Colombe

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Quando Adrien aveva detto che in quel quartiere avrebbero sventolato pom pom, non scherzava. Parc Citron era l'unico quartiere in cui si disputavano le partite di basket di Rainbow city, proprio nel campo al centro del parco e, nella prova finale, come prima cosa dovevano sostenere la squadra dei Rainbow, proprio durante la loro partita. Per questo motivo, oltre alle lezioni di ballo e canto pop, il professor Ramier stava dando loro anche lezioni di cheerleading.

Sebbene, però, lo stile pop e il muoversi sul palco, fossero qualcosa che a Marinette ormai veniva anche abbastanza bene, eseguire una coreografia come quelle da cheerleader era parecchio difficile e alcuni salti o passi li trovava ancora complicati nonostante fosse già passato un mese e mezzo da quando erano lì. Per questo motivo quel giorno, aveva chiesto al signor Ramier, di poter avere delle prove extra dopo le solite ore di lezione.

In fin dei conti la coreografia che avrebbero dovuto portare alla partita era l'unica che era uguale per tutti e che non dovevano preparare gli studenti; l'aveva organizzata tutta il professore e sapeva ogni singolo trucco e passo per eseguirla al meglio.

«No, no, mio piccolo uccellino, devi essere più decisa! Apprezzo la tua grazia, ma ora voglio un falco!»

Marinette prese un grosso respiro ed eseguì nuovamente il passo, fatto poco prima, mettendo più decisione nei movimenti.

«Perfetto! Ora riprendili... E cinque e sei, sette e otto. Brava, stai migliorando.» esclamò, mentre lei lanciava i pom pom appena presi in aria, eseguendo una spaccata e riprendendoli.

«Ma che brava, la mia colombella. – si complimentò di nuovo l'uomo, con un leggero applauso, qualcosa però, subito dopo, lo distrasse – Oh Adrien, sei qui. Vorresti aiutare la tua partner con i passi di coppia? Tanto li dovrete eseguire assieme.»

A sentire il nome del biondo, lei, ancora con le gambe divaricate, per terra si voltò verso la porta d'ingresso dell'aula. Appoggiato allo stipite, con un aria tranquilla e perfetta, segno evidente della sua naturalezza nello stare in posa come un vero modello, c'era lui, che da ormai una settimana si definiva il suo fidanzato.

«Con molto piacere.» rispose il biondo, rimettendosi dritto dalla sua posizione obliqua e rilassata ed avvicinandosi a lei, che intanto si era alzata da terra.

«Bene, abbiamo le tre prese da fare. Partiamo dalla più semplice, va bene?» domandò l'uomo. Entrambi i ragazzi annuirono e si misero con calma in posizione, mentre lui li circondava di materassini, in modo che se Marinette fosse caduta non le sarebbe successo nulla.

«Cinque, sei, sette e otto.»

In quel preciso istante Marinette, con un piccola rincorsa, si lanciò verso Adrien facendo un salto e lui la afferrò per le gambe, avvolgendola completamente con le sue braccia all'altezza dei polpacci. Rimasero così per qualche secondo, il tempo che Ramier contasse due ottave; poi la corvina si diede una spinta all'indietro, inarcando la schiena, mentre Adrien l'accompagnava in quel gesto. Toccò il pavimento con le mani e solo a quel punto lui le lasciò le gambe, permettendole di eseguire una verticale, su cui rimase solo due battute, prima di proseguire quel lento flick e portare le gambe in avanti ritrovandosi di nuovo in piedi.

«Ma che bravi i miei uccellini preferiti! – pigolò entusiasta Ramier, battendo le mani e saltellando, quasi euforico – Ed ora passiamo al salto.»

Marinette prese un grosso respiro, allontanandosi nuovamente un po' dal compagno, che invece si chinò di poco e intrecciò le mani all'altezza dell'addome. Prese la dopo due passi, al terzo, mise il piede destro sopra le mani di Adrien che in un gesto veloce la spinse verso l'alto, permettendole di fare un flick per aria.

Lei atterrò in modo quasi perfetto, non fosse che dopo che i suoi piedi toccarono il pavimento, perse equilibrio, cadendo con il sedere sul materassino alle sue spalle.

«Accidenti!» sbuffò.

«Tranquilla colombella, non è successo nulla, devi solo esercitarti nell'atterraggio. Dovresti arrivare più dritta, in questo modo non rischi di perdere l'equilibrio.» la rassicurò l'insegnante, mentre Adrien le porgeva una mano per aiutarla a rialzarsi.

«Pronta per l'ultima?» gli sussurrò il biondo, quasi come fosse qualcosa di proibito, qualcosa di solo loro.

In effetti, quell'ultima presa era qualcosa di particolare, che le piaceva tanto fare, con Adrien e che, allo stesso tempo, la spaventava da impazzire: in fin dei conti era una prova di assoluta fiducia nei confronti del ragazzo.

«Pronta.»

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