Una volta nell'abitacolo, fra loro piombò un silenzio glaciale. Jag continuava a scrivere messaggi con un'espressione contrita che mai aveva lasciato trapelare prima. Jane non sapeva come disincagliare quella situazione. Non le importava davvero cosa fosse successo, avrebbe voluto dirglielo per rassicuralo, ma mettere il dito nella piaga non le sembrava la soluzione migliore. Si sistemò sul sedile a guardare il traffico che scorreva fuori, sperando in un suo primo passo.
"Domani ci vediamo con Nef" disse lui appena la luce dello schermo si affievolì.
"Che cazz...?" Jane si voltò incredula: come, dove e quando quei due avevano continuato a tenersi in contatto, non riusciva a spiegarselo.
"Vuole mettere su una nuova band e mi ha chiesto di finanziarlo, così domani andiamo a sentire cosa ha da propormi."
"Ma io che c'entro? No, aspetta, scusa! Allora è di questo che avete parlato l'altra notte? E io che pensavo che volesse solo aiutarmi, quel bastardo maledetto!"
Jag accennò un mezzo sorriso nel constatare la sua ingenuità. "Sì, è proprio un bastardo col fiuto per gli affari, a quanto pare" ridacchiò.
Jane era estremamente contrariata, ma quella reazione la consolò del fatto che la tensione fra loro stava scemando.
"E va bene. Di preciso dove andremo? Non a casa sua, spero: credo che Rebecca abbia ancora voglia di farmi la pelle."
"Rebecca non sarà presente, almeno fino a che non si firmerà l'accordo. Nef ha paura che io le salti addosso" ghignò mostrando uno sguardo fin troppo eloquente.
"Cioè, ti piace Rebecca?"
"Un pensierino ce lo farei" contemplò quasi fra sé.
La ragazza sentì il sangue andarle in ebollizione: "Ma che cazzo, tutti perdono la testa per lei?" pensò, per poi rendersi conto che si stava scaldando per una questione del tutto insensata. Magari se Rebecca ci fosse stata, i suoi problemi si sarebbero risolti, anche se non credeva che Nef avrebbe approvato. Al di là di ciò, non voleva, non con lei: piuttosto che farlo andare con quella, se lo sarebbe scopato lei. Si impose di fermare quel fiume di pensieri quando sentì il volto avvampare. Sperava che Jag non si fosse accorto della sua reazione e si voltò verso il finestrino, continuando a parlargli.
"Va bene, magari visto che siete diventati amiconi, posso chiedere al genio col fiuto per gli affari di darmi una mano a farti conoscere qualcuna. Ti ricordo che io ho ancora una missione da compiere, senza che vi ci mettiate a farmi perdere tempo!"
"Domani mattina alle nove, allora, gli mando conferma" rispose senza dar peso alla sua provocazione. "Credo sia meglio andare a casa per stasera, siamo entrambi stanchi" concluse con un filo di rammarico nella voce.
"Già" gli fece eco, continuando a fissare fuori. Sentiva gli occhi appesantiti chiudersi contro la sua volontà e il capo cederle sotto il peso della gravità: quella giornata l'aveva spossata. Appoggiò la testa fra lo spigolo formato dal sedile e la portiera per riposare quel poco di tempo necessario alla macchina per raggiungere la sua abitazione.
"Puoi stenderti se vuoi." La voce di Jag la raggiunse quasi come un suono onirico, alzò il capo dirigendo lo sguardo verso di lui. Era seduto sul sedile opposto, intento a leggere qualcosa al cellulare; lo spazio che li separava era giusto sufficiente per permetterle di riposare un po' più comodamente, ma significava doverlo accorciare, rimuovere quella barriera invisibile che fino a quel momento le permetteva di tenerlo implicitamente a distanza. Era troppo stanca per tenere alzata la guardia e si lasciò crollare lungo il sedile; la testa le capitò proprio sulla coscia di Jag che utilizzò come un cuscino improvvisato, mentre si rannicchiava su se stessa portando le mani al petto.
Il ragazzo distolse lo sguardo dallo schermo, incredulo per quella mossa improvvisa, stava per ribattere ma osservò il viso di lei sprofondato nel bavero del suo cappotto, che altro non chiedeva di poter riposare.
Passarono pochi minuti e il respiro della ragazza si fece lento e profondo, Jag ne sentiva il muoversi cadenzato a contatto con la gamba e ripensò a quando, anni addietro, quello stesso respiro era collegato ad una maschera respiratoria, in un laboratorio asettico, mentre lui, con l'eccitazione di un undicenne che riceve un nuovo giocattolo, sfidava le leggi della natura per riportarla in vita da una diagnosi di morte clinica. In quel periodo, tutto quello che faceva era mosso unicamente da un primordiale entusiasmo. Non gli importava se sotto ai suoi ferri c'era una persona, con dei sentimenti, con la propria storia: per lui ogni intervento era solo una sfida, il superare se stesso e dimostrare quanto il suo intelletto fosse superiore a quello degli altri. Invece, in quel momento, capì quanto quel movimento fosse una sorta di miracolo. Quella ragazza era viva e il suo respirare lento era la cosa più bella che avesse mai potuto immaginare di sentire. Avrebbe voluto posarle una mano sui capelli, sfiorarla, approfondire quel contatto che gli era stato concesso, ma esitò.
♫♫♫♫
Scrisse un messaggio al suo autista chiedendogli di continuare a guidare fino a quando non gli avesse chiesto di rientrare, poi si mise a osservare fuori dal vetro la città che scorreva in simbiosi con quel quieto ritmo.
L'auto passò davanti casa di Jane e continuò la sua marcia verso l'uscita della metropoli. Jag prese con attenzione le cuffie dal suo giacchetto e cominciò a scorrere la playlist alla ricerca di una colonna sonora da abbinare a quella sensazione. Ascoltò diverse canzoni, ma la più calzante fu per lui Creep dei Radiohead; appoggiò la testa al finestrino mentre le parole del cantante si legavano indissolubilmente al ricordo di quella notte.
Whatever makes you happy
Qualunque cosa ti faccia felice,
Whatever you want
Qualunque cosa tu voglia,
You're so fuckin' special
Sei maledettamente speciale.
I wish I was special
Vorrei essere speciale anch'io
But I'm a creep, I'm a weirdo,
Ma sono un miserabile, sono uno strambo
What the hell am I doing here?
Cosa diavolo ci faccio io qui?
I don't belong here.
Io non appartengo a questo posto
I don't belong here.
Io non appartengo a questo posto
---
Angolo autrice
Creep è una delle canzoni a cui tengo di più per musica e testo. Spero vi piaccia.
Altre canzoni ascoltate da Jag quella notte:
Lovefools - The Cardigans
Complicated - Avril Lavigne
STAI LEGGENDO
Le Ceneri della Fenice 3 - Broken Strings - Completo
General Fiction| Slice of life | Drama | Ilustrato | New adult | Terzo libro della serie "Le Ceneri della Fenice". Broken Strings. Fili recisi dalla distanza. Resti di lacci che una volta legavano stretti. Corde rotte di uno strumento che ha smesso di suonare da...