prologo

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Thomas

Lui era lì.
Davanti a lui. Quel suo ciuffo di capelli biondi ramati che gli ricadeva sulla faccia e gli oscurava la metà sinistra del viso. Gli occhi marroni fissi su di lui. La mascella contratta e tesa, come i tendini delle braccia, lo rendeva ancora più bello. Eppure lui restava come una visione fugace, inarrestabile, impugnabile.
Era davvero li?
Thomas non ne era sicuro. Anzi, proprio per niente. Allucinazioni, probabilmente. Ma non riusciva a smettere di guardarlo.
"Newt..."
Sussurra quel nome al vento. È un sussurro rotto dalle troppe emozioni.
"Newt, ti prego rispondimi.."
Fa un passo verso di lui. Tende una mano. Ma il ragazzo davanti a lui è fermo, e Thomas sa che non si muoverà da lì. Con il dorso della mano si asciuga gli occhi. Sta piangendo.
"Mi manchi così tanto..."
Un altro passo avanti, ma i due ragazzi si trovano sempre alla stessa distanza. La stessa agonia. Lo stesso dolore.
"Mi dispiace per tutto. Newt, ti prego, torna da me."
Quelle parole sono cariche di desiderio, pena, sofferenza.
Ed ogni notte, ogni fottuta notte, la sua mente lo rimanda indietro, a quel giorno. Il giorno dove tutto era iniziato.
E tutto quello che voleva Thomas, era non ricordare. Invece, come ogni caspio di notte, la sua mente lo riportava li.
Thomas strinse gli occhi, prima di cadere in un sonno profondo, trascinato dai ricordi, le lacrime che gli rigavano il viso.
"Ti amo, Newt."

Newt

Molte persone hanno paura della morte. Ma sinceramente, io, non ne avevo. Ho sempre saputo che ci fosse qualcosa di sbagliato in me, lo sentivo. E ho cercato di vivere la mia vita al meglio. E sapete qual è la cosa che mi fa più male? Non esserci riuscito al cento per cento. E si, sto male. Sto male perché desideravo morire così tanto per far passare tutto il dolore, ed invece mi ritrovo qui, dall'altra parte, a provarne più di prima. Non fisicamente, no. Morire non ha fatto poi così male. Sono i ricordi che lentamente mi fanno morire per una seconda volta. È vedere Thomas piangere, chiamarmi e non poter fare niente per andare da lui a consolarlo che mi uccide di nuovo. Perché si, io lo vedo. E lo proteggo, lo proteggerò per sempre da quassù. Forse è proprio questa la cosa che mi fa andare avanti. Giorno per giorno, di agonia in agonia. Ma i ricordi, quelli sono i peggiori. Sapere di non aver mai potuto dirgli davvero quanto lo amavo. Oh, si, perché io ti amavo così tanto Thomas. E sono sicuro che anche tu ricambiavi. Ma non ce lo siamo mai detti, non abbiamo mai trovato la forza di farlo. E penso che questo ci accomunerà per sempre, come il nostro amore. Io ti aspetto, sono qui. Ti aspetto e non vado da nessuna parte. Perché ti amo. Io ti amo. E lo urlo ogni secondo di ogni fottuto giorno, sperando in qualche miracolo che tu possa sentirmi. Capita pure a te di vedermi in sogno? Perché a me si, ti vedo in ogni sogno che faccio; sono lì per raggiungerti, ma non ci riesco mai davvero. Ma io ti aspetto. Caspio, se ti aspetto.
Tutto quello che devo fare è sopravvivere ai ricordi, ma in fondo non voglio dimenticare. Perché almeno nei ricordi, tu ci sei. E li, siamo insieme. E lo saremo per sempre.

Newt pensava a tutto questo, prima di chiudere gli occhi e di addormentarsi tra le lacrime, il cuore spezzato, la mente che tornava nel momento in cui tutto era iniziato.

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