uccidermi." Continuai al posto suo.

"Si, lo so." La mia voce era ferma, ma in realtà cercavo di nascondere la paura.

"Deve essere scattato qualcosa e ora, il minimo stimolo, potrebbe farmi perdere il controllo e potrei finire con... l'ucciderti." Le ultime parole furono dette così a bassa voce che a malapena le sentii.

Era esattamente come aveva detto Reuel, le cose si sarebbero complicate presto e avrebbero continuato a farlo.

"E ora che sei riuscito ad uccidere quel Succubus? Che succede?" Cercai di cambiare argomento.

"Il Gran Consiglio ne terrà conto per... il futuro."

"Intendi dire che potresti avere la possibilità di entrare nel Regno Celeste?"

Annuì.

"In più mi doneranno un nuovo paio di ali."

Mi sentii sollevata per lui sapendo quanto ci teneva a riavere le sue ali, ma il volto di Leith era serio.

"Non è facile come sembra, vero?" Chiesi sperando di sbagliami, ma Leith annuì nuovamente.

"Mi stanno proponendo un paradosso! Uccidere i demoni mi da' la possibilità di essere accolto, ma lo stesso ucciderli mi macchia e mi fa somigliare ancora di più ad un demone, allontanandomi dal Regno Celeste. In più in questo periodo di 'valutazione' dovrò fare il doppio gioco con il Sottomondo."

Non appena terminata la frase, Leith si girò verso di me, provando a prendermi le spalle, ma mi allontanai prima che potesse toccarmi.

"Ti spavento così tanto da non voler più neanche essere toccata?" Non risposi.

"Non ti biasimo, ma voglio solo che tu sappia che non succederà più. Alexa!" Ignorò il mio gesto precedente e ritentò di prendermi le spalle, questa volta però avendo successo, e mi scosse leggermente.

"Guardami!" Incrociai i suoi occhi, tempestati di ametista.

"Questi miei occhi, dannati occhi, esprimono quanto tu vali per me! E questo non cambierà mai, ne da demone, ne da angelo, ne da mezzo sangue cui sono ora!"

I nostri sguardi erano così profondamente legati che riuscii a trovare il mio riflesso nei suoi occhi.
Sentii del fuoco bruciarmi le spalle e con uno strattone mi allontanai in modo che Leith lasciasse la presa. Quella sensazione di calore non era mai stata così tanto forte. Leith provò lo stesso e si guardò le mani con aria sconcertata e abbattuta. Poi, mantenendosi a debita distanza, tornò a guardarmi e a parlare.

"Promettimi una cosa, che ti affiderai a me, e non a quell'angelo saccente."

"Ora devo andare. È tardi." Feci per alzarmi dalla panchina, ma Leith mi trattenne per il polso.

Bruciava.

Ma questa volta nessuno dei due provò ad allontanarsi.

"Fidati di me, e ti prometto che nessuno sarà in grado di sfiorarti."

"Reuel ha ragione, non avrei mai dovuto fidarmi di un demone e non commetterò più questo stesso errore."

Non potevo negare l'attrazione che c'era tra di noi, quel fuoco che ci bruciava ogni volta che ci toccavamo, ma la ragione diceva che Leith era pericoloso e che non avrei mai dovuto perdonarlo, anche se in realtà, nel profondo del mio cuore, lo avevo già fatto. Gli occhi di Leith si fecero di un blu intenso.

"Ma oramai sono finita in questa situazione e se non posso fidarmi di nessuno mi affiderò a me stessa, imparerò a difendermi." Mi liberai dalla sua presa.

"No! Non hai la minima idea dei pericoli e dei nemici che ti verranno contro! Non sarai mai capace di tenergli testa!"

Quelle parole mi ferirono. Leith se ne accorse e continuò a parlare.

"E non lo dico perchè non ho fiducia in te, ma perché loro sono dei demoni, Alexa! Mostri che non conoscono ne paura ne pietà! Ma io si Alexa! E ho paura di perderti!"

Quell'ultima frase fece crollare ogni mio buon proposito di rimanere fredda e distaccata, ma non cedetti.

"Non sono un tuo problema Leith." e con un sorriso amaroaggiunsi "Ed evidentemente non lo sono mai stato." Girai i tacchi e me ne andai.     

The Death Of Shadows |The Otherworldly's Saga|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora