Glace de sucre

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Marinette aprì gli occhi cerulei, quando la luce mattutina iniziò ad illuminare la sua camera d'albergo, dovette sbattere le palpebre un paio di volte per riuscire a mettere a fuoco ciò che la circondava. Si alzò dal letto, sicura che anche quella giornata sarebbe stata una di quelle rilassanti, come le due precedenti che aveva passato lì a Rainbow city.

Non avrebbe sicuramente sprecato quella giornata a poltrire. Si avvicinò con passo malfermo, per la sonnolenza che ancora l'avvolgeva, verso l'armadio che, due giorni prima, aveva riempito coi suoi vestiti; fissò per qualche minuto i vari abiti che vi erano dentro il mobile, finché non si decise e prese un paio di jeans rosa e una t-shirt bianca a fiori.

Mezz'ora dopo era pronta e completamente sveglia. Sì legò i capelli corvini nelle sue solite due codine e afferrò le sue cuffie rosa dalla scrivania, attaccandole all'mp3 e mettendosele sulle orecchie, per poi uscire fuori con le chiavi della camera in tasca e solo una piccola borsetta contenente lo stretto necessario per una passeggiata in giro per il quartiere.

Non si era ancora inoltrata in altre parti della città, per vari motivi: innanzi tutto non conosceva affatto gli stili degli altri quartieri, inoltre la sua voglia di esplorare Col Blanc non si era ancora esaurita, si era innamorata di quel quartiere delicato ed elegante.

Passò davanti all'Ange, quasi con uno sguardo malinconico, trattenendosi dall'entrare e vedere come era all'interno. Non si sentiva ancora pronta a riaffrontare tutto ciò che l'aveva portata all'ennesimo fallimento, non ancora; ce l'avrebbe sicuramente fatta, ma ancora non era il momento.

Girò l'angolo ritrovandosi alla via principale, nelle sue orecchie la sua musica preferita rimbombava decisa, dando ritmo ai suoi passi e isolandola da ciò che la circondava. Come a farlo apposta, quando la melodia arrivò al momento più dolce, alla sua vista apparve nuovamente quell'enorme poster pubblicitario.

Era la réclame di Passion Rouge, il centro commerciale più grosso di Rainbow city, ma la cosa che la colpiva ogni volta non era ciò che pubblicizzava, ma il bellissimo ragazzo che ritraeva. Era possibile innamorarsi di una fotografia? Forse sì, visto che il giorno prima, dopo aver visto per l'ennesima volta quel poster, aveva comprato una rivista in cui c'era quella stessa pubblicità, e aveva strappato la pagina, attaccandola all'armadio della sua stanza in hotel, noncurante del fatto che non fosse la sua camera a Parigi. Si riscosse, distogliendo lo sguardo da quegli occhi smeraldini, che la osservavano maliziosi come facevano con chiunque decidesse di fermarsi a ricambiarli.

Aveva voglia di una buona colazione e se aveva imparato una cosa a Parigi era riconoscere i migliori sapori, ovviamente il merito era di suo padre e della boulangerie che gestiva assieme a sua madre. Per questo motivo già il primo giorno in quella città, o meglio in quel quartiere, aveva trovato il bar migliore: in cui facevano delle ottime brioches, per non parlare dei croissant.

Il locale si chiamava Glace de sucre. Appena entrata l'odore delle brioches appena sfornate le stuzzicò l'appetito, ricordandole casa. Si avvicinò al banco e dopo aver ordinato la sua colazione, cercò con lo sguardo un posto a sedere.

Il locale come al solito era pieno, forse anche perché non era grandissimo. Marinette adocchiò l'unico posto libero e si diresse al tavolino. Stava per poggiarsi comodamente alla sedia, quando qualcuno gliela tolse velocemente da sotto il sedere, facendola cadere rovinosamente a terra con un lamento.

Un paio di persone si voltarono verso di lei, qualcuno le chiese anche se stesse bene, ma la persona che le aveva fatto quel torto non l'aveva degnata di una parola. Rassicurò la gente che le aveva chiesto sulla sua salute e massaggiandosi il di dietro si tirò sù dolorante, per poi rivolgersi alla diretta interessata.

«Almeno potevi chiedere scu...» si bloccò quando questa si voltò verso di lei.

Occhi azzurri, capelli biondi raccolti in una coda di cavallo e vestiti firmati. Avrebbe riconosciuto quella ragazza ovunque: Chloé Bourgeois, la ragazza più odiosa di tutto il mondo.

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