||Capitolo 26||

3.4K 216 17
                                    

Effettivamente Luna non aveva mai festeggiato il suo compleanno, da quando era avvenuto quel terribile giorno. Non aveva aspettato la mezzanotte per spegnere le candeline o cose del genere. Non aveva manco avuto l'intenzione di dirlo a qualcuno. Ma aveva intuito che Sasha aveva smosso mari e monti per conoscere la sua data di nascita e organizzare qualcosa a sorpresa.
Orion le aveva messo i bastoni tra le ruote. 

E in quel momento erano tutti a casa sua, letteralmente a casa sua, nella piccola catapecchia di legno ai confini della foresta nera o schwarzwald, per i civili o per essere formali. Ma per lei la foresta benedetta non era avvolta dal chiacchiericcio da anni. Era entrato uno tsunami tra quelle quattro mura. Se qualche anno prima le avessero detto che il grande Jack Wood aveva fatto entrare più di una mosca nel suo rifugio non ci avrebbe creduto.
Avevano disposto sul tavolo tutte le polaroid in ordine cronologico e al capo tavola un lavagna bianca dove tenere il percorso che a compiuto Orion.
Alexander, sempre affiancato dal suo fidato beta, e Axel erano ai lati del tavolo, opposti, proprio come le loro supposizioni. Jack prendeva appunti sulla lavagna e disegnava mappe e schemi. Evangeline che cercava di calmare, ancora una volta, Sasha in preda alla frustrazione della mancata festa, mentre dava più informazioni possibili ai ragazzi. Mentre lei, Luna, aveva piantato il culo sul divano. Divano posto, a qualche metro di distanza, davanti al tavolo. Aveva tutta la scena davanti a gli occhi, come se fosse uno spettatore che sta guardando un film. Come se il problemi, le frustrazioni, i complotti non le riguardassero.
Che non fossero un reale problema. 

Gli insegnati o il preside della sua scuola aveva avvertito suo nonno del trambusto che aveva creato lei o per meglio dire Orion. Se avesse aperto quel maledetto armadietto da sola a quell'ora non aveva avuto tutti quei problemi e avrebbe gestito le cose diversamente. Si doveva rassegnare alla bomba che era esplosa in quei corrodi e un altra nella sua nuova vita. Non avrebbe mai scordato la faccia contratta di suo nonno in un misto di rabbia e preoccupazione. Aveva passato numerosi sguardi tra lei, Alexander e la scena del crimine. Non sapeva quante giustificazioni erano passate nella sua mente, ma era comunque riuscito a trovare una soluzione. Erano passate diverse ore dalla sorpresa che aveva ricevuto e Jack le aveva semplicemente chiesto di finire l'orario scolastico come se non fosse successo nulla e facendo passare il loro spettacolo come un battibecco tra piccioncini, in modo che nessun estraneo sospettasse che ci fosse altro. Era stato molto difficile, visto che aveva avuto gli occhi del suo compagno fissi sulla sua schiena, come due coltelli affilati, e anche quando non erano nella stessa stanza li sentiva. L'aveva ferito. Ferito per la sua lingua che non sapeva metter a freno. E una volta finite le lezioni si era scontrata nuovamente con due occhi ghiaccio feriti. Non aveva retto e per una volta nella sua vita aveva tenuto lo sguardo basso, per tutto il tragitto verso casa sua. Il silenzio si era impossessato della vettura e lei lo rompeva solo per dare le indicazioni stradali. Non sapeva se quel silenzio era dovuta alla tensione che aveva con Alexander o alla pura del passeggeri che sedevano dietro, in fondo nessuno si avvicinava tanto a quella foresta. Luna non aveva ancora capito io perché della richiesta di suo nonno nel portare tutti li. 
Arrivati non l'aveva trovato, la casa era immersa nel buio e con un sospiro di sconforto Luna accese le luci e si addentrò nella sua dimora conducendo gli ospiti direttamente nella loro piccola cucina soggiorno. Non sapeva come si potevano intrattenere ospiti o cose del genere, soprattutto che con uno ci aveva litigato. Ma ci pensò Sasha a rompere il ghiaccio iniziando a domandarle la qualsiasi su quel posto e iniziando a tentare di girovagare tra la casa e a toccare la qualsiasi, mentre Luna la riprendeva e tentava di darle nozioni vaghe. Quello strazio non durò molto, una mezz'oretta all'incirca. Quando Jack li raggiunse, la bionda ebbe una occhiataccia torva, quello non preoccupò la ragazza ma il personaggio alle sue spalle si, che la inchiodò la pavimento con un solo sguardo.  

Il suo pensiero andava a Xavier. L'unico suo conoscente a non esser presente in tutte quelle foto. L'unico che apparentemente Orion non conosceva. Anzi probabilmente non lo riteneva una minaccia oppure era venuto a conoscenza del cattivo sangue che scorreva tra i due branchi. Quindi avrebbe presupposto che non fosse una figura che valesse nella vita di Luna. Beh in effetti nessuno sapeva della loro alleanza segreta. Avrebbe usato quel piccolo dettaglio a suo favore, aveva una tapa o per meglio dire un lupo fantasma dalla sua parte. Orion l'aveva seguita da per tutto è solo lei e suo nonno sapevano il reale motivo, più o meno, a differenza del resto delle persone lì. Il gande Jack Wood stava facendo passare questo stolkeraggio come una minaccia alla futura luna del branco dei Forester. Una minaccia ai Forester in fondo. Era palesemente la verità senza entrare nei dettagli. Perché era la compagna predestinata del futuro alfa. Ma dagli sguardi trucidi che le lanciava Alexander di tanto in tanto chiedevano altro, sapeva che quella conclusione non gli sarebbe bastata. Voleva sapere tutto è lei e la sua bocca non glielo avrebbero concesso tanto facilmente. Luna guardò il suo riflesso della tazza piena di tè, come se potesse rivelarle il volto di Orion oppure come i suoi problemi potessero sprofondare li dentro - Tesoro, ti vedo pensierosa sta sera - la voce calda le raggiunse le orecchie distraendola dai suoi tormenti, sbatte le palpebre ritornando alla realtà. Spostò lo sguardo sulla possente figura affianco a lei, che stava sorseggiando il tè caldo dalla tazza guardandola di sottecchi - Un po' - ammise riportando lo sguardo sulla sua tazza - Ah lo sapevo che dovevo portare i biscottini dell'altra volta - sospirò sconsolato accomodandosi meglio sul divano - Cosi avremmo potuto continuare il discorso che avevamo lasciato in sospeso - continuò riponendo la tazza sul tavolino davanti a loro e sporgendosi di lato per guardarla meglio, con il gomito appoggiato sullo schienale del divano e la guancia appoggiata sul pugno. Luna fece un mezzo sorriso, sia perché effettivamente quei biscottini che aveva mangiato nella serra a casa Forester erano buoni, sia perché il vero scopo di Aron Forester era sapere quando si sarebbe fatta marchiare,  aggiungendo un altro pizzico di curiosità riservata alle sulle sue capacità culinarie e sapere se avesse avuto qualche istinto materno già sviluppato o in sviluppo. Anche in quella situazione il vecchio affianco a lei aveva un solo obbiettivo. Non vedeva proprio l'ora di lasciare il suo posto al figlio, pensò. Sospirò sconsolata - Non credo di essere in vena - disse appoggiando la tazza sul piccolo tavolino davanti a loro - Oh! Cara non ti posso mica biasimare - agitò la mano al vento - Però, cerca di pensare a qual cos'altro oltre a capire chi voglia la tua testa su un palo - disse con nonchalance Aron rivolgendole un sorriso a trenta due denti, Luna deglutì rumorosamente guardandolo con occhi sgranati - Aron! Ma che cazzo dici! - sbottò Jack udendo la loro conversazione, l'alfa fece una alzata di spalle - Dico solo la verità dei fatti - il protettore grignò i denti, era troppo stanco per iniziare un altra battaglia, soprattutto una battaglia persa già in partenza con quel soggetto - Sarai una pessima suocera - commentò scotendo la testa, lui gonfiò il petto fiero - Lo so -. I molteplici occhi erano rimasti a guardare i due battibeccare. Luna scollo le spalle, non le dispiaceva assistere ai loro punzecchiamenti, rendevano le situazioni più leggere soprattutto nei momenti peggiori. Appoggiò i gomiti sulle ginocchia e incorniciando il viso tra le mani, osservando i quattro a torno al tavolo, ormai erano ore che stavano lì. L'unica cosa che la rammaricava era il fatto che non fosse pazza in fondo, tutti quei bagliori e luci randomici che aveva visto nell'oscurità nei giorni precedenti erano collegati a Orion. Avevano guardato le telecamere della suola, scoprendo che erano state alterate, cancellando qualsiasi pista. Adesso l'obbiettivo era capire se fosse solo una persona o pure un gruppo, ma sia lei che Jack sapevano già la risposta. Più guardava quelle polaroid è più si formava un magone in gola, era cosi vicino a lei che l'avrebbe potuta uccidere da un momento all'altro, ma perché non l'ha fatto? C'erano foto dove prendeva semplicemente i libri dal suo armadietto. Foto dove studiava nella foresta nera. Foto dove era sola, tutta sola. Ma nessuna le faceva venire i brividi tranne una. Era lei al centro commerciale con le ragazze e stavano bevendo dei frappuccini e la foto era stata scattata a un posto di distanza da loro. Orion era stato praticamente nel tavolo affianco a loro. Ed è l'unica scattata cosi da vicino. Non l'avrebbe uccisa, pensò. Ma perché?  