Salle à manger

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I giorni correvano in fretta, l'uno dopo l'altro. Da quella prima lezione erano passate ormai già ben tre settimane e si poteva dire che erano quasi a metà della loro prima tappa lì a Rainbow city.

I progressi di entrambi i ragazzi all'Accadémie erano sorprendenti, non più del normale, ovvio: Marinette, anzi, attribuiva solitamente tutti i meriti all'insegnante, a cui aveva chiesto pure delle lezioni extra, nei momenti in cui Adrien era impegnato con i suoi servizi fotografici. Eppure ormai la danza classica sembrava avere pochi segreti per loro e monsieur D'Argencourt li aveva definiti i migliori della classe, escludendo ovviamente Alì e Monique. Nonostante tutto però Marinette aveva ancora dei problemi a rilassarsi e dare più grazia ai suoi movimenti rigidi e precisi, mentre Adrien spesso si lasciava prendere talmente tanto dalle sue sensazioni da dimenticarsi completamente delle linee e della tecnica.

Quel giorno era appena finita la lezione e tutti gli studenti stavano per uscire congedati come al solito dall'insegnate, quando questi fermò i due ragazzi chiedendo loro di rimanere qualche minuto. Aspettò pazientemente che tutti gli studenti uscissero dalla sala, l'ultima che varcò la soglia fu Monique che con un aria furbetta, come se sapesse cosa D'Argencourt avesse da dire, fece loro l'occhiolino per poi andarsene.

«Come sapete tra circa cinque settimane completerete il vostro corso qui all'Accademia. – disse risoluto, mantenendo quella sua perfetta posizione in prima, poggiando le mani sul pomo del bastone – Inoltre credo sappiate, come vi è stato riferito all'iscrizione, che alla fine di questo corso dovrete sostenere un esame.»

«Cosa?!» esclamò Marinette sconvolta, fu il biondo a risponderle, mentre l'uomo la guardava un po' irritato da quell'interruzione improvvisa.

«Era scritto nei documenti che ci hanno dato all'iscrizione. Non li hai letti?» chiese e lei rispose semplicemente scuotendo la testa a destra e a sinistra, vergognandosi di quella sua reazione davvero poco fine.

«Comunque sia non c'è bisogno che si allarmi più di tanto mademoiselle Dupain-Cheng. Manca ancora parecchio a questo evento e avete tutto il tempo di prepararvi. – la rassicurò, poi riprese il suo discorso - Ciò che volevo dirvi è come si svolgerà l'esame in questione. Sarà un saggio suddiviso in tre parti: la prima, ossia la più lunga sarà la vostra esibizione, la seconda sarà l'esibizione di Alì e Monique, infine ci sarà una parte in cui si metterà a confronto la vostra tecnica rispetto alla loro, con determinati esercizi. Chiaro?»

«Chiaro!» rispose Adrien, mentre lei si limitò di nuovo a fare un cenno di testa.

Sentiva seriamente l'ansia assalirle la gola e inaridirla. Non la spaventava solo l'idea dell'esame in sé, ma tutto ciò che comportava. L'essere giudicata, il competere con Alì e Monique che trovava ancora irraggiungibili, per non parlare del fatto che avrebbe dovuto eseguire esercizi di cui lei ancora non si sentiva affatto pronta.

«Vi suggerirei d'iniziare a pensare alla vostra esibizione, visto e considerato che la dovete coreografare voi.» concluse l'uomo andandosene.

«Noi?» chiese dubbiosa Marinette in un sussurro, quando l'insegnante era già uscito.

«Ci ha lasciato in mano una bella bomba... Avrei sinceramente preferito saperlo prima...» commentò Adrien, che però riuscì comunque a riderci sopra.

«Sul serio ti fa ridere?! – esclamò Marinette, rivolgendosi a lui e bloccando la sua risata. – Ti rendi conto che abbiamo solo poco più di un mese per inventarci una coreografia e impararla alla perfezione? Per non parlare degli esercizi da perfezionare. È la fine! – disse mettendosi le mani tra i capelli corvini – Lo so, cadrò durante una piroetta facendo una figura orribile, rideranno tutti di me e...»

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