IV

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Per quanto si impegnassero, i Titans non riuscivano a scoprire cosa e chi si celasse dietro quelle bombe interrate. L'unica cosa positiva fu che Cyborg riuscì a localizzarne una buona parte, così che potessero agire e toglierle senza procurare ulteriori danni alla città.
Su alcune bombe trovarono uno strano simbolo, una specie di otto incastrato in un altro otto, ma non li faceva risalire a niente.
Erano ormai due settimane che i Titani si erano trasferiti a Steel City, e non si erano nemmeno presi una pausa: quando c'è qualcuno da proteggere, si sa, la giustizia non riposa mai; ma, oltre ad essere supereroi e paladini della città, erano anche normali adolescenti, a da tali avevano bisogno di pensare anche a se stessi.
Un giorno, 24 ore, non erano niente. Che poteva succedere in 24 ore? Niente. C'erano state altre esplosioni negli ultimi giorni? Nessuna. Avevano diritto anche loro di far un po' pacchia.

La brezza mattutina sfiorava le chiome dei pochi Titans svegli a quella fresca ora del tanto atteso weekend; Speedy, ancora in pantaloncini e maglietta per sonnecchiare, aveva spalancato tutte le finestre e, con energia raggiante, aveva lasciato entrare le prime luci di sole nella sala principale, che condivideva soggiorno, cucina e sala riunioni. Sul divano al centro, vi erano seduti Robin e Cyborg, che ormai si poteva dire non conoscessero manco più la definizione di dormire, circondati da caffettiere e fazzoletti ovunque; il ragazzo meraviglia sonnecchiava finalmente sulla spalla cibernetica dell'omaccione che, essendo per metà robot, risentiva di meno il bisogno di riposare, e difatti era ancora sul suo computer, a localizzare le mine e analizzare quelle che avevano esportato, attività in cui si erano cimentati tutta la notte. Bumblebee ogni tanto lo guardava storto, volendo che anche lui si riposasse, ma non diceva nulla, continuando a guardare la tv davanti alla sua tazza di latte e cereali. Raven era seduta qualche posto più lontano da lei, stesso tè, stesso libro, stesso interesse. Màs e Menos probabilmente dormivano ancora, insieme all'aliena Starfire e Beast Boy, mentre Aqualad, che era il più mattiniero e il più attivo, aveva già fatto colazione e si era rinchiuso in bagno.
«Bonjour!» gridò Speedy, per rompere il silenzio creatosi, ma nessuno gli rispose; soltanto Bumblebee ridacchiò, senza alzare lo sguardo.

«È una marca di tofu...?» una voce sibilò appena entrata nella sala. Il verdognolo si stropicciò gli occhi, facendosi strada a passi pesanti e assonnati verso le mensole. Anche quando era appena sveglio non mancava della sua ironia.
Tutti i presenti, eccetto Raven ed, ovviamente, Robin, si voltarono verso di lui, guardandolo increduli.
Arrivò fino alla mensola, cercando il suo latte di mandorla, per poi girarsi e notare di essere fissato. «Che c'è?»
«Niente» rispose il robot, scambiando uno sguardo con Speedy e cercando quello di Raven.
«Allora torna a fare le tue cose da nerd e smettila di guardarmi» fece una smorfia, strisciando sempre e sedendo al tavolo, accanto a Raven.
«Se The Beast si è svegliato presto, deve essere successo qualcosa di grave» ironizzò l'ape sporgendo il volto e guardandolo, divertita. Anche chi non lo conosceva benissimo sapeva che non era mattiniero.
«Caffè del buongiornissimo con una pollastrella, frate'?» ridacchiò Cyborg sfottendolo.
«Ma sta' zitto.»

«No, quello lo farò io» li interruppe Aqualad, entrando nella sala. Il modo era vestito casuale, con una felpa celeste, jeans neri e anfibi neri. Si stava sistemando con le mani i capelli all'indietro, dirigendosi verso l'ascensore.
«Dove vai?» lo chiamò Speedy, inclinando la testa.
«Esco un pò. Ho anch'io una vita.»
«Hai finito di parlare coi pesci?» rise l'ape.
Il ragazzo irato le rispose subito; «almeno con qualcuno parlo, asociale. Ci vediamo dopo, belli!»
Appena uscì, la mora cambiò subito discorso, non facendo caso alla sua frecciatina. Forse se l'era meritata. «Avete saputo? Anche Kid Flash è in città.»
Cyborg roteò gli occhi, irrigidendosi subito e tornando ai fatti suoi.
«Buon per lui» disse Beast Boy, notando l'atteggiamento dell'amico robotico. Sapeva che da quando Kid Flash era arrivato a Jump City, il rapporto tra Cy e Jinx aveva cominciato ad incrinarsi. Lui era geloso del fatto che Jinx passasse così tanto tempo con Kid Flash, e lei che lui si sentisse con Bumblebee. Ma, come diceva il mezzo-robot, non sarebbe comunque mai potuta funzionare.

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