Jag guardava la piazza di fronte a sé, gremita di persone in uno spazio troppo ampio per causargli qualsiasi tipo di ansia. Dondolava però le gambe penzoloni con fare nervoso: erano passati otto anni dall'ultima volta che era stato lì e proprio in quel luogo aveva lasciato Fade libera di scegliere di cosa fare della sua vita. Poi il lavoro aveva preso il sopravvento, fagocitando il passato e tutto ciò che vi era legato. Sentiva come se, in quello stesso posto, tutto avrebbe ripreso a mettersi in moto.
"Quindi..." la ragazza interruppe il silenzio "Se finiscono le batterie vai nel panico?" sghignazzò da sola.
Lui accompagnò la sua risata in maniera pacata. Si vergognava a raccontare le sue debolezze, ma trovava al contempo liberatorio parlarne con qualcuno senza remora. "Anche leggere mi aiuta a estraniarmi, come forse ricorderai. Certo non posso sfruttarlo in tutte le situazioni."
"Ti pare il modo di incasinarti la vita? Sono cresciuta da sola anche io ma non mi fa paura la gente" tagliò corto.
"Le vedi tutte quelle persone?" Il tono del ragazzo era ritornato a essere cupo come nei loro primi incontri "Stanno passeggiando normalmente, sembrano sereni, alcuni di loro addirittura felici. Ma prova a osservare ascoltando questa."
Jag le passò un auricolare che lei afferrò non troppo sicura di voler scoprire ciò che intendesse dire.
♫♫♫♫
Il ragazzo selezionò Another Brick On The Wall dei Pink Floyd, la cui melodia irruppe subito con una cadenza violenta e un inquietante giro di basso. Jane si preparò ad affrontare quella nuova visione del mondo che lui le stava offrendo.
La canzone scandiva gli scatti di un sistema in cui le persone si muovevano come automi programmati a compiere azioni. Sotto l'influsso di quelle note, il viavai sulla strada diveniva una marcia meccanica di coscienze intorpidite atte a spostarsi da un luogo indefinito all'altro.
Dopo tutto siete solo un altro mattone nel muro.
Finita la canzone Jag riassunse brevemente. "È tutto sbagliato. Prendi il mio laboratorio: possediamo cure per molte malattie, ma non possiamo divulgarle perché sono state sviluppate su delle cavie umane e questo è proibito dal sistema. Io e te, ad esempio, abbiamo portato a risultati che farebbero fare alla medicina un balzo avanti di anni, ma se si venisse a sapere ci arresterebbero tutti, invece di approfittare dei benefici per cui ci siamo sacrificati. Siamo invischiati in un paradosso dove la gente scrive storie assurde di società sull'orlo del collasso, ma la verità è che il peggiore dei mondi distopici è questo in cui viviamo, e io non voglio farne parte."
A volte cercare di ribattere una constatazione è una cosa superflua. Qualsiasi tesi si cerchi di argomentare diventa inutile, sterile, le parole cadono nel nulla, perdono il loro significato, allora è meglio tacere.
Era quello che pensava Jane in quel momento, mentre osservava il ragazzo seduto al suo fianco che ritmicamente dondolava le gambe con lo sguardo fisso in un punto imprecisato davanti a sé.
Non riusciva ancora a comprendere cosa le stava succedendo, i pensieri si amalgamavano alla visione di una realtà fino a quel momento celata, quella rivelazione sottile e inquietante si mescolava alla canzone che ancora le risuonava in testa, con i suoi giri di basso e la batteria che colpivano con precisione martellante. Era davvero così catastrofica la situazione in cui vivevano, o era solo un'esagerazione pessimistica?
(Un video cha ha rovinato la mia infanzia, tiè!)
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Le Ceneri della Fenice 3 - Broken Strings - Completo
General Fiction| Slice of life | Drama | Ilustrato | New adult | Terzo libro della serie "Le Ceneri della Fenice". Broken Strings. Fili recisi dalla distanza. Resti di lacci che una volta legavano stretti. Corde rotte di uno strumento che ha smesso di suonare da...