IX

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La corvina si stropicciò gli occhi per due minuti buoni prima di aprirli, per poi essere costretta a chiuderli nuovamente a causa del raggio di sole che, guarda caso, si era posato proprio sul suo viso.
Pensò intensamente il suo mantra, quasi volendolo dire, chiudendo le tende bianche al lato della finestra e potendosi finalmente guardare intorno.
Quasi saltò in aria quando vide il volto di Beast Boy ad una decina di centimetri dal suo, un po' più in alto. Come osava essere nella sua stanza? E perché non sentiva il respiro regolare e assonnato di Starfire?
Raven si guardò intorno. È vero, la notte scorsa si era addormentata col mutaforme! Ecco perché c'era troppo silenzio e troppa luce.
Avevano guardato tutta la notte un film della durata di oltre due ore, poi un altro di normale durata che, però, avevano interrotto a metà, e avevano pure preparato della cioccolata calda. Alla fine era crollata stanchissima tra le braccia del ragazzo che, però, non l'aveva riportata nel suo letto.
La corvina ancora stentava a crederci: aveva passato l'intera notte con la persona che più non sopportava.
Ma allora perché non desiderava altro che rifarlo?

Era stata la prima a svegliarsi. Scivolò lentamente via dalle braccia di Beast Boy, che la teneva stretta a sé, abbracciandola, e guardò il ragazzo dormire sereno, dolce. La voglia di accarezzarlo era tanta, ma la paura di svegliarlo, di rompere il sogno in cui stava vivendo, la trattenne. E chissà che stava sognando, si chiedeva, mentre osservava gli angoli della sua bocca sollevarsi leggermente.
Non doveva pensare quelle cose, anzi, ma adesso che erano soli, che nessuno li stava guardando, poteva concedersi di pensarlo in "quel" modo e trattarlo gentilmente, magari lasciandolo dormire.
Scrutò ogni angolo del suo viso, cercando di catturarne ogni forma ed ogni particolare, dal piccolo canino appuntito, ribelle, che non riusciva mai a tenere dentro la bocca, alle guance leggermente rosee, morbide e paffute, che non rovinavano minimamente i suoi lineamenti.

Doveva ammetterlo, era un bel ragazzo. Non aveva soltanto una bella faccia, ma anche un bel fisico -nonostante questo non si notasse molto- che aveva visto una o due volte durante l'estate, quando faceva talmente caldo da non poter indossare nemmeno una canotta: la corvina non avrebbe mai pensato che quel gracile tappeto avesse tutti quei muscoli; certo, non erano come quelli di Robin o di Cyborg, ma erano ben definiti,
anche se poi subito Raven, imbarazzata, gli buttò un cuscino addosso gridandogli di coprirsi immediatamente; e lui, ovviamente, obbedì intimorito.
Ma la volta successiva lei non glielo chiese, e lui subito scattò col flirt; come dimenticarlo! Gli mollò uno di quei ceffoni così potenti da farlo cadere e farlo rotolare via dal dolore. Fu uno dei momenti più liberatori della sua vita.
Non lo sopportava proprio, ma non sopportava di più il fatto che non riuscisse ad odiarlo, il fatto che non riusciva a stare senza le sue battute per anche solo un giorno, perché poi non aveva pretesti per arrabbiarsi con lui e litigarci. No, non lo sopportava proprio.

A interromperla dai suoi pensieri abbastanza inadeguati, dato il rapporto conflittuale che avevano, fu proprio Beast Boy, che allungò sbadigliante le braccia in alto stiracchiandosi i muscoli, indolenziti dal peso del corpo di Raven che avevano avuto sopra per tutta la notte. Aprì lentamente un occhio per poi spalancare l'altro alla vista della corvina. «Che ci fai qua?» sussurrò lentamente sorridendo. «E come mai io sono ancora vivo?»
«Non fare domande di prima mattina» sussurrò lei infastidita.
«Prima mattina?» Sbadigliò. «Sono le 11, Rae-Rae» disse facendole l'occhiolino.

Raven sussultò. Si mise a sedere a gambe incrociate sul materasso, seguita poco dopo dal mutaforme che sembrava fosse sveglio da almeno qualche ora per tutti i movimenti veloci che stava facendo. Come faceva ad essere già pienamente attivo?
«Secondo te ci hanno visto?»
«No, hai chiuso a chiave ieri notte proprio per questo.»
«Ma che stai dicendo?» replicò lei, alzandosi e andando ad aprