Il primo mese e mezzo a Pêache Zone e all'Électron volarono, molto più velocemente di quanto era successo nel quartiere precedente; oppure a Marinette diede questa impressione, perché si era affezionata troppo a quell'ambiente e alle persone che vivevano lì, in particolar modo ad Alya. In poco tempo, la ragazza dalla pelle scura, era diventata la sua più grande confidente e la sua migliore amica. Non passava mai un pomeriggio senza di lei e se delle volte, per qualche impegno di una delle due non si vedevano, passavano almeno un paio d'ore la sera in camera di una o dell'altra, in pigiama, a chiacchierare e raccontarsi la giornata.
Per quanto riguardava invece le lezioni, andarono sempre meglio: quello stile era sicuramente più nei suoi canoni, rispetto a quello preciso e aggraziato di Rue Vert. Ciononostante trovava ancora qualche difficoltà nel suonare l'iRig: quel piccolo quadrato pieno di tasti luminosi ancora la confondeva. Insomma, non era come suonare un pianoforte in cui sapevi esattamente quale nota corrispondeva al tasto e cosa stavi suonando; quell'aggeggio, sì perché per lei non poteva essere altro che un'aggeggio, era diverso.
«Basta! Ci rinuncio! Non ce la farò mai!» protestò, quando per l'ennesima volta premette un pulsante invece che un'altro.
«Non dire così... È solo questione di esercizio.» la rassicurò Adrien, che era nella piccola sala di registrazione dell'Électron con lei.
«Ma Adrien, non ci riesco... Io...» si bloccò, vedendolo così vicino a lei.
«Tu?» chiese con un tono tra il dolce e il malizioso.
Per un'attimo ebbe l'impressione che il suo viso si stesse avvicinando un po' troppo e, per qualche strana ragione, i suoi occhi si erano calamitati sulle sue labbra sottili che si avvicinavano sempre di più. All'improvviso però qualcuno spalancò la porta della saletta.
«Ragazzi sono usci...ti... – esclamò Alya, rallentando il suo entusiasmo quando vide che i due al suo ingresso si erano allontanati all'improvviso l'uno dall'altra, imbarazzati – Ho interrotto qualcosa?» disse guardandoli di sottecchi, come fa una perfetta giornalista quando fiuta uno scoop succulento.
«N-no... Nulla... Noi stovamo... stavamo... pravando... provando... Stavamo provando...» balbettò Marinette confusa, mentre lei la guardava divertita, conscia di quello che aveva visto e di quello che stava per accadere.
«Cosa sono usciti?» chiese Adrien, riportando sulla terra le due ragazze.
«Ah sì, giusto... Sono usciti i temi possibili del vostro esame di fine corso.» recuperò subito l'occhialuta, avvicinandosi a loro con il tablet.
«Finalmente!» esclamò il biondo, mentre assieme all'amica si sporgevano per vedere meglio lo schermo.
«Mancano due settimane al grande evento che si terrà all'Électron. – lesse ad alta voce Marinette – Gli studenti dovranno sostenere l'esame per poter essere definiti degli idoli della rete. Il loro compito sarà pubblicizzare il loro spettacolo sui Social Network, in modo da attirare spettatori...»
«E questo lo sapevamo.» commentò Adrien, seguendo attentamente ciò che la corvina stava leggendo.
«... Per quanto invece riguarda la vera e propria esibizione dovranno comporre, quattro musiche scegliendo fra due temi: le quattro stagioni oppure i quattro elementi.» concluse la ragazza, non appena finì di leggere il biondo emise un verso pensieroso.
«Dovremmo decidere tra questi due temi quindi... – disse quasi tra sé e sé – Tu che dici?» chiese, rivolgendosi a lei.
«Eh?» fece Marinette, cadendo dalle nuvole, probabilmente anche lei stava valutando cosa fare.
«Sì, insomma, tu quale preferiresti?» chiese meglio.
«Beh direi che le stagioni è più facile da ideare... Possiamo iniziare a pensare a qualche musica e...»
«Vi ricordo che le quattro basi le dovrete ideare voi e considerando i gusti della giuria vi suggerisco di usare l'iRig per farlo.» commentò Alya, riprendendosi il tablet.
«C-cosa?!» chiese Marinette sconvolta.
«Andiamo, andrà tutto bene. Ricordati che siamo una squadra. Ce la faremo!» la rassicurò il giovane modello facendole l'occhiolino e facendola arrossire.
