||Capitolo 21||

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L'aria bruciava nei polmoni, come fuoco ardente. Il cuore pompava tutto il sangue che aveva in corpo, sembrava che le sarebbe uscito dal petto. Le gambe andavano da sole, fuggite al suo controllo, non curanti di qualche rovo che le graffiava la carne. Era stato un attimo, un attimo di distrazione innocente e adesso si trovava lì. Nel bosco dei Forester. A correre più velocemente che poteva, in preda ai sensi di colpa, al panico e alla paura. Era successo di tutto quel giorno e non credeva che potesse chiudere in quel modo. Il turbine di emozioni la stava distruggendo. Non si era curata di ciò che Sasha le aveva gridato alle spalle, mentre chiamava i soccorsi, non si era curata di star per mettere in mostra il suo lato, il lato più pericoloso, quello violento che poteva arrivare al sadico. L'urlo di Romy le rimbombava nella mente, dandosene la colpa più assoluta. Prese il piccolo pugnale nascosto nell'anfibio, quello che portava sempre, quello che le aveva regalato il nonno, e lo scagliò verso l'enorme lucertolone che era pronto ad attaccare una povera bambina indifesa. Ed era lì davanti a lei, accasciata sotto un albero, cercando di sfuggire alla bestia che le bloccava una gamba. Il pugnale si conficcò nel occhio dell'elebratis, facendolo agitare ancora di più, lasciando spazio alla piccola di sfuggire dalla sua presa, che corse verso di lei. Si aggrappò alla ragazza come se fosse stata un ancora di salvezza, incastro il viso tra i capelli di Luna, per piangere disperatamente, ma lei la stacco quasi subito, non c'era tempo - Scappa! - le urlò, spingendola nella direzione della casa branco, lei annuì correndo. Erano rimasti lei e la bestia, aveva poco tempo per liberarsene, lontana dallo sguardo di altri. Come era possibile che una creatura del genere si fosse avvicinata cosi tanto alla casa branco? Il mostro l'aveva individuata ed era nuovamente pronto all'attacco, con il pugnale ancora incastrato nell'occhio da dove sgorgava il sangue verde. Gli occhi si tinsero d'oro, aumentando la sua forza, doveva essere un lavoro veloce e in dolore. Luna si mosse un secondo dopo che il mostro iniziasse a correre verso di lei, si mosse agilmente, saltando sulla bestia per afferrare il pugnale. Era a cavalcioni sul suo collo, con una mano teneva il pugnale e l'altra aveva affondato i suoi artigli nella carne. Accoltellò l'occhio della bestia più e più volte, prima di tranciarglielo via, l'elebratis ruggì, muovendosi troppo velocemente sotto di lei. La scaraventò via, Luna sbatté contro il tronco di un albero, mugugnò dal dolore, con un gesto involontario chiuse per un attimo gli occhi, quell'attimo che servi al lucertolone per scagliarsi contro di lei nuovamente. Apri di scatto gli occhi, sentendolo arrivare, prontamente prese il pugnale e lo incastrò tra le due fauci, aveva il muso della bestia ad un palmo del viso, l'alito acido le solleticava le narici che quasi le provoco un coniato di vomito. Luna appizzò le orecchi sentendo i rinforzi arrivare, doveva muoversi il tempo stava per scadere. Si mosse il fretta, diede un calcio sotto la mascella del mostro facendogli chiudere le fauci, il pugnale si incastrò meglio facendolo scostare, il sangue inizio ad uscire anche dalle narici. Si di buttò sotto di lui, graffiando il collo prima di passare alla addome che si apri in due, il sangue gelatinoso cadde su di lei. L'enorme lucertola privo di vita cadde al suolo, quasi incastrandola sotto al suo peso. 

