Giorno 4: Thomas

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Quella fu la prima notte di Thomas senza sogni. Niente di niente: nè Teresa, nè Newt, nè Chuck. Solamente le tenebre del sonno profondo.
Thomas si stropicciò gli occhi, finalmente riposato dopo tanto tempo, notando poi una chioma scura appena sotto al suo mento, per poi sentire un respiro regolare. Si ricordò della sera prima, quando aveva accettato che Brenda dormisse con lui: mai avrebbe pensato di dormire così serenamente con lei al suo fianco. La ragazza socchiuse gli occhi, per poi posare il suo sguardo sul viso del ragazzo moro. Sorrise appena, posando il mento sul petto di Thomas.
"Buongiorno"
Sussurrò Brenda. Il moro sorrise, sollevando l'angolo sinistro della bocca.
"Giorno."
La ragazza scostò una mano dalle lenzuola e la portò dietro al collo di Thomas, iniziando a giocherellare con i suoi capelli.
"Stanotte non hai urlato."
Il ragazzo si irrigidì appena a questa affermazione. Dunque era vero: quella notte non aveva sognato nulla. Non gli era mai capitato prima. Questo voleva forse dire... che stava guarendo? Stava finalmente uscendo da quel circolo vizioso, che gli aveva portato solamente dolore e rovina? Forse... forse la chiave di tutto era solamente Brenda. Forse, finalmente, con lei e Minho al suo fianco avrebbe potuto iniziare una nuova vita. Chissà... essere nuovamente felice. Un giorno, magari. Eppure c'erano quel nome, quel viso e quella voce che continuavano imperterriti a sostare nella mente del ragazzo moro... Thomas scostò i pensieri riguardanti Newt e sorrise alla ragazza sdraiata affianco a lui.
"È vero. Non ho sognato nulla."
Brenda si sporse verso il suo viso e lo baciò delicatamente sulle labbra, ma lui non riuscì a ricambiare. Poi la ragazza si alzò, iniziando a vestirsi.
"Vince e gli altri ti aspettano nella Tenda delle Riunioni tra venti minuti. Giusto il tempo di prepararti e mangiare qualcosa. Ti aspetto alla mensa."
Ed infilatosi l'anfibio sinistro, Brenda uscì dalla tenda di Thomas. Il ragazzo sospirò e si buttò all'indietro, nascondendo la faccia dentro al cuscino.
Cinque minuti dopo, Thomas e Brenda stavano facendo colazione assieme a Minho ed allo sguardo curioso di Frypan. Il ragazzo moro aveva più appetito del solito, e mangiò come non faceva da... da troppo tempo. Stava recuperando le energie in fretta e Minho lo guardava soddisfatto dalla sua tazza di cereali.
"Hey testa puzzona, vacci piano con tutto quel cibo o potresti stare veramente male"
Thomas inghiottì l'ennesima cucchiaiata della sua macedonia senza prendere neanche fiato.
"Va bene così Minho, davvero. Dopo tutto quello che abbiamo passato, se mai dovessi stare male per un po' di cibo, non mi rovinerei di certo."
Il ragazzo asiatico soffocò una risatina nei suoi cereali, per poi finirli.
"Bene, credo proprio che Vince ci stia aspettando."
Esordì Minho. Thomas finì l'ultimo cucchiaio della sua macedonia e bevve un sorso d'acqua prima di alzarsi. Si stava girando a salutare Brenda, quando quest'ultima lo attirò a se per un braccio e lo baciò sull'angolo della bocca, prima di sorridere ed avviarsi alla propria tenda. Minho fischiò lentamente e batté una mano sulla spalla dell'amico.
"Woah Thomas, questa mi è nuova davvero."
Il moro lo zittì con un pugno sul braccio, passandosi una mano sulla faccia.
"Finita questa faccenda con Vince, devo proprio parlarti Minho."
"Oh, ho visto testa di sploff."

La Tenda delle Riunioni era più grande ed ordinata di quello che si ricordasse Thomas. Era davvero come se per l'ultimo mese il ragazzo avesse vissuto in una bolla di vetro, ed adesso che la bolla si era finalmente rotta egli potesse vedere com'era fatto davvero il mondo circostante. Quella Tenda gli ricordava abbastanza la Stanza delle Mappe nella Radura, e sentì un formicolio sotto la pelle: era il brivido della consapevolezza di star tornando, piano, a riacquistare la sua lucidità mentale. Magari non come prima, ma in buona parte. Al centro della Tenda era posto un tavolo di legno enorme, sovrastato da pergamene di progetti, modellini e libri su libri. Dalla parte opposta rispetto al lato di Thomas si trovava Vince, pronto a parlare ed aggiornarlo su tutto quello che stava succedendo. Oltre a Minho, erano presenti anche Aris, Gally, Sonya ed altri ragazzi di cui Thomas sapeva poco o niente, come Josh, Greg e Michael.
"Buongiorno a tutti ragazzi"
Incominciò Vince,
"Innanzitutto vorrei ringraziarvi per partecipare a questa riunione preparata all'ultimo secondo, ma ne vale la pena. Come pochi di voi sanno, finalmente il nostro Thomas si sta riprendendo, ed è qui con noi. Come, invece, molti sanno, la riparazione della nave è stata completata ed è giunto quindi il momento di utilizzarla per andare a pescare nei primi tempi, ma soprattutto per poterci muovere ed esplorare altri parti del mondo. Stabilizzarci finalmente in un posto che non ci ricordi tutte le sofferenze e le perdite subite, ma che ci permetta seriamente di poter ricominciare da capo. Un nuovo inizio, ecco quello di cui tutti noi abbiamo bisogno. Durante la ricostruzione della nave abbiamo trovato tantissimi scritti, che vi ho posizionato su questo tavolo: molti di loro sono delle mappe, che rappresentano tutto il mondo e che quindi ci offrono una visione globale, mentre altri sono libri specifici sulla ricostruzione di mezzi adatti al trasporto. Nella nave abbiamo poi trovato una miriade di altri oggetti, come bussole o binocoli, ma su questi potrete soffermarvi dopo. Adesso, la cosa che davvero mi interessa è spiegarvi la nostra organizzazione: com'era già previsto, io, Aris, Gally, Josh, Greg e Michael salperemo in questo tardo pomeriggio per iniziare ad orientarci, pescare ed iniziare ad esplorare i confini più vicini. Torneremo tra quattro giorni circa e ci daremo il cambio; i prossimi saranno Jamie, Tati, Kaya, Ann, Devon e Seth. Cerchiamo di mantenerci in gruppi da sei o giù di lì perché se no la situazione diventerebbe complicata. Altra cosa di vitale importanza, ognuno di noi durante il turno di esplorazione dovrà segnare il percorso fatto sopra ad una cartina, contrassegnando qualsiasi cosa. Un po' come i Velocisti mappavano il Labirinto. Questo è davvero importante, ci siamo tutti intesi? Bene, caspio. Spero di aver messo tutte le cose in chiaro. Per domande o chiarimenti di qualsiasi tipo, sono a vostra disposizione fino a pranzo. Dopo dovrò iniziare a prepararmi. Ora potete pure tornare alle vostre mansioni giornaliere."
L'uomo terminò il suo discorso con un battito secco di mani. Gli occhi di Thomas erano spenti: Vince non lo aveva tenuto minimamente in considerazione. Proprio adesso, che era così determinato a non restare con le mani in mano, il suo cervello fremeva dalla voglia di riprendere a ragionare come il suo corpo voleva rendersi utile in qualsiasi modo. Minho si stava giusto girando verso di lui per intraprendere una conversazione, magari con un qualche suo solito commento sarcastico, ma il ragazzo moro gli diede due pacche veloci sulle spalle con lo sguardo fisso in direzione di Vince, e corse da lui. Il ragazzo asiatico alzò gli occhi al cielo scuotendo la testa divertito, mormorando tra sè: "si, caspio, ti aspetto qui eh."
"Vince! Hey!"
Lo chiamò Thomas, alzando la voce poiché quest'ultimo si stava allontanando. L'uomo si girò al richiamo di Thomas, che lo raggiunse.
"Volevo ringraziarti. Sai, per l'assemblea."
Vince accennò un sorriso.
"Roba da niente, figurati. L'importante è che tu stia tornando da noi."
Gli posò una mano sulla spalla, battendola piano per un paio di volte, prima di girarsi e cominciare a camminare verso la propria tenda. Thomas però non aveva finito e gli sbarrò la strada.
"Non era solo quello. Voglio rendermi utile in questi giorni, mentre tu, voi, siete via. Sarà anche ironico, ma ora che non c'è più il Labirinto e non sono più un Velocista, ne sento quasi, quasi, nostalgia. Almeno li avevo un ruolo preciso, sapevo cosa fare. In tutti questi mesi, nonostante fossero tremendi, avevamo degli obiettivi. Adesso non so neanche quale sia il mio posto. Non capisco perché tu non mi abbia messo come possibile candidato per la nave. Non posso restare così senza fare nient..."
Vince rise, ma tornò serio quasi immediatamente.
"Okay, vuoi renderti utile? Non pensavo di dovertelo dire così presto, ma mi sembra che la tua situazione sia migliorata. Attenzione, perché quello che sto per dirti è di vitale importanza e nessuno tranne Minho ne era a conoscenza, ed è per questo che non ho messo nè te nè lui in programma per la nave. Con Minho e... Sonya, direi, o anche Harriet, o qualsiasi persona di cui tu sei sicuro ci si possa fidare: bisogna che andiate con le nostre Jeep ad esplorare i confini. Non sarà semplice, vi avviso. Lì fuori è ancora pieno di Spaccati. Ma se vogliamo rendere Porto Sicuro davvero sicuro, ci servono delle difese. Barriere, immagino, eppure non saprei con cosa fabbricarle, il legno non sarà abbastanza per sempre come quelle di cui disponiamo adesso. E come se non bastasse, penso che dovrete anche tornare, sai... nella base operativa di Wicked. Non volevo dirtelo principalmente per questo. Ma ci serve. Non sappiamo com'è la situazione al di fuori di Porto Sicuro e questo è davvero grave, poiché ci mette in una posizione di svantaggio. Dobbiamo sapere se ci sono dei superstiti, anche feriti. Cittadini, scienziati. Quest'ultimi inoltre potrebbero essere davvero essenziali per Porto Sicuro, sebbene faccia male ammetterlo. Potremmo salvarne alcuni con la cura che Teresa ti ha dato prima di... di tutto, solamente se lo meriteranno. Ma come hai detto te, non possiamo restare con le mani in mano. E questa operazione è un passo importante che dobbiamo compiere. Ho deciso di affidare il comando a te e a Minho, perché di voi mi fido ciecamente. Mentre sarò via, Frypan si occuperà di questo posto. È tutto così surreale anche per me..."
Thomas non aveva fiatato. Nè un cenno, od una parola. Aveva ascoltato tutto dall'inizio alla fine con la massima attenzione. In quel momento, miriadi di emozioni stavano passando nella mente e nel corpo del ragazzo moro. Erano talmente tante che non riusciva a decifrarle. Solo di una cosa era certo: non vedeva l'ora di rimettersi in piedi, tornare in azione.
"Grazie Vince. Grazie davvero, caspio. Non ti deluderemo."
L'uomo gli strizzò un occhio.
"Fate attenzione."
Furono le sue ultime parole, prima di dirigersi verso la propria tenda.
Thomas tornò all'uscita della Tenda delle Riunioni, dove aveva lasciato Minho, sperando di trovarlo ancora lì. Ed infatti il suo migliore amico c'era, e stava parlando animatamente con un ragazzo che dimostrava la loro stessa età, dalla carnagione mulatta e dai lunghi capelli neri. Thomas non ricordava nemmeno di averlo mai visto. Avvicinatosi abbastanza, Minho gli sorrise e fece le presentazioni.
"Bene, lui è Thomas. Thomas, lui è Isidore."
Thomas porse la mano al ragazzo mulatto, il quale accennò un'increspatura sull'angolo della bocca, fissandolo svogliatamente con due occhi blu cobalto.
"Quindi tu sei il famoso Thomas."
Il moro storse il naso ma annuì.
"Si. A quanto pare mi conoscevi già."
"Solo il tuo nome sinceramente, che passa ogni giorno di bocca in bocca. Ma vedendoti adesso, non sembri così speciale. Anzi, sembri più spaesato di un Pivellino."
Thomas restò di sasso, incredulo. Ma chi si credeva di essere?
"Tranquillo, anche tu non sembri speciale, considerato che non sapevo nemmeno della tua esistenza fino a due caspio di secondi fa."
Lo sguardo deridente e svogliato di Isidore non mollò quello incollerito di Thomas.
"Beh, da quello che mi pare di aver compreso ultimamente ti stanno sfuggendo molte cose, non è così?"
Il ragazzo moro assottigliò gli occhi, ma prima che potesse anche solo aprir bocca Minho si frappose tra i due.
"Wow ragazzi, rilassate gli animi. Meglio andare, mh?"
Disse, rivolgendo uno sguardo eloquente a Thomas, il quale sbuffò ed arretrò di un passo. Isidore non cercò di nascondere un sorriso sprezzante sul volto.
"Ci vediamo stasera, Isidore."
Salutò Minho, trascinando via Thomas. In risposta, il ragazzo mulatto alzò una mano svogliatamente e si girò, infilando le mani in tasca ed iniziando a camminare.
Raggiunta la tenda di Minho, Thomas si girò infuriato.
"Si può sapere da dove stracaspio salta fuori uno così?!"
Minho cercò di calmarlo.
"Tranquillo, fa così con tutti. È uno a cui piace provocare. Ha una storia complicata e difficile, non penso che molti oltre a me la conoscano, se non sono addirittura l'unico. Qui non conosce nessuno oltre a me. Gli piace starsene per i fattacci suoi. Quindi per ora non fargliene una colpa, ti spiegherò poi."
Thomas chiuse gli occhi prendendo un respiro profondo, cercando di calmarsi e di fare ordine nella sua mente.
"Ho parlato con Vince. Mi ha detto dell'operazione che vuole compiamo, di cui eravate a conoscenza solo voi due."
Minho trasalii.
"Merda, gli avevo detto di non dirtelo ancora."
Esasperato, Thomas allargò le braccia.
"Minho, è ora che tu ti dia una bella svegliata. Non sono una dannata principessa e soprattutto non resterò seduto a fare un caspio per il resto dei miei giorni. Ho bisogno di andare lì fuori, lo capisci o no? Comprendo che tu sia preoccupato per me, ma ora basta. Sto meglio e sono in grado di prendere le mie decisioni. Adesso però dobbiamo intraprendere una nuova sfida, e sai che io senza di te non ce la faccio. Ora, decidiamo chi reclutare per questa missione e soprattutto decidiamo come muoverci. Sei con me?"
Minho sorrise.
"Sempre."

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