Angolo autrice
ATTENZIONE: Questo capitolo è VM18 per degrado. Certo, non che finora gli altri capitoli abbiano brillato di integrità morale, ma ve l'ho detto che questa storia sta andando a rotoli. LOL
---Jane si svegliò nella stanza d'albergo da sola.
Stette per un po' immobile, con lo sguardo fisso su una piega del lenzuolo di fronte a sé, cercando di ricostruire con un minimo di senso logico ciò che era successo. Aveva ancora i vestiti addosso. E il cappotto, e le scarpe. E Jag non c'era. Al suo posto aveva lasciato una coperta a darle il conforto di cui aveva bisogno.
Spostò l'attenzione sulle sue mani. Pieghe, dita, articolazioni che il giorno prima si erano intrecciate alle sue. Si fece più piccola pensando a come l'aveva stretta.
Avrebbe voluto rimanere sotto quella coperta per sempre, nella penombra e nella stasi, dove aleggiava un rumore costante di una frequenza così bassa da sembrare silenzio; lo sentiva nella mente, troppo spossata per elaborare qualsiasi altra elucubrazione.
Passò del tempo. Un'ora, due, non lo seppe stabilire, pensò che avrebbe voluto togliersi le scarpe: i suoi piedi le stavano implorando pietà ma non riusciva a muoversi, o forse non voleva, non cambiava molto. Dov'era Jag? Aveva detto che se non fosse tornata, sarebbe partito. Ma lei era lì, in quel momento.
Si alzò a fatica, facendo capolino da sotto la coperta. Guardò con occhi socchiusi la stanza rischiarata dalla poca luce che filtrava fra le imposte semichiuse; c'erano solo lei e quel rumore di silenzio, di Jag non c'era traccia ma la sua valigia stazionava vicino al letto: non se n'era andato.
Valutò di chiamarlo, di spezzare quel sottovuoto con la voce, ma persino quella misera sillaba le sembrò troppo difficile da emettere. 'Jag.'
Forse le aveva lasciato un messaggio. Si alzò trascinando dietro la coperta che indossò come una lunga cappa. Niente sul tavolo né sul comò, niente sul letto. Prese il telefono ma era scarico, si era spento la notte precedente per mancanza di batteria.
Cercare il caricabatteria: Jane tentava di incolonnare le azioni una dietro l'altra, ma persino quei banali gesti quotidiani le sembravano ardui da compiere. Trovò il cavo e mise sotto carica il telefono che però non si accendeva, la batteria era troppo esausta. Sospirò esasperata, almeno aveva portato a termine un obiettivo. Il seguente era quello di andare in bagno e finalmente trovò una motivazione plausibile per togliersi il cappotto.
Riuscì ad avanzare a uno step successivo, cioè elaborare che erano ventiquattro ore che indossava gli stessi abiti e che puzzava da far schifo: aveva bisogno di una doccia. Le sinapsi avevano cominciato a ingranare.
Si spogliò spargendo i vestiti ovunque e si addentrò sotto il getto di acqua calda, approfittando dei detergenti messi a disposizione dall'albergo. Mentre si insaponava ripensò all'ipotesi di morire per affogamento in doccia, ma non la trovò divertente come la prima volta.
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Le Ceneri della Fenice 3 - Broken Strings - Completo
Fiksi Umum| Slice of life | Drama | Ilustrato | New adult | Terzo libro della serie "Le Ceneri della Fenice". Broken Strings. Fili recisi dalla distanza. Resti di lacci che una volta legavano stretti. Corde rotte di uno strumento che ha smesso di suonare da...