Luna riuscì ad alzarsi, appoggiando le braccia sulle ginocchia, aveva l'affanno e dalle labbra uscì un sospiro quasi esasperato, sperava che quel sospiro mettesse la parola fine a quella folle giornata. Lo scricchiolio delle foglie intorno a lei, le fece alzare leggermente la testa, venne accerchiata dal branco. Si aprirono difronte a lei, per far passare un possente lupo di sua conoscenza. Che scrutava la sua figura, ogni passo che fa faceva il suo guardo diventava più insistente, fino ad arrivare ad un passo la dei. Incastrò gli occhi verdi nei suoi accessi occhi blu, lo sguardo di Alexsander andò dietro le sue spalle analizzando il corpo della creatura - Tranquillo è abbattuto - sussurrò Luna, cercando di riottenere un respiro regolare, lo sguardo blu scatto nuovamente su di lei, precisamente sulla sua gamba che provoco un verso di dispiacere da parte sua. Luna segui lo sguardo di lui trovando la motivazione, si era ferita alla gamba e il pantalone di jeans si stava impregnando di sangue, nulla di preoccupante per lei, sapeva che sarebbe guarita in fretta, ma gli altri no. Si strappò un lembo della maglia, iniziando con la striscia ottenuta ad avvolgere la gamba, per simulare una fasciatura, sotto lo guardo indagatorio e preoccupato del compagno. Quando fini fece scontrare nuovamente i loro sguardi, quello di Alexsander stava facendo trapelare le sue emozioni, si dava la colpa, doveva arrivare prima, cosi forse la sua compagna non avrebbe tutte quelle ferite da combattimento sul suo perfetto corpo. Luna gli prese la testa tra le mani - Sto bene, okey? - disse guardandolo negli occhi, lui in risposta sbuffò cercando di allontanarsi, lei lo riprese ma stavolta lo abbracciò tirandolo verso di se - Sto bene - ripeté con tono fermo, stringendolo ancora di più. Il profumo di lei gli invase le narici costringendolo ad assecondarla, mentre affondava la testa nel manto scuro di lui, ritrovando l'odore di arancia muschiata che stava amando. Si stava accorgendo effettivamente che solo la presenza di Alexsander riusciva a calmarla in ogni situazione, anche il quella, il suo battito era ritornando normale, per modo di dire, non sapeva dire se era lei o era tutto causato dal legame, come sempre. Quella scena, era sotto gli occhi di tutte le sentinelle del branco, che non si mossero, non fecero nulla, aspettavano solo un ordine, mentre loro erano nella loro bolla invisibile, erano solo loro due. Il rombo di una moto ruppe quella bolla, si allontanarono guardando in direzione del rumore, le sentinelle fecero entrare nel cerchio la moto, con sopra Jack e Axel, si fermarono affianco al mostro, ormai morto. Luna si avvicinò a loro, Jack scrutò la nipote acquisita, soffermandosi anche lui sulla gamba - Ti sei distratta? - domandò, con aria seria, la sua postura era più rigida del solito e il tono molto duro, che mascherava l'enorme preoccupazione. Lei fece un mezzo sorriso - Non mi alleno da un po' per colpa tua - in risposta sorrise beffardo incrociando le braccia in avanti - Allora cosa abbiamo qui? - domandò voltandosi verso la creatura - Non vedo niente di strano - commentò Axel affiancando il grande protettore. Luna prese un po' di sangue gelatinoso verde da terra, fece dei cerchi sul palmo della mano per vederne la consistenza, che le sembrava normale, come l'odore che era acido. L'avvicino un po' al compagno, lui fece una smorfia di disgusto, smorfia che provoco nella ragazza una risata - E' normale che sia cosi - disse, cercando di ripulirsi - Beh visto sembra una normale lucertola credo che possiamo andare - disse Jack - Però dobbiamo ancora capire come si sia arrivato fin qui - commento Luna, guardo il compagno che annui e con un cenno della testa dava un ordine al branco. Staranno comunicando telepaticamente, penso la ragazza - Forse c'è qualcuno che batte la fiacca qui - commentò Axel, alzando l'angolo esterno del labbro mentre guardava il futuro alfa del branco si sottecchi, aspettando una sua reazione che fu' soltanto un rotamento di occhi al cielo, per poi ignoralo. Luna accarezzò la testa del compagno per dimostrargli il suo supporto - Luna torna con Axel alla casa branco, io mi farò un giro di perlustrazione -  odino Jack, la ragazza poso lo sguardo sul compagno, che era evidentemente il fastidito dalla scelta del protettore, lei sposto la mano sulla sua guancia supplicandolo con lo sguardo di non ingelosirsi o fare il matto, lui annui contrariato. Axel salì sulla moto nera, passandole un casco - Benvenuta a bordo principessa! - esclamò lui, Luna sorrise spontaneamente prendendo il casco, sorriso che morì quando vide gli occhi funeri del compagno. Sali e portò le mani e braccia intono al grembo del giovane protettore, lui con un gesto della mano la incitò a stringere la presa, sentiva gli occhi di Alexsander bruciare sulla sua schiena, se avesse potuto l'avrebbe massacrato lì, annientato subito. Axel mise in moto è partì per raggiungere la casa branco, almeno poteva vedere come stava la piccola Romy, pensò Luna, sicuramente poteva aggiungere un altro trauma alla sua lista. L'adrenalina era scesa mentre nuovamente i sensi di colpa si facevano vivi, involontariamente strinse la vita del giovane protettore, quest'ultimo sorrise, porto una mano sulle sue accarezzandole dolcemente. Luna arrossì a quel gesto apparentemente innocuo, gesto che poteva nascondere qual cos'altro - Cosa ti turba principessa? - domandò Axel, lei sposto di lato al testa per guardarlo meglio, erano cosi evidenti le cose che provava o pensava? - Nulla di che Axel, è stato soltanto un bel spavento - - Però? - lei sbuffò leggermente - E' solo colpa mia se una bambina oggi poteva perdere la vita - - Sono cose che possono capitare - lei strinse i pugni - Ma non devono capitare, potevo dare qualcosa! - lui scosse la testa sospirando - Luna non può avere occhi e orecchie ovunque, sono cose che capitano, tu hai fatto quello che potevi per rimediare - fece una pausa, mentre schivava qualche tronco qua e là - Hai eliminato il problema, quindi caso chiuso - continuò, Luna rimase in silenzio rimuginando sulle sue parole, non sentì effettivamente il continuo del suo discorso. 

Sola nella foresta della lunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora