Capitolo 16

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Non riesco a levare la mano dal collo:  non voglio crederci. Sento che sono sul punto di scoppiare in lacrime. Non posso. Non posso averla persa. No, no. È caduta a terra. Ovvio. È qui, da qualche parte. Devo solo cercarla. Incomincio a guardarmi intorno: perlustro ogni spazio, ogni angolo, ogni centimetro del vicolo. Il mio sguardo si muove a scatti da una parte all'altra , aggrappandosi alla speranza di scorgere quella inconfondibile tonalità rossa. Sfuggo dalle occhiate piene di compassione dei miei amici: non sopporto farmi vedere così. Non sopporto che lui mi veda così. Continuo a cercare, ma la verità sembra essere una: l'ha presa. A un tratto mi sento debole, molle. Il mondo intorno a me incomincia  a girare e cado a peso morto sulle mie ginocchia. Il mio gesto è seguito da un lieve sussulto, alle mie spalle. "L'ha presa..." sussurro con la voce spezzata e una lacrima mi riga il viso, lasciando un solco profondo. Mi sento pervadere da una tristezza infinita e devo utilizzare tutte le mie forze per non scoppiare in un pianto disperato. Lo so che molti potrebbero trovarlo stupido, in fondo è solo una sciarpa. Ma la gente non sa tutto quello che è racchiuso in quella massa calda di lana rossa, nessuno sa che ricordi mi legano a quell' oggetto. Beh non proprio nessuno: Eren, Armin e...quelle tre. Uno strano e contorto  pensiero approda nella mia mente: e se ci fossero loro dietro a tutto questo? Sospiro forte, come a voler scacciare questa ipotesi senza senso. Si, sarebbe troppo anche per le 3 V.
Nel viaggio di ritorno io sto indietro: non mi va di parlare, non mi va di fare niente a dire la verità. Anche gli altri sembrano aver capito che non sono in vena e non vengono a disturbarmi. Ogni tanto qualcuno ci ferma e domanda se abbiamo catturato lo shippatore: Armin ogni volta risponde cordialmente raccontando in breve l'accaduto. E ogni volta colgo l'espressione confusa che mi rivolge l'interessato, che evidentemente non riesce proprio a spiegarsi la mia aria triste. Anche le ragazze sembrano confuse quando arriviamo: Sasha è già sul punto di esultare, ma appena incrocia il mio sguardo la sua espressione si rabbuia. Lascio andare avanti gli altri e assisto da lontano alla scena, senza nemmeno riuscire ad ascoltare i discorsi: Eren si avvicina a Historia porgendole la borsa, lei ribatte qualcosa con aria sconfortata e lui annuisce. Vedo Sasha e Ymir sussultare, per poi accorgermi che Historia sta correndo verso di me: mi da l'impressione di stare per mettersi a piangere. "Mikasa mi dispiace!" mi dice con la voce spezzata, stringendomi forte. Non voglio che si senta in colpa: non è affatto colpa sua. Non voglio darle pesi che non merita. "Grazie Historia, ma non è stata colpa tua" rispondo senza staccarmi da quell'abbraccio rassicurante: forse è per la sua aria dolce o perchè è così premurosa, ma Historia riesce sempre a tranquillizzarmi. Come mi allontano dalle sue braccia le rivolgo un sorriso amichevole, quanto finto. Non penso possa bastare un piccolo gesto confortante per tirarmi su il morale...
"Sono a casa" grido cercando di non far trapelare le mie emozioni. Prego con tutto il cuore che la mamma non voglia farmi il quarto grado per il primo giorno di scuola, ma a quanto pare ogni richiesta sembra vana oggi. "Come è andata a scuol-" s' interrompe puntandomi il collo e sgranando gli occhi "Dov'è la sciarpa?". A questo punto crollo: non ce la faccio più. Inizio a piangere a dirotto, accasciandomi a terra: il silenzio della casa si riempie dei miei singhiozzi. Le racconto tutto e per quanto il dolore rimanga, il cuore sembra farsi più leggero. Lei non mi interrompe nemmeno una volta e mi stringe in modo affettuoso tra le sue braccia, senza però soffocarmi. Quando esaurisco le lacrime, mi alza il volto e mi asciuga il viso con la mano. "Non credo che riuscirò con delle parole a consolarti, so quanto tenessi a quella sciarpa. Mi dispiace tanto. Penso che vorrai stare un po' da sola". Sembra davvero dispiaciuta: non tanto per ciò che è accaduto, ma perchè non sa come aiutarmi a stare meglio.
Appena tocco la superficie morbida del letto respiro profondamente. Sono quasi tentata a rimettermi a piangere, ma il rumore del mio telefono spezza il silenzio della mia stanza. È un messaggio. Guardo sul display il mittente: Eren. "Mi dispiace per la sciarpa, so che aveva tanti ricordi importanti per te. Mi dispiace di non essere riuscito a fermare il ladro. Mi farò perdonare". Rileggo il testo più volte. Non è colpa sua. Eppure i miei occhi sono fissi su il "mi farò perdonare".

Buonasera😀ecco il nuovo capitolo che mi è venuto anche piuttosto lungo.okay non so che dire LOL.goodnight💗

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