«Piuttosto... – l'interruppe Alya, prima che la sua amica diventasse un pomodoro ambulante – Dovremmo lavorare sulla vostra immagine.»
«In che senso?» chiese la ragazza, tornando di un colore normale e guardandola dubbiosa.
«Dovete pubblicizzare lo spettacolo no? Dovete attirare gente, perciò avete bisogno di un'immagine. – spiegò meglio l'occhialuta – Ora tutti vi conoscono semplicemente come il modello famoso e la ragazza che non ce la fa mai... E ragazza mia, quest'immagine non ti si addice per niente. Insomma ancora nessuno sa che sei riuscita a superare il primo esame. Sei troppo poco attiva sui social.»
«Alya ha ragione! – le diede man forte Adrien – Devi dimostrare a Rainbow city chi è la vera Marinette.»
«Beh... Che cosa proponi?» chiese la corvina rivolgendosi ad Alya, che si mise una mano sotto al mento strofinandoselo e iniziando a parlare fra sé e sé.
«Allora vediamo... Ci vuole qualcosa che vi caratterizzi... Qualcosa che poi rimanga anche in futuro... Un nome che si possano ricordare tutti... – continuò a borbottare per un bel po', tanto che quando volse una domanda ai due ragazzi, quelli sembrarono cadere dalle nuvole - Com'era il vostro saggio a Rue Vert?»
«Eh?» chiese Marinette, per entrambi.
«Ma sì... Il vostro saggio, lo spettacolo, di cosa parlava?» insistette la ragazza.
«Di un soldato che s'innamora di una fata.» rispose semplicemente Adrien.
«No, no... Le fate no... – la ragazza si riportò al mano al mento, aggrottando la fronte nervosa – E il vestito della fata? Com'era?» chiese ancora.
«Ah era un tutù che ho comprato in negozio a cui poi aggiunto un uno strato a balze fatto da me con una stoffa rossa a pois neri, come la maschera.» rispose Marinette ancora molto orgogliosa del suo lavoro.
«Ci sono! – esclamò la ragazza, facendo trasalire gli altri due – Ma certo, qualcosa che riguarda le coccinelle, perché no? Vediamo... Coccinelle...»
«Che ne dici di Ladybug?» propose la giovane corvina e, subito, gli occhi color ambra di Alya s'illuminarono.
«È perfetto!» esclamò entusiasta.
«Beh... Ad-Adrien mi chiama sompre... sempre my lady, quindi...» balbettò impacciata lei.
«Piace molto anche a me.» le sorrise affabile il biondo.
«Ah ah, ora tocca a te biondino... – lo punzecchiò Alya – Cosa si addice a uno come te?»
«Non so... – disse alzando le spalle – Io mi sento molto un felino... – in un attimo si mise in una posizione tutta ingobbita, scrutando, con i suoi occhi verdi e maliziosi, un'indifesa Marinette – Pronto ad accalappiare la mia preda!» concluse saltandole addosso e facendole il solletico.
La ragazza scoppiò a ridere, presa da quel fastidio incontrollabile che si prova quando le dita di qualcuno percorrono velocemente la propria pelle in quel modo. Non solo dovette supplicarlo di smetterla, ma Alya dovette attirare nuovamente la loro attenzione con un finto colpo di tosse, prima che tornassero di nuovo in loro. A quel punto Adrien si ricompose e riprese a parlare.
«Ad esempio una pantera.»
«Naaah, la pantera non mi piace... – commentò quasi schifata l'occhialuta, per poi assumere nuovamente quell'espressione pensierosa e corrucciata, poi all'improvviso tornò sorridente e puntò un dito contro di lui – Che ne dici di Chat Noir?» chiese.
Il ragazzo storse un po' la bocca, anche lui nel tentativo di cercare di capire se il nome gli piacesse o no.
«Ci sto... D'ora in poi sui social saremo conosciuti come Ladybug e Chat Noir!» esclamò avvolgendo con un braccio le spalle di Marinette, che ovviamente divenne paonazza.
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Idol Princess
FanfictionQuesta è Rainbow city, una delle più belle metropoli francesi, musicale e alla moda. Tutti coloro che vivono qui amano la danza e i vestiti. Tutti qui si stanno dando da fare per realizzare i propri sogni. E' arrivata un'altra ragazza amante della m...