13 - Dove usiamo un jolly
Trascorremmo un tempo a mio avviso infinito nel tentativo di uscire fuori dall'Oltretomba, attraversando cunicoli bui, incontrando fiumi da cui restammo saggiamente alla larga, superando ad occhio e croce almeno una ventina di grotte stile presepe macabro, eccetera eccetera.
Non incontrammo gente strana, nessun'altra ninfa sola e abbandonata a se stessa sul genere di Menta, né fantasmi inquietanti o traghettatori di anime, ma non riuscivo a rilassarmi. Il tempo negli Inferi scorreva in maniera diversa, e per quello che ne sapevamo, al mondo potevano restare anche solo pochi minuti di vita. E poi il pensiero che Abaste fosse lì, da qualche parte, mi faceva venire la pelle d'oca. E mi faceva anche venir voglia di farla finita subito. Se dovevo morire combattendo contro di lui, tanto valeva battersi adesso. Ma c'era la profezia.
E la profezia diceva che mi sarei dovuta battere con il flagello di Ade nella notte di eclissi di Luna, con il "freddo d'inverno" e bla bla bla. Perciò sarei dovuta tornare a New York per fallire e condannare Olimpo e umanità con un colpo solo. Che bella prospettiva, non vedevo l'ora.
Nico camminava in modo frenetico qualche passo avanti rispetto me e Percy. Sembrava un cane da tartufo, provava a fiutare qualcosa nell'aria. Personalmente avevo dei seri dubbi sul fatto che le uscite del regno dei morti avessero un odore, ma dato che non avevamo un altro piano, lo lasciammo fare.
Aveva un'espressione assente negli occhi, e ad un tratto successe una cosa straordinaria. Nico aprì il palmo della mano destra verso il terreno sotto i nostri piedi, e il terreno sputò fuori una spada nera come la pece.
Mi ritrovai a balbettare per lo stupore. ― Quello è...
― Ferro nero dello Stige ― disse Nico. ― Un dono di mio padre ― E a questo Percy storse appena il naso. Ade al momento non era nella top ten degli zii preferiti, anche se mi aveva restituito la memoria.
― Fa cose tremende? ― Ero decisamente poco informata sull'argomento... a volte capita che io non sappia qualcosa.
― Non è come le vostre armi di bronzo celeste ― spiegò Nico. ― Con questa si può uccidere chiunque, mostri ma anche mortali. E ci puoi resuscitare i morti, nel caso non fossi un figlio di Ade. Se sei un figlio di Ade non ti serve la spada. Puoi chiamare al rapporto scheletri con uno schiocco di dita
Parlava con una tristezza nella voce che ti faceva venir voglia di abbracciarlo. Detto così come lo diceva lui, essere un figlio di Ade sembrava una cosa pazzesca, ma io e Percy sapevamo la verità. I poteri di Nico lo prosciugavano. Ogni suo sforzo aveva un prezzo. Mentre Percy avrebbe potuto tenere letteralmente in pugno le acque di tutti gli oceani del mondo e al massimo avere un po' di sudore sulla fronte per la concentrazione, Nico doveva stare molto più attento. Essere un figlio del dio della morte non rendeva immuni alla morte stessa. E una spada di ferro nero dello Stige non rendeva immortali. Ma era un gps fantastico.
Il filo della lama dell'arma si illuminava di un azzurro splendente quando ci si avvicinava ai confini del regno di Ade.
― Sbucheremo fuori da dove siamo entrati? ― chiese Percy ― Seattle?
Speravo vivamente di no, perché non avevo intenzione di rincontrare il quadro parlante di Jimi Hendrix.
― Ne dubito ― rispose Nico, gli occhi incollati alla lama della spada che brillava azzurra. ― Qui sotto non solo il tempo viaggia su coordinate diverse rispetto a quelle del mondo mortale, ma anche lo spazio ha un altro significato
Percy non sembrava molto convinto. ― Perciò potremmo ritrovarci tipo... uhm... nel Texas?
Nico inorridì. ― No! Non c'è un ingresso degli Inferi nel Texas!
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Annabeth Chase e il flagello di Ade
Fanfiction[PJO FanFic! COMPLETO! prophecy by @LaBaudelaire] Annabeth è una mezzosangue, una semidea, figlia di Atena e di uno scienziato mortale. Dopo aver sconfitto Crono, il re dei Titani, spera di aver chiuso con divinità impazzite e semidei esaltati. Ma l...