XIV

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Beast Boy mutò rapidamente in gorilla, lanciandosi contro DeathStroke e cercando di atterrarlo. Questo caricò il pugno destro e lo colpì sul muso, poi sul ventre, scagliandolo contro le vetrate della cabina. I seggi attutirono il colpo, permettendo alle pareti di non crollare.
Raven si guardò intorno in cerca di qualcosa che potesse scagliarli contro, ma, non trovando niente, improvvisò una lotta corpo a corpo con l'uomo. Quando questo cercava di colpirla, Raven si proteggeva creando uno scudo temporaneo, cercando poi di calciarlo. Se la cavava nei combattimenti, ma non era il suo punto più forte.

«Spero che la mia allieva vi abbia informati della situazione» disse l'uomo ad un certo punto, concentrando la sua forza sulla protezione della ragazza e mandandola in pezzi.
Beast Boy gli si lanciò contro sotto forma di coyote. «Smettila con questi giochetti!»
«Per te... è sempre tutto un gioco» gli rispose lui con fare lento, afferrandolo per la coda e lanciandolo contro le vetrate che, stavolta, si frantumarono, creando un varco. Uno strano odore immergeva le narici di Beast Boy, lo stesso odore che sentì quando lui e Cyborg passarono dal benzinaio per far rifornimento alla sua 'bambina', mescolato a qualche altra esalazione puzzolente.
DeathStroke spinse via la ragazza, camminò verso il mutaforme e lo calciò giù dalla cabina, per poi voltarsi verso Raven.
«Mi sono mancati i vostri inutili tentativi di ferirmi» disse aspro ma calmo, come in una semplice discussione. «Il vostro modo di lottare... per niente.»
I vetri per terra intorno a lui presero a levitare, per poi puntare contro DeathStroke. Raven lo guardava con le braccia spalancate.

«Hai bisogno di un hobby.» La ragazza chiuse le braccia, scaraventando tutti i frantumi di vetro taglienti verso l'uomo, che si buttò a terra e rotolò verso il varco.
«Oh-» disse, prima di buttarsi giù dalla ruota panoramica, «-ce l'ho già.»
La ragazza corse verso le vetrate guardando la figura del pazzo cadere, chiedendosi quale malato piano avesse in mente, fin quando anche lei non sentì lo strano odore che emanava la cabina. Spalancò gli occhi; subito prese a levitare, allontanandosi il più possibile dall'attrazione, che esplose subito dopo e incendiò tutto il parco.
Raven, avvistata la figura fuggente del supercattivo, lo inseguì fino ad un'antica costruzione abbandonata e in decadenza, che pareva essere una chiesa. Doveva avere una passione per questi tipi di edifici.
Si guardò intorno in cerca di Beast Boy leggermente preoccupata; benché sapesse che il mutaforme sapesse cavarsela piuttosto bene anche da solo, temeva ugualmente che gli fosse accaduto qualcosa.
Cavolo, era la loro serata. Avrebbe voluto che continuasse all'infinito. –no, beh, non proprio. Ma, in ogni caso, che finisse in modo migliore, non inseguendo un pazzo maniaco con dei piani orribili. Mandare a fuoco il Luna Park era fin troppo scontato, andiamo.
...ma allora perché non ci aveva pensato prima?
Quel maledetto ometto verde! Le aveva fatto abbassare la guardia. Bene, un motivo in più per litigare con lui- o soltanto passarci più tempo insieme, forse.

Mentre si inoltrava nella chiesa, le tornò in mente quel che Beast Boy le aveva detto prima, durante i fuochi d'artificio. Era stata scortese a non rispondergli? Forse. Probabilmente per la prima volta in vita sua, sperava che il ragazzo avesse capito che era in imbarazzo e non trovava le parole giuste da dirgli; non voleva che pensasse che non gli avesse risposto perché non lo aveva sentito, o perché non le importava ciò che avesse detto, o perché non le importava proprio di lui.
Se non le importava davvero, adesso non starebbe pensando tutte quelle cose e non si starebbe facendo mille paranoie.
Era talmente assorta in tutti quei pensieri da non accorgersi delle macerie per terra, inciampandoci e sventolando per aria le braccia in cerca di equilibrio. Ma più cercava stabilità e più non riusciva a non cadere goffamente a terra, cosa che alla fine fece.
Un ammasso di polvere si alzò in aria, pungendole il naso e gli occhi.
Maledetto DeathStroke e i suoi schifosi nascondigli.
«Scortese.»
Ecco, non l'aveva solo pensato.
L'uomo la guardava tranquillamente da una delle balconate interne della chiesa con fare quasi divertito. Senza esitare, Raven sollevò con la magia una rovina e gliela scagliò contro. L'uomo la schivò abbastanza facilmente, per poi saltare oltre ringhiera ed atterrare al piano inferiore, dall'altra parte della navata.
«Cos'hai in mente? Lanciarmi qualche sassolino?»

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