Marinette aprì gli occhi, sbattendo le palpebre un paio di volte per riuscire a vedere meglio ciò che la circondava.
«Buongiorno, bella addormentata.» la prese un po' in giro Adrien, che si trovava davanti all'armadio.
Indossava già un paio di pantaloni della tuta neri, che gli stavano mostruosamente bene, nonostante la loro semplicità, mentre sulla parte superiore del corpo era ancora a petto nudo, tanto che la ragazza dovette serrare nuovamente gli occhi, imbarazzata, facendo un verso infastidito, mentre il ragazzo scoppiava a ridere.
«Cosa c'è da redire... ridere?» chiese irritata la ragazza, sebbene con quella balbuzie e gli occhi chiusi non pareva affatto minacciosa.
«Nulla, nulla... Sei strana, tutto qui... Puoi aprire gli occhi.» la rassicurò alla fine lui.
Indecisa se fidarsi o no, aprì solo un occhio, per poi assicurarsi che il ragazzo indossasse qualcosa e aprire anche l'altro.
«Non sono strana...» borbottò facendo il broncio e a quella smorfia lui sorrise di nuovo, divertito.
«Sì lo sei.»
«Oh, ma insomma... Almeno dimmi il motivo!» sbottò lei poggiando le mani sulla coperta del suo letto, che ancora teneva addosso.
«Perché sì, Marinette. Mi avvicino a te e arrossisci o balbetti; poi balli e sembra che io non esisto più; ti bacio e a malapena mi calcoli, due secondi dopo torni ad arrossire. Giuro non ti capisco.»
«Beh io...» abbassò gli occhi non sapendo con esattezza cosa rispondere.
Sentì il ragazzo avvicinarsi a lei e sedersi sul letto al suo fianco. Tentò di alzare lo sguardo, sentendo però subito le guance andare a fuoco, per la sua vicinanza.
«Non ho nessun dubbio su ciò che provo nei tuoi confronti, non credevo sarebbe stato possibile, non così in fretta perlomeno. Perciò comprendo benissimo di non poter mettere fretta anche a te, avrai tutto il tempo di comprendere cosa senti davvero per me e in quel momento, mi troverai ad aspettarti.» disse, quasi tutto d'un fiato, con un dolcissimo sorriso stampato in volto.
Non dovette pensarci nemmeno un secondo e, presa da un moto istintivo, gli buttò le braccia al collo stringendosi a lui, percependo subito dopo le sue mani accarezzarle la schiena.
Mai avrebbe immaginato di trovare un ragazzo così: sensibile, bravo, dolce, spiritoso, talentuoso e paziente. Si promise, con tutta se stessa, di trovare quella sicurezza di cui entrambi avevano bisogno per stare insieme, solo in quel modo avrebbe potuto rimanere con lui senza sentirsi confusa. Non voleva assolutamente vederlo solamente come un modello famoso su cui sbavare, lei voleva amarlo per ciò che era, per il suo carattere e per il ragazzo dietro il modello.
Adrien si staccò da lei, sempre con quel dolce sorriso stampato sul volto.
«Forza! Ora cambiati che voglio portarti in un posto.» disse.
«Dove?» domandò lei curiosa.
«Lo vedrai.» rispose semplicemente lui facendole l'occhiolino.
Stavano camminando ormai da un po', quando il ragazzo finalmente si fermò. Marinette era talmente presa dalla conversazione che stavano avendo che nemmeno si era accorta o aveva cercato di capire dove l'avesse portata, per questo non appena alzò lo sguardo sul piccolo edificio davanti a cui si erano fermati rimase stupita e a bocca aperta.
Era un piccolo locale all'angolo della via. In alto un'insegna dallo sfondo arancione con degli eleganti caratteri marroni che componevano il nome del negozio: "Le coin del Choco".
La cosa, però, che attirò più di tutte la sua attenzione, fu la vetrina: al centro di essa una grossa fontana di cioccolato a tre piani, faceva sgorgare il liquido scuro, mentre tutt'attorno eleganti scatole cariche di ogni tipo di cioccolatini, stavano in bella mostra: dai bon bon, alle praline; dai confetti, ai cremini.
«Non credo di avertelo detto prima, ma Boulevard Orange è famosa per il suo cioccolato e questa qui è la cioccolateria migliore che esista in tutta Rainbow city.» disse il ragazzo.
«Ma è fantastico!» fece la ragazza, con entusiasmo.
«Che ne dici entriamo?» domandò il ragazzo porgendole la mano. Lei sorrise e gliel'afferrò, decisa, dopodiché entrambi entrarono nel negozio.
Il luogo era in perfetto stile Boulevard Orange, molto serioso e rustico. Il locale conteneva appena quattro tavolini in legno, con attorno delle comuni sedie in metallo; solo il bancone da esposizione, che concludeva nella vetrina che si vedeva da fuori, mostrava un po' di eleganza, ma non troppo, in modo da stonare con il resto del locale.
Appena entrati, ordinarono due cioccolate calde, per poi sedersi comodamente ad uno dei tavoli. Poco dopo due tazze fumanti furono servite loro ed entrambi furono inebriati da quell'invitante odore di cioccolato, che già regnava nel luogo, ma che con la bevanda calda sotto al naso era diventato più intenso.
Marinette diede il primo sorso, lentamente, attenta a non bruciarsi la lingua. Proprio in quel momento nel locale entrò qualcun altro: una ragazza dai lunghi capelli castani, completamente vestita in arancione che notò la coppietta e li guardò con aria di superiorità, per poi avvicinarsi a loro.
«Guarda un po' chi ha deciso di presentarsi qui. Come va damerino?» domandò la ragazza, poggiando il braccio contro la spalliera della sedia del biondo e sfiorando la sua schiena con i capelli.
«Lila...» il ragazzo si voltò di scatto, incrociando gli occhi verde oliva della castana.
«Sei venuto finalmente a dirmi che accetti di essere mio partner?» fece, con una voce sensuale.
Marinette sentì le viscere contorcersi nel suo stomaco, improvvisamente la tazza di cioccolato che aveva davanti la nauseava, ma ancora di più la nauseava il comportamento di quella ragazza. Al contrario di Chloé, che si comportava da civetta e oca, convinta di essere la più attraente al mondo, quella lì pareva molto più adulta, disinvolta e, nonostante la semplice tuta, mostruosamente sexy.
«Tu hai già un partner Lila, è Lysandre, quindi per favore smettila di chiedermelo. Oltretutto io ce l'ho già una compagna di ballo.» disse risoluto il biondo allontanandosi un po' dalla ragazza.
«Ah già... La coccinellina... – fece lei alzando finalmente lo sguardo sull'altra commensale, regalandole un sorriso ironico e quasi inquietante – Lo sai vero che non sopravvivrà nemmeno una settimana qua dentro.» fece, rivolgendosi sempre ad Adrien, ma continuando a guardare lei.
«Ti sbagli, è più tosta di quanto sembri ed è parecchio determinata.» la difese Adrien.
«Sarà... A me pare solo una bambolina, pronta a rompersi alla prima caduta.» concluse lei per poi allontanarsi e dirigersi al bancone per ordinare, mentre i due al tavolo rimasero in silenzio, sorseggiando appena le loro cioccolate.
«Domani vedremo cosa sapete fare.» disse loro, quasi come fosse una minaccia, per poi uscire dal locale.
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Idol Princess
Hayran KurguQuesta è Rainbow city, una delle più belle metropoli francesi, musicale e alla moda. Tutti coloro che vivono qui amano la danza e i vestiti. Tutti qui si stanno dando da fare per realizzare i propri sogni. E' arrivata un'altra ragazza amante della m...