VIII

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Ormai Cyborg, Raven e Beast Boy stavano frugando tra le macerie della torre da quasi un'ora, cercando qualsiasi cosa che si fosse salvata nell'esplosione.
Ma il tempo passava, e i tre non avevano ancora trovato niente.
Starfire e Robin erano andati in cerca di qualche abitazione nel quale alloggiare momentaneamente, almeno fin quando la torre non sarebbe stata ricostruita.
Non potendo contare sui Titans East, in quanto anche la loro torre era stata completamente distrutta, i supereroi avevano deciso di dividersi, in modo tale che ogni gruppo di supereroi rimanesse di guardia nella propria città in caso di allerta crimine.
«Non c'è niente!» gridò improvvisamente Cyborg furioso, calciando un blocco di granito. «Bella mossa, codardo- colpirci alle spalle!» continuò, gridando con tutta la voce che aveva verso il cielo. «La prossima volta abbi la decenza di mostrarti! Non vedo l'ora di poterti tirare un bel calcio in-»
«Cyborg, basta» disse Beast Boy freddo mentre lasciò cadere il pezzo di marmo che aveva sollevato, allontanandosi da lui verso il mare.

«Basta? Basta?! Ci ha distrutto casa! Tutte le nostre attrezzature, la nostra tecnologia, i nostri ricordi... ci ha tolto tutto!»
Il robot sospirò cercando di calmarsi, ma non gli veniva facile. «Adesso che faremo?»
«Troveremo DeathStroke e gli faremo mangiare queste macerie» aggiunse Raven avvicinandosi ai due, sbattendo le mani per spolverarle.
«Oh-ho, di peggio. Se lo trovo gli faccio un culo tan-»
«Cyborg!»
«Scusatemi» disse piano guardando in basso, per poi girarsi ed andare a cercare tra le macerie qualche chilometro distanti.
La corvina, notando che Beast Boy era seduto su delle pietre vicino al mare, fece per raggiungerlo.
Senza dire niente si sedette accanto a lui. Era intento a lanciare dei sassolini in acqua, ma era evidentemente innervosito dal fatto che questi non rimbalzassero sull'acqua, ed osservava accigliato le pietre affondare nel mare.
La corvina, imitando Beast Boy e cercando di tirargli sù il morale, prese un sassolino e lo lanciò in acqua, incapace anche lei di farlo rimbalzare. Sentì il mutaforme ridere leggermente.
«Beast Boy... va tutto bene?» chiese Raven silenziosamente. Forse doveva ripeterglielo un po' più forte; non era sicura che BB l'avesse sentita.
«No» rispose dopo un po' lui, freddo.
«Vuoi parlarne?»
Il ragazzo si voltò verso di lei: sperava davvero che prima o poi glielo avesse chiesto. Aveva bisogno di parlare con qualcuno, e la streghetta era la persona perfetta. Tuttavia, sul punto di risponderle, venne fermato da Starfire, che svolazzò allegra fino all'isola dove una volta sorgeva la T-Tower.

«Amici, abbiamo trovato una casa!»
«Non mi dire. Proprio quello che sognavo!» rispose ironico Cyborg, mentre allungava la mano verso l'alto per essere afferrato dall'aliena. Questa lo prese e lo sollevò in aria, cosa che faceva abbastanza spesso nelle missioni in cui non potevano usare la T-Car o in quelle in cui urgeva la velocità nell'arrivare sul posto. La sua forza incredibile l'aiutava notevolmente.
«Vedrai Cy, ti piacerà tantissimo! Amici Raven e BB, voi non venite?»
«Arriviamo» rispose la corvina alzandosi mentre guardava i due allontanarsi rapidamente dall'isola.
Sentì a d'un tratto la mano calda del mutaforme afferrare la sua dolcemente. Quei guanti che indossava dovevano essere dei forni.
Però, doveva ammetterlo, era una bella sensazione avere le sue mani grandi e calde sulle sue, che a confronto erano davvero minute e fredde.
«Sì, voglio. Per favore, stanotte-»
«Certo» lo interruppe lei. In un attimo Beast Boy cambiò forma e, con le sue ali da aquila, spiccò in aria, seguendo i due piccoli puntini in aria molto più avanti di lui che altri non erano che Cyborg e Star, mentre la corvina lo guardava volare pensierosa.

***

«Notizie dagli East?» chiese Robin mentre addentava un trancio di pizza ancora calda, portata poco prima dal fattorino.
«Anche loro- anche loro hanno trovato un appartamento in cui- alloggiare momentaneamente. Sono- già sulle tracce di DeathStroke» rispose Cyborg, fermandosi ogni tanto per deglutire tutto il cibo che aveva in bocca. Il tutto senza smuovere lo sguardo dal suo telefono.
«Ragazzi, ma come si accende questo affare?» chiese Starfire mentre tirava piccoli pugnetti su un telecomando piuttosto vecchio.
La tecnologia della "casa" in cui alloggiavano era nulla in confronto a quella della torre; era il motivo principale per cui Cyborg si lamentava.
Nel complesso, però, non era male: era una casa unica, quindi nessun vicino fastidioso troppo appiccicoso, anche se ogni tanto si sentivano delle grida e delle voci stonate cantare dall'altra parte del muro, nel condominio unito alla loro abitazione. Aveva quattro piani, ma il piano terra non era da considerare perché in sostanza era composta soltanto dalle scale che portavano agli altri tre piani. Al primo piano c'era il salone, una minuscola cucina e un bagno, al secondo tre camere da letto ed un altro bagno. Inoltre, quasi alla fine del corridoio, una scala in metallo portava al terrazzo. Quando la videro lì pensarono tutti, persino l'aliena, che fosse una cosa parecchio strana.
Starfire adorava la nuova abitazione, specialmente per il fatto che fosse molto piccola. Diceva che era tenera e che questa disavventura li avrebbe soltanto uniti ancora di più.
Gli altri erano contrari, ma non lo dicevano mai di fronte all'aliena, che ci teneva molto. Avevano scelto di abitare lì soltanto per non dare troppo nell'occhio.
Quando finirono di mangiare, poggiarono i cartoni delle pizze sul forno e ognuno andò nella propria stanza. Star e Raven avrebbero diviso una camera, Cyborg e Robin un'altra e Beast Boy avrebbe avuto quella singola, che giustamente era la metà di una camera normale.
Nessuno dei due ragazzi voleva dividere la stanza con il mutaforme, date le sue "abitudini" e la sua predisposizione al caos più totale.

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