La Jumeau de la Mort era un basso magazzino abbandonato, o almeno così sembrava, vista la porta scardinata e l'interno completamente pieno di polvere e ragnatele.
«Sei... Sei sicuro che il posto sia quello giusto?» domandò Marinette poco convinta.
«Più che sicuro!» rispose il biondo alle sue spalle, per poi superarla e dirigersi verso il lato sinistro dell'edificio.
Lei lo seguì, comprendendo che forse non era quella l'entrata: il ragazzo infatti la portò fino a una scaletta, che scendeva in basso di una decina di gradini, fino ad arrivare a una porta arancione.
«Ricordati, solo i nomi d'arte...» le disse il ragazzo, un avvertimento che le aveva già ripetuto in hotel quella mattina.
Lei rispose con un cenno di testa, dopodiché entrambi si tirarono sul capo il cappuccio delle loro felpe ed entrarono nel locale.
Nonostante l'inquietudine di entrare in quel posto, che sapeva essere conosciuto per il luogo più malfamato di tutta la città, la ragazza rimase quasi incantata. L'interno era particolare: le luci soffuse, le pareti cariche di murales, la musica a tutto volume e gruppi di ragazzi che parlavano, danzavano e ridevano. Le sembrava quasi uno di quei locali che vedeva sempre nei film di ballo, come Step Up.
«Alla fine hai deciso di portarla lo stesso qui dentro?» fece una voce alle loro spalle.
I due ragazzi si voltarono ritrovandosi la giovane Lila, vestita in modo completamente diverso da come l'avevano vista il giorno precedente. La tuta arancione era stata sostituita con una salopette dello stesso colore, di cui teneva su solo una spallina, sopra ad un top giallo. I capelli erano legati e la lunga coda, fuoriusciva dall'apertura sul retro di un berretto arancione.
«Volpina!» esclamò il ragazzo, salutando la castana.
Marinette cerco d'imprimersi quel nome in testa, se per sbaglio avesse chiamato qualcuno con il suo vero nome lì dentro, o si fosse presentata lei con il suo, di certo si sarebbe scatenato un putiferio.
«Lo sai benissimo! La Gang de la Mort non è fatta per una bambolina come lei.» fece nuovamente la ragazza, mettendosi una mano sul fianco e guardando entrambi dall'alto in basso.
«Allora insegnami!» rispose subito a tono la corvina, strappando un sorriso divertito ad Adrien.
Volpina fece un palloncino con la gomma da masticare che aveva in bocca, facendolo poi scoppiare, dopodiché rispose.
«Io non insegno... Nessuno qui insegna... Qui s'impara e basta... Solo quando sentirai il ritmo nel sangue e scoprirai che significa muoversi, allora sarai pronta per l'ultima sfida... Non c'è un'esame... Nessuno ti valuta, ma se perdi... Sei fuori!» disse tutto con una calma quasi surreale, enfatizzando le ultime due parole, come se fossero di vitale importanza; dopodiché si allontanò da entrambi, raggiungendo un gruppo di ragazzi che ballavano.
«Che significa?» domandò confusa Marinette, rivolgendo il suo sguardo azzurro alla sua unica ancora di salvezza in quel momento.
Il ragazzo fece un sospiro, dopodiché con un cenno del capo le disse di seguirlo. Si avvicinarono ad un'altro gruppo, c'era solo una persona tra di loro che ballava, quella in mezzo, tutte le altre rimanevano attorno, incitandola e battendo le mani. Marinette rimase quasi incanta a vedere quel ragazzo che si muoveva a ritmo della musica con una scioltezza e una maestria perfetta, sembrava nato per fare ciò che stava facendo: da perfetto b-boy, passava dai normali passi alle mosse a terra, come se nulla fosse.
Solo dopo, quando si fermò, la ragazza si rese conto di chi era, o meglio riconobbe quei capelli rosso chiaro inconfondibili.
«Ma quello è...?»
«Sì, Streetman... Assieme a Volpina è il più bravo ballerino qua dentro.»
Il rosso si spostò a lato, unendosi alla massa che formava il cerchio e subito fu sostituito da un'altra persona, questa volta una ragazza.
«Quindi noi dovremmo... imparare... Così?» domandò continuando a non capire bene come funzionasse quel luogo.
«Vedi... Nonostante sia forse il quartiere più maturo e difficile di Rainbow city, Boulevard Orange è abitato solo da ragazzi. Non troverai mai un adulto in questo quartiere, qui ci vivono tutti i giovani che, o sono orfani o sono scappati di casa. Nessuno può insegnarti come vivere o come ballare qui dentro, per loro bisogna sapersela cavare da soli, esattamente come hanno fatto loro.» spiegò Adrien.
«Perciò come impariamo a ballare hip-hop e break dance?» domandò la corvina con ancora qualche dubbio in testa.
«Guardando, imitando, chiedendo, improvvisando... – il ragazzo la osservò per qualche secondo, mentre lei osservava un po' spaurita, un'altro membro della gang che stava ballando al centro del cerchio – Pensi di farcela?» le domandò.
Marinette si voltò verso di lui, incrociando i suoi occhi smeraldini, con uno sguardo più che deciso.
«Non mi tiro indietro proprio ora...!» disse decisa.
«Questa è la mia ragazza!» fece lui, mentre un sorriso gli spuntava in volto.

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Idol Princess
FanfictionQuesta è Rainbow city, una delle più belle metropoli francesi, musicale e alla moda. Tutti coloro che vivono qui amano la danza e i vestiti. Tutti qui si stanno dando da fare per realizzare i propri sogni. E' arrivata un'altra ragazza amante della m...