Si stava torturando da ore su quella domanda - Quindi? Che avete in mente? - disse rivolgendosi alle quattro teste calde davanti a lei, mentre una di queste la trafiggeva, ancora una volta, con lo sguardo - Andremo dai Forester - la rispose Jack, voltandosi per appoggiare entrambi i palmi sul tavolo. Sasha squittì dalla gioia, avrebbe avuto la possibilità di convincere la sua amica a farsi marchiare e si sarebbe levata Taina dal suo albero genealogico. Al contrario della amica, che a quella risposta le sue labbra divennero un linea sottile - E' molto più sicuro - continuò guardandola negli occhi, Luna sapeva cosa sarebbe successo una vota che avrebbe lasciato quella casa e suo nonno glielo stava dicendo silenziosamente - Capisco - disse trattenendo il respiro, chiuse gli occhi per un momento, cercando le parole giuste per non far trasparire il suo reale stato d'animo - La brucerai? - chiese in fine, sapendo già la risposta. Lui annuì con la testa, mentre una morsa strinse il cuore della ragazza. Orion le stava togliendo anche l'ultimo pezzo che era rimasto da prima del genocidio del suo branco. Avrebbero dovuto bruciare quella casa, per non lasciare nulla ai cacciatori. Erano arrivati troppo vicino a loro e ne lei e Jeck potevano rimanere ancora lì a lungo, prima che fosse troppo tardi. I istintivamente passò lo sguardo su tutto il soggiorno e le passarono davanti a gli occhi tutti i momenti che aveva passato lì. Cercò di rimandare le lacrime indietro, non voleva crollare sotto gli occhi di tutti, doveva essere forte ancora una volta. Ma quei gesti, quei movimenti non passarono in osservato a gli occhi di Alexsander, che grazie al piccolo seme del loro legame, sentiva e percepiva tutte le sue emozioni. Luna deglutì incrociando gli occhi del suo compagno, che la guardavano in modo opposto dalle ultime ore, erano pieni di preoccupazione, tomento e un altra cosa che non riusciva a decifrare. Si schiarì la gola - A quando questo trasferimento? - domandò spostando l'attenzione su suo nonno, ma qualcun altro parlò apposto suo - Anche adesso - commentò la voce affianco a lei, che le rivolgeva un sorriso a trenta due denti - Non credo che sia fattibile, megera - lo rispose Jack, lui sbuffò allargando le braccia - Prima è meglio è no? - - E' chi svuoterà tutta la casa e il mio arsenale? - Aron tirò su un piccolo ghigno - Ho un intero branco a disposizione, tesoro - disse facendogli l'occhiolino, mentre quest'ultimo stinse la mascella. Luna passo lo sguardo tra i due, non sarebbe andata via di lì da un memento all'altro, come una vigliacca senza nemmeno metabolizzare cose le stava accadendo. Alexsander catturo il suo sguardo, il turbine di emozioni che proveniva da lei non lo faceva stare tranquillo. E non poteva stare con le mani in mano mentre due occhioni verdi lo guardavano e gli pregavano silenziosamente di darle una mano. Si stava aggrappando a lui e al suo cuore ferito. No, il suo cuore non era ferito come credeva, perché era guarito ne momento che si era rivoltata in quel corridoio e gli aveva passato quella polaroid. Ma poteva dire che il suo orgoglio era a pezzi. L'avrebbe lasciata in balia dei avvenimenti? No, non si sarebbe comportato ne da alfa ne da uomo. Scollò le spalle - Non cred - fu interrotto dal soggetto che aveva difronte a lui - Alfa Aron credo che sia un ottima idea - Axel gli rivolse un sorriso a trenta due denti - Questi cacciatori possono far del male a Luna da un momento al altro se non prendiamo subito delle precauzioni drastiche - continuò rivolgendosi a Jack e quest'ultimo passo uno sguardo su tutte le informazioni che avevano, era titubante. Alexsander linciò con lo sguardo il giovane protettore. Odiava sentire il nome della propria compagna dalla sua gola, gliel'avrebbe tagliata se avesse potuto, anche in quel momento - Eppure non è successo - disse Alexsander ottenendo un occhiataccia dal ragazzo. La bionda dietro di lui sbuffo - Sei sempre il solito! Stai aspettando che arrivi il peggio? - Sasha di mise difronte a lui incrociando le braccia - Dobbiamo portarla da noi! E anche subito! - lui sbuffò - Sei la solita frettolosa, è inutile che corriamo subito hai ripari adesso, quando si saranno calmate le acque cosa faremo quando ritorna o ritornano? - lei grignò i denti, assottigliando gli occhi in due fessure - Vuoi solo perdere temo, perché sono sai cosa fare - - Sasha sta attenta a come parli - - Alex... - la bionda non fini la frase che venne interrotta dalla figura minuta che era rimasta a testa china nel l'angolo ad ascoltare - Sasha tuo fratello a ragione - la bionda face scattare la testa di lato mentre guardava Evangeline avvicinarsi affianco al fratello - Penaci un attimo, siamo tutti nel mirino di Orion, se avesse voluto aggredirci l'avrebbe fatto - prese la polaroid, più macabra secondo Luna - Ci avrebbe messo un attimo - gliela sventolò in faccia - Pure tu stai dalla loro parte? - disse facendola drammatica, il compagno e il fratello alzarono gli occhi al cielo - Sasha, tesoro, non è una questione di chi parte stare, stiamo cercando di capire come salvare la pellaccia - commento Bernhard, lei arricciò il naso dal fastidio per esser stata contraddetta - Tra l'altro bocchiamo pure capire quale stanza prepararle, in che lato della casa posizionarla - - Io consiglierei la mai stanza - commentò Alexsander facendo un sorrisetto al soggetto della conversazione, lei si accigliò. Sasha colpì il braccio del fratello - Sei indecoroso, non puoi, visto che no hai ancora assolto ai tuoi doveri - - E per questo per questo la scelta giusta e che ste sera venissi con noi - si intromise Aron che stava guardando la scena con un ghigno divertito. Tutta quella pressione infastidiva non poco Luna, era trattata come un oggetto o peggio. Ognuno aveva i propri scopi, e quei inutili battibecchi non avrebbero portato a niente se non a litigare tra loro. Si solto verso l'alfa - Dammi una settimana di tempo - lui schioccò la lingua sul palato - E' un pò troppo tempo cara - - Tre giorni? - lui la guardo torvo accomodandosi meglio sul divano, per lui la decisione era già stata presa - Orion ha cacciato la bomba, quindi e normale che si aspetti che siamo sulla difensiva e non farà niente per un po' di tempo. Tre giorni bastano, devi capire che queste situazioni per Luna siano nuova - Alexsander si rivolse al padre mentre quest'ultimo assottigliò lo sguardo su di esso. Gli altri presenti puntarono milioni di occhi su la diretta interessata, si morse l'interno guancia, l'odioso peso che portava sul cuore si faceva più pesante. Si sarebbe scavata una fossa da sola se sarebbe bastato a evitare tutti quei sguardi. Parlare dei suoi sentimenti? Erano un fottuto casino. Passo il rassegna tutti i presenti che aveva davanti a se, cercando di avere un espressione più neutra sul volto, ma per chi fosse stato bravo a leggerla avrebbe letto nei suoi occhi tutto il suo sconforto - Io... - sussurrò stringendosi leggermente la gamba con la mano destra - Ho bisogno di un po' d'aria - 

Si alzò dal divano diretta verso le scale, che portavano al piano superiore della piccola la casa, diretta verso la sua cameretta - Vuoi un po' di compagnia? - le urlò Sasha alle sue spalle, lei si volto cercando farle il miglior sorriso riassicurativo che potesse fare - Dammi sono cinque minuti Sasha - Luna guardo per un attimo l'amica che non l'avrebbe lasciata di piede, soprattutto perché quest'ultima si stava facendo prendere dalla paranoia e da qualche strano atto di fuga escogitato lei - Cinque minuti, ti prego - sussurrò. Finalmente la bionda non protestò più del necessario facendole un cenno di assenso e per questo lei la ringraziò una seconda volta. Non era riuscita a non far trapelare il suo malumore. E' ancora una volta quel macigno si fece sentire, ma non solo sul suo cuore, che era già schiacciato. Sta volta anche la sua amina. 



___________________________

Heilà come va lupachiotti e lupachiotte? 

Anche il caldo vi sta sciogliendo anche se state solo respirando?

Comunque sono molto soddisfatta di questo capitolo! Ci ho messo un pò di tempo (anche sta volta) ma ne e valsa la pena, spero che vi piaccia anche a voi🤞

Sola nella foresta della lunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora