CAPITOLO 29

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Camminavo per tutta la città, fermandomi a guardare delle vetrine ed entrando in qualche negozio nel tentativo di far passare del tempo. Dopo giorni che non uscivo, prendere una boccata d'aria fu stranamente liberatorio. Tuttavia non ero per niente a mio agio. Ogni persona attorno a me, dai commessi nei negozi fino agli sconosciuti che urtavo per sbaglio, le vedevo come un possibile nemico. Leith, Reuel e Matt mi avevano assicurato che mi avrebbero seguita, ma non riuscivo a vederli neanche in cielo. Erano passate circa due ore, ma ancora nessuno aveva cercato di avvicinarsi, così decisi di spostarmi in posti meno affollati e optai per un parco nelle vicinanze. Mi sedetti nell'erba appoggiando la schiena ad un albero. Misi le cuffie e, fingendo di ascoltare la musica, chiusi gli occhi. Attorno a me regnava il silenzio e il tiepido sole di fine settembre mi scaldava il viso, filtrando tra le foglie ingiallite. Non so precisamente quanto tempo passò prima che riaprissi gli occhi. Facendomi forza con il braccio provai a sollevarmi, ma una mano mi prese il polso e mi tirò. Sferrai un pugno alla cieca.

"Ahia." Leith si stava massaggiando la mascella.

"Ottimo colpo." Disse fiero.

"Scusa. Io-" Si avvicinò e mi baciò la punta del naso.

"Tutto bene. Ora torniamo a casa."

"Ma-"

"Ti spiego dopo."

"Allora? Cosa è successo?"

Io e Leith avevamo preso la macchina mentre Matt e Reuel si erano affidati alle loro ali. Eravamo da poco rientrati in casa, o quasi: Matt era rimasto fuori, sul balcone. Quando Leith gli aveva proibito di mettere piede in casa sua, non stava scherzando.

"Si sono accorti che ti stavamo seguendo." Disse Reuel.

"Dobbiamo cambiare strategia." Intervenne Matt, infilando la testa dentro casa, ma Leith lo zittì subito con lo sguardo facendolo indietreggiare.

"Da sola non va da nessuna parte, è troppo pericoloso!"

Questa volta Leith era irremovibile. Mi feci cadere di peso sul divano, appoggiandomi allo schienale.

"Siete sicuri che mi stessero seguendo?" Annuirono tutti.

"Sono furbi, e per questo non sono usciti allo scoperto. Ma sono più che sicuro che ti stessero seguendo." Parlò Leith.

"Non li avete visti?" Tre teste fecero a turno segno di no.

Improvvisamente scattai in piedi.

"Il rodolite! Il rodolite!" Leith sgranò gli occhi, mentre gli angeli parvero perplessi.

"E come credi di recuperare uno Speculator?" Gli occhi di Leith mi guardavano severi.

A quelle parole gli angeli si incupirono, capendo finalmente a cosa puntavo.

"Li possiedono solo i demoni di Classe S o sbaglio?" Chiese Reuel.

Leith annuì senza mai distogliere lo sguardo da me.

"Allora è impossibile ottenerne uno." Concluse Matt.

"No, noi conosciamo un demone di Classe S."

Il mio sguardo cercò quello degli angeli, poi si spostò su quello di Leith. I suoi occhi erano chiarissimi e la pupilla stretta.

"No! Non se ne parla!" Sul collo di Leith erano comparse le vene.

"Potrebbe essere lui l'artefice di tutto questo!"

Vidi il sui diaframma sollevarsi velocemente.

"Di cosa state parlando?" Chiese Reuel.

"Niente." Lo zittì Leith, freddo.

"Non abbiamo alternative. E l'artefice è una certa Signora. È impossibile si tratti di tuo padre."

Con la coda dell'occhio vidi gli angeli sgranare gli occhi.

"Alexa! Leith ha ragione, è una follia!" Era la prima volta che entrambi erano d'accordo.

Solo dopo notai che quella era anche la prima volta che Reuel chiamava Leith per nome.

"Alternative?" Proposi incrociando le braccia e tornando a sedere.

"Si. Lasciare che il sigillo faccia il suo dovere."

Leith fulminò Matt con lo sguardo. Stava davvero raggiungendo il limite della sua pazienza.

"Sai anche tu che il sigillo non è al cento per cento affidabile. Finché Alexa non sentirà di essere in pericolo il sigillo non reagirà e per allora potrebbe essere troppo tardi."

Fece un lungo sospiro e poi riprese.

"Poi verrei richiamato solo io."

"Quindi il rodolite è l'unica alternativa." Ripetei sempre più convinta della mia proposta.

"Non se ne parla." Leith era furente.

Aveva gli occhi di ghiaccio, ridotti a due fessure e la mascella serrata.

"Sai anche tu che io non riesco ad entrare nel Regno Intermedio. Non potrei accompagnarti. In più quella volta sei riuscita ad entrare per caso. È troppo pericoloso."

Sentii Reuel deglutire. Non gli avevo mai raccontato di essere entrata in un Regno Intermedio e l'idea non era di certo allettante.

"Non conosci altri demoni di Classe S?" Chiese quest'ultimo. Leith scosse la testa.

"Siamo di nuovo ad un punto morto." Conclusi.

"Troveremo una soluzione. Ora basta."

Leith si grattò la testa e poi fece segno a Matt e Reuel di andarsene, agitando una mano verso il balcone. Quando finalmente fummo soli Leith parlò.

"Perché ti vengono in mente solo idee suicide?"

"Perché sono le uniche plausibili."

"Ti prego Alexa-" Leith si avvicinò, ma io alzai le mani come per allontanarlo.

"Ne parliamo domani ok? Ora voglio solo riposare." Leith non disse niente e mi lasciò andare.

Quando fui finalmente sola, in camera, presi il cellulare e veloce,mandai un messaggio a Reuel, ma lo cancellai subito dopo così da non lasciaretracce. Starsene chiusi in casa a rimuginare non sarebbe servito a nulla. Larisposta non tardò ad arrivare, ora non si tornava più indietro.


The Death Of Shadows |The Otherworldly's Saga|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora