VI

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I primi raggi di sole perforarono il fitto strato di nebbia che era solita poggiarsi, ogni notte, sul mare, che circondava la T-Tower degli East. C'è chi era positivo e diceva che era soltanto nebbia, lasciando stare ogni remota possibilità che essa fosse, invece, soltanto l'accumulo di gas e fumo proveniente dalle fabbriche della grigia Steel City.
Raven sorseggiava seduta sul divano quel poco di tè nero nella tazza, l'unico tipo di tè rimasto nelle dispense della cucina, poiché Speedy si dimenticava ogni volta di acquistarne qualche preparato. Maledetto. Fortunatamente la notte prima Robin e Cyborg erano partiti per tornare a prendere i loro oggetti personali rimasti alla T-Tower, che erano stati lasciati là perché non era previsto che sarebbero rimasti più di un mese dai Titans East; erano passate ormai più di quattro settimane e il caso non si era ancora risolto, quindi dovevano dividersi tra la necessità di salvaguardare Steel City e quella di tornare periodicamente a controllare la loro città, specialmente ora che l'intero mondo sapeva che i Titans avevano migrato nella cupa e grigia metropolitana, a causa di telegiornalisti indiscreti che avevano ripreso il combattimento tra Kid Flash e Cyborg, nonché i volti dell'ape e degli altri due Titani.

Avrebbero sicuramente portato le sue innumerevoli provviste di tè verde, carissimo tè verde. I pensieri della corvina vennero interrotti dal rumore dell'ascensore. I due ragazzi entrarono pieni di scatole, chiuse a malapena, che vennero poi poggiare con pesantezza a terra, nella sala.
Raven scrutò su tutte le scatole il nome alle quali appartenevano, ma, non trovando il suo, guardò innervosita i due, senza passare inosservata.
«Tranquilla Raven, ci sono altre scatole in auto!» si affrettò a dire Cyborg, muovendo in senso orario le spalle e producendo uno scricchiolio con le parte robotiche. «Ho bisogno di un po' d'olio di gomito.»
La ragazza tornò a guardarli normalmente.
«Potresti anche aiutarci però» aggiunse il ragazzo dalla scura carnagione, guardandola incurvandosi un po' con la schiena, affaticato, o meglio, scocciato.
«Vi fa bene esercizio fisico... non amavate allenarvi?» rispose lei poggiando una guancia sul dorso della mano, inclinando il capo e alzando le sopracciglia con un mezzo sorriso ironico. Il cappuccio ormai non lo indossava più.
«Considerando la quantità di scatoloni e la velocità con cui va l'ascensore, ci metteremo il giorno intero» disse Robin, seguendo dopo poco il robot e poggiando il suo scatolone a terra, poggiandocisi sopra un attimo e sospirando.
La corvina roteò gli occhi e continuò a leggere il suo libro. Senza staccare lo sguardo dall'inchiostro sulle pagine dorate, portò la mano su e la sventolò, sussurrando qualcosa inudibile. Di fronte all'ascensore apparve un portale. Cyborg ci si avvicinò intimorito.
«Non hai qualcosa di più... sicuro...?»
In tutta risposta lei lo guardò storto, senza aver bisogno di dire nessun'altra parola.
«Va bene, va bene! Scusa per il disturbo!» disse velocemente, ridacchiando per i suoi fari freddi e scorbutici ma gentili, per poi attraversare il portale. Robin attese un po' per vedere se era effettivamente sicuro, fin quando il robot non riattraversò il portale con altri due scatoloni in mano.

Fecero avanti e indietro per un bel po'. Nel frattempo, anche tutti gli altri Titans si erano svegliati e adesso stavano rovistando negli scatoloni.
Beast Boy, che stava guardando con la coda dell'occhio la corvina verificare che ci fosse tutto, notò uno sguardo disgustato da parte di quest'ultima. Poco dopo buttò nello scatolone del mutaforme un cd con su scritto con l'indelebile "D34tH $hØtsX". Tutti simboli erano ripassati con un pennarello bianco, ma in modo differente, indecifrabile. Probabilmente si trattava di quei pennarelli che si illuminano al buio o bambinate simili.
«Scusami?» disse lui.
«Non mi appartiene.»
«Nemmeno a me!»
«Non mi stupirebbe sapere che non ricordi di avere la maggior parte dei giochi per ps4 abbandonati da qualche parte, o nella stanza di qualcuno» disse lei riferendosi alla sua camera, chiudendo il suo scatolone con aria ora soddisfatta e un sorriso accennato e creando un portale simile al precedente, buttandoci poi lo scatolo e le varie cianfrusaglie dentro.
«Che? T'ho detto che non è mio! E stai insinuando che vada a mettere le mani nella tua stanza? Pfft, ma per piacere.»
«Lo hai fatto ieri, la settimana scorsa per tre volte, il mese scors-»
«Ero capitato lì per caso!» controbattè lui. La corvina lo guardò storto.
«Basta, voi due!» gridò Robin mentre portava le sue cose nella sua stanza. Solo allora i due si accorsero che tutta la loro squadra, compresi di Aqualad e Speedy, li stessero fissando, chi con un sorrisetto malizioso e chi con uno preoccupato.
«Cosa dovrei farmene?» continuò Beast Boy. Raven lo guardò senza rispondergli, per poi avvolgersi nel suo mantello e andare via. Il ragazzo sbuffò. «Io proprio non la capisco.»
Cyborg gli passò vicino. «È per questo che ti piace così tanto~» gli sussurrò all'orecchio, ricevendo una gomitata in pancia come risposta.

Let me love you [BBRAE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora