1 - Dove facciamo esplodere il cinema

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1 - Dove facciamo esplodere il cinema

Sentite, non è facile essere una figlia di Atena. Innanzitutto, non è facile essere partoriti da una testa, e se pensate il contrario… beh, provate ad immaginare il cervello - grigio, melmoso, contorto come budella - e poi adibitelo a culla per neonati. Esattamente, impresa ardua. 

E poi non è facile sopravvivere ai mostri quando l’unica arma a disposizione è l’ingegno. D’accordo, forse Ulisse fa sembrare la cosa decisamente utile, ma fidatevi, non lo è. A volte preferirei avere un’arma vera e propria, al posto del cervello. Non dite a mia madre che l’ho detto. E non ditele nemmeno che credo che essere una figlia di Atena comporti l’ovvia conseguenza di una morte prematura. Potrebbe anticiparla ulteriormente.

Dal momento che veniamo messi alla prova ancora prima di nascere, noi ΑΘΕ siamo più svegli degli altri semidei. Provate ad immaginare un figlio di Afrodite avere la meglio su una gestazione senza cordone ombelicale. Già, nella migliore delle ipotesi userebbe le pinzette per le sopracciglia per punzecchiare il Talamo. Sempre che sappia individuarlo, il Talamo. E sempre che riesca ad elaborare un uso insolito per le pinzette. D’altra parte, non tutti si chiamano Annabeth Chase. Non tutti sono figli di Atena.

Vorrei potervi dire che il mondo va alla grande, il buco dell’ozono non va preso sul serio, per i ghiacci si può sempre fare una chiacchierata con Chione - sempre che frequentiate certi ambienti, come dire, artici - e che se sono rose fioriranno. Invece vi dico che moriremo tutti. Non nel senso che prima o poi moriremo tutti di vecchiaia dopo aver vissuto una bella vita piena di soddisfazioni. Non esattamente. Per essere più precisi, moriremo tutti fra sei giorni. Come faccio a saperlo? Non sono onnisciente, tranquilli, e non ho nemmeno il dono della veggenza. No, quando si tratta di brutte notizie come questa le ipotesi sono due: telegiornale delle 20:30, o Oracolo di Delfi. E giusto perché lo sappiate: i semidei non hanno tempo per la tv. Di solito dobbiamo salvare il mondo. La verità? Credo che siamo più portati per distruggerlo. Abbiamo un vero talento, per quanto riguarda la distruzione. Soprattutto se si parla di scuole, musei o minotauri scappati dal labirinto. Ma anche con il cinema non ce la caviamo niente male.

                                                           ✩✩✩ 

La scuola era finita da qualche settimana ed ero appena arrivata a New York. Per essere più precisi, eravamo appena arrivati a New York. Mio padre era talmente ansioso di andare via che sembrava già non essere più lì. Non che volesse liberarsi di me tanto in fretta - almeno credo - era solo che odiava New York. Lo so, vi state chiedendo come sia possibile che qualcuno odi la città più figa del mondo, ma stiamo parlando di Frederick Chase, un tizio che ha unito la sua mente con quella di Atena per generare me, perciò… siate comprensivi, e io vi eviterò i dettagli. 

Mio padre dimostrava decisamente meno anni di quelli che aveva. Nonostante cominciasse a non avere più così tanti capelli, la barba perfettamente rasata e un paio d’occhiali dalla montatura squadrata gli davano un look da universitario appena attempato che personalmente trovavo alquanto divertente. Portava la giacca anche se era fine giugno e dire che faceva caldo era sintetizzare al minimo il concetto di quanto facesse veramente caldo. 

Speravo che la giornata andasse bene. Avevo un brutto presentimento, ma in fondo dovevo cercare di non attirare mostri di ogni sorta solo per un giorno, e poi sarei arrivata sana e salva al campo mezzosangue. Speravo che per una volta i miei presentimenti si sbagliassero. Invece l’unica a sbagliare ero io.

Per tutto il tragitto in metropolitana sopportai i tick nervosi di mio padre, o provai ad ignorarli. Sopportare non era una cosa in cui ero mai stata troppo brava, ma ignorare era decisamente fuori dalla mia portata. Comunque, mio padre non riusciva a smettere di muovere freneticamente la gamba sinistra, e io non riuscivo più a fingere di essere in grado di ignorarlo.

Annabeth Chase e il flagello di AdeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora