«Aiuto-! C'è un mostro sotto al mio letto!» piagnucolò Beast Boy, seduto a gambe incrociate sul letto di Cyborg.
«Vaffanculo!» gridò Cyborg con tono leggermente divertito, seduto sul letto di Robin, che si trovava sotto il suo, nel letto a castello. Allungò il collo esternamente al materasso, afferrò il cuscino e cercò di buttarglielo contro lanciandolo in aria, ma questo gli ricadde dritto in faccia.
Il mutaforme rise.
«Posso andarmene, adesso? Non ho voglia di sentirvi litigare» sbuffò Raven a braccia incrociate, poggiata sulla scrivania di Robin. Era stata letteralmente trascinata da Beast Boy e Cyborg nella camera dei due ragazzi, trovandosi con tutti gli altri Titans.
Robin, stufo, che altro non voleva che rimanere solo nella sua stanza, senza tutte le grida e le risate che i due stavano facendo ormai da una decina di minuti, guardò male i tre Titani; voleva soltanto che se ne andassero, ma non aveva, letteralmente, la voce e la forza per cacciarli.
«No! Va bene, va bene» tossì piano Beast Boy per schiarirsi la voce, divenendo serio. «Oggi è giovedì-»
«Perspicace» borbottò la corvina. Starfire la rimproverò con il solo sguardo; ma non le fece effetto. La rossa inclinò il capo un po' confusa: di solito funzionava.
Il mutaforme, notando che l'aliena lo aveva già preceduto, continuò sereno il suo discorso. «Stavamo pensando di uscire un po', farci una pizza... cose così.»
Il moro sospirò, scambiando uno sguardo contrariato con Raven. Quei due erano della stessa pasta.«Heh, non potete dire di no! Andiamo, sono passati giorni dall'ultima volta che avete messo piede fuori casa-» esclamò subito Beast Boy, «o dalla vostra stanza» borbottò. «Ed è da tanto che i Titans non passano un po' di tempo insieme!»
«Devo ancora scattare il selfie della settimana» fece l'occhiolino il robot, mantenendo lo sguardo sul suo smartphone con la testa appesa al margine del materasso. In verità, non se ne fotteva nulla dei selfie o dei social, fintanto che era con i suoi migliori amici.Starfire svolazzò accanto a Robin, afferrandolo per il braccio e scuotendolo. «Per favore» chiese lei dolcemente. Il moro era pronto ad obbiettare, ma non riusciva a parlare. Qualcosa gli bruciava la gola. Rimase a guardarla nei suoi enormi, limpidi occhi verdi, finché questa non gli sorrise felice. «Allora...? È un sì?»
Robin guardò altrove, sospirando nuovamente. 'Chi tace acconsente', le dissero una volta. L'aliena saltò dalla gioia, gridando ed esultando nelle orecchie del ragazzo.
Il mutaforme, stupito dall'esito
positivo del gesto di Star, la imitò, saltando giù dal letto e fermandosi di fronte a Raven con occhi dolci. «Per favooore!»
La corvina aprì il palmo, distendendolo sul suo viso e spingendolo via. «No» disse schietta, facendo per andarsene. La sua gola era apposto, a differenza del moro, o così pareva.
Beast Boy la prese per mano, fermandola. «No? No. Cioè, no al no! Non ti lascerò ammuffire in quella stanza, Rae-Rae» ridacchiò, cercando di rimanere positivo.
La ragazza sventolò la mano, liberandola da quella del mutaforme, che stavolta l'afferrò per il braccio. «Andiamo, qual è il tuo problema?» chiese, cercando di sembrare il più dolce possibile. Ma, per come l'aveva detto, ottenne l'effetto voluto completamente contrario.«Il mio problema? Il mio problema?!» gridò in risposta sotto gli occhi di tutti; girò il polso, afferrando con la mano imprigionata quello dell'elfo, stringendoglielo nel punto delle vene. C'era qualcosa in quella stretta che non andava, più del solito; il ragazzo sentì mancare le forze, mentre la sua mano divenne rapidamente viola, mentre la forte presa gli stava letteralmente schiacciando il braccio. «Il mio problema sei tu! Se io decido di ammuffire in una fottuta stanza, ammuffisco! E se decido di darti un pugno in faccia, ti do un pugno in faccia! E tu hai oltrepassato il limite, dicendomi ogni volta cosa cazzo fare! Qual è il tuo, di problema?!»
«Rae–»
Le vetrate, così come lo schermo del cellulare del robot, si creparono.
«No!» gridò furiosa, lasciando il polso del ragazzo con una forza tale da spingerlo via di qualche metro, per poi uscire dalla stanza e incamminarsi verso la sua, sbattendo sonoramente la porta, in modo che i tre capissero che non aveva la più pallida intenzione di andare con loro. Beast Boy rimase lì dov'era, triste.
«Potevi evitare» si mise a sedere Cyborg, guardando con angoscia il display. «Sai, è un lavoro da fratello.»
«Scusate, entrambi...» lo fermò Starfire. «Meglio se ci pensa la sorella» disse con aria orgogliosa, ripetendo nella sua testa la parola 'sorella'. Erano passate al livello successivo, ormai. O, almeno, sperava che fosse così anche per Raven.
L'aliena svolazzò via dalla stanza, lasciando i tre ragazzi guardarsi negli occhi.
«...sorella?» chiese Cyborg a sé stesso, ad alta voce, grattandosi la nuca.
Beast Boy incrociò le braccia, voltandosi verso di lui. «Fratello?!»
«Con ciò?»
«Hai seriamente detto 'fratello', fratello?!»
«Non è la prima volta che lo faccio!» rispose lui tornando a guardare le crepe sullo schermo.
«Piantatela» sussurrò il moro, venendo ignorato da entrambi.
«Cosa volevi dire? Che io non sono la persona più adatta per parlare con Rae?! Anche io sono suo fratello!» continuò lui, gridando. Sotto sotto, quella discussione lo stava divertendo abbastanza. «E poi, a me non chiami più così...»
«Certo, tre mesi fa la provocavi e adesso la chiami 'sorella'.»
«Qualcosa in contrario?»
Il robot lo guardò con aria maliziosa, spegnendo il telefonino. «Non mi sembra, in ogni caso, che comunque sia proprio una sorella, per te.»
«Eccolo che ricomincia» sbuffò Beast Boy avvicinandosi al leader, poggiando la fronte sulla sua spalla con fare drammatico. Questo si allontanò subito, nonostante il mutaforme camminò con lui, mantenendo il contatto. Il vano tentativo del ragazzo meraviglia di scappare da lui lo stava facendo scoppiare dal ridere, ma dovette fare uno sforzo per trattenersi. Che commedia sarebbe stata con una risata? E, per come rideva lui, non sarebbe più riuscito a smettere.
Cyborg aggrottò le sopracciglia, sorrise, si schiarì la voce e prese a parlare imitando l'amico. «"Cy, Cy! S-secondo te le piacciono i fiori? I-intendo... quali fio-fiori?"» gridò con voce stridula.
«Non ho mai detto u-una cosa del genere, e in ogni caso non erano per quel che pensi tu! E comunque, io non balbetto!»
Il robot rise, scuotendo il capo e tornando ad imitarlo. «"Cy, Cy! Che dici, andrà bene come libro? È di fantascienza! Gli piacerà, la fantascienza?"»
Il moro sorrise leggermente, non passando inosservato dal mutaforme, completamente rosso in viso. «B-beh? L'avevo trovato nell'arcade, non volevo buttarlo!»
«"Frate'! Ti serve qualcosa dal negozio? Sto andando a comprare del tè-"»
Beast Boy gli si fiondò sopra, coprendogli la bocca. «D-dio, amico, sai cos'è l'amicizia?!»
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Let me love you [BBRAE]
Fanfiction«Il Jian, noto anche come l'uccello che condivide le ali, possiede un'ala sola. A meno che non poggi l'ala su un'altra esemplare della sua specie, l'una sull'altra, e agiscano come una sola persona, non sono in grado di volare. Sono creature imperfe...