CAPITOLO 9

1K 53 7
                                    


I miei nonni, ai quali dissi che ero uscita presto per vedere l'alba, mi accolsero con una calda colazione, seguita da una doccia fredda per smorzare il calore estivo.

Dopo essermi asciugata, decisi di raccogliere i miei capelli in una coda e fu in quel momento che vidi, riflesso nello specchio, il ciondolo: una goccia di rodolite rossa pendeva da una catenina in corda nera. Era molto semplice, ma nella sua semplicità era meravigliosa.
Mi rigirai la pietra tra le dita e infine la feci scivolare sulla pelle, sotto la maglia.

"Cosa ti è preso prima?" Leith entrò in camera mia dalla finestra, come sua consuetudine.

Non riuscii a trattenere un sobbalzo per l'inaspettatezza del suo arrivo, ma tornai subito calma e fredda.

"Perché tutto questo interesse per me? Puoi anche non fingere di essere preoccupato." Le parole mi uscirono taglienti come una lama.

"Fingere? Cosa stai-" Vidi i suoi occhi, riflessi nello specchio, guardarmi accigliati.

"Sono geloso delle mie cose. Ahah! Bella frase, ci ero quasi cascata!" Gli riversai tutta la mia rabbia addosso.

"Alexa!" Mi bloccai. Era la prima volta che mi chiamava per nome.

"Non ti ho mai detto il mio nome." Dissi cercando di rimanere impassibile e distaccata.

"Quando abbiamo fatto il contratto ho visto alcuni dei tuoi ricordi, tra cui il tuo nome." Tagliò corto lui.

Sbiancai: se aveva visto dei ricordi sicuramente aveva scoperto anche la mia fobia per il fuoco. Mi sentivo rapita della mia intimità e sempre più nuda e indifesa. Per lui ero come un libro aperto, mentre lui nei miei confronti era come un manoscritto in sanscrito.

"Mi dici cosa sta succedendo?" Continuò.

"Avevi promesso che mi avresti protetta! Tu invece mi hai abbandonata in balia dei demoni!" Avevo la gola che mi bruciava tanto era forte la mia rabbia.

"Non ti ho abbandonata! Non l'ho mai fatto! Altrimenti perchè ti avrei salvata?"

Capii che si riferiva a quel demone piumato che mi aveva attaccato qualche notte fa. A sentire quelle parole la mia determinazione barcollò per un momento ma, prima che potessi intervenire, riprese a parlare.

"Ho percepito che eri in pericolo e mi sono precipitato al lago ma tu non c'eri. Ho immaginato fossi sott'acqua e ho provato a raggiungerti ma qualcosa me lo ha impedito, come una barriera." ascoltavo il suo discorso cercando di apparire impassibile, ma dal tono della sua voce non sembrava stesse mentendo.

"Me l'hai già detto." Risposi fredda,

"Lo so, ma mi devi credere Alexa. Non sto mentendo." Non risposi, ma mi limitai a guardarlo negli occhi, pieni di dolore.

"Cos'è successo nel lago?" Continuò lui, cambiando improvvisamente atteggiamento, incrociando le braccia al petto e tirando il tessuto blu scuro della t-shirt sulle spalle.

"Qualcosa mi ha trascinato verso il fondale poi sono svenuta. Mi sono svegliata in una camera sott'acqua e ho incontrato un uom-" Spalancò gli occhi e la sua postura tornò rigida e statuaria.

"Chi era quest'uomo?" Mi incalzò.

"Non mi ha detto il nome ma solo che è lui quello che mi ha salvata da un demone di rango T che stava per divorarmi."

"Impossibile. Non ci sono demoni in quel lago. Poi?" Mi sollecitò a proseguire.

Prima di continuare il discorso deglutii a fatica, fissandolo negli occhi per qualche istante.

"Ha detto che di me non ti importa nulla e che mi avrebbe protetta lui d'ora in poi."

"Bastardo!" Vidi i suoi occhi schiarire.

"Mi ha dato un ciondolo e-"

"Quale ciondolo?!"

Mi sfilai la collana e gliela porsi.

"Maledizione!" Gli fremevano i muscoli mentre grandi solchi in viso gli enfatizzavano la rabbia.

"Cos'è?"

"Uno Speculator, serve per spiare le proprie prede, solo i demoni di Classe S li possiedono ed ognuno di loro ha una pietra indicativa."

"Quindi..."

"Sei stata ingannata da mio padre." Disse sollevando amaramente un angolo della bocca, per poi tornare serio e frantumare il gioiello sotto al peso del suo piede. 

Quell'uomo misterioso sulla sessantina era il padre di Leith ed era uno dei demoni più pericolosi. Non potevo crederci.

"Allontanati da qui, poi ti raggiungerò."

"Cosa? No! Non posso lasciare tutto così, di punto in bianco! E i miei nonni? Com-"

"I tuoi nonni staranno bene, mio padre vuole te."

"Come puoi esserne così sicuro?"

"È mio padre Alexa! Lo conosco! E nulla potrà impedirgli di ottenere ciò che vuole!"

"Ma perché proprio me?"

"È colpa mia... se non ti avessi legata a me con il contratto ora-" Le sue parole erano ridotte ad un sussurro e a mala pena potei sentirlo.

"Vai via da qui, per favore."

"Tra due settimane, alla fine delle vacanze estive, tornerò in città, da mia madre. Prima di allora non mi muoverò da qui."

Lo vidi serrare la mascella, non era d'accordo, ma non poteva obbligarmi con la forza, e lo sapeva.

"Va bene." Disse riluttante.

"Ma starò al tuo fianco 24/7." Detto ciò uscì dalla finestra, lasciandomi nuovamente sola e perplessa.

Passarono pochi minuti e sentii il campanello suonare, successivamente dei passi e una porta che si apriva.

"Alexa, cara, c'è qualcuno che ti cerca!" Urlò mia nonna dall'ingresso.

Scesi le scale a passo svelto, con uno strano presentimento che si rivelò essere fondato: appoggiato con una spalla allo stipite della porta c'era Leith, che mi guardava con un ghigno soddisfatto e un sopracciglio alzato.

"Ti va di fare un giro a cavallo?" Mi chiese.

"Abbiamo solo un cavallo."

"Basterà." Concluse con un sorrisetto ammiccante.

Non stava mica flirtando con me davanti ai miei nonni?! Mi sentii avvampare e lo raggiunsi alla porta a passo sostenuto e con la testa bassa.

"È davvero questa l'unica idea che ti è venuta per starmi vicino 24/7?" Chiesi una volta che fummo abbastanza lontani dall'orecchio dei miei nonni.

"Ne hai di migliori?" Mi stuzzicò, poi fece per salire a cavallo.

"Sto io davanti." Lo fermai.

Sospirando mi cedette il passo.

"E così preferisci essere quella con la situazione in mano." Mi sussurrò all'orecchio.

Cercai di nascondere il mio rossore e ignorare il doppio senso, concentrandomi sulle redini, che strinsi saldamente. Poco dopo sentii le braccia di Leith avvolgermi da dietro e la mia mente viaggiò, riportandomi al nostro primo incontro. Una sgradevole scossa mi fece rabbrividire.

"Tutto ok?" Mi chiese Leith.

Come risposta speronai il ventre del cavallo che partì veloce al galoppo.




The Death Of Shadows |The Otherworldly's Saga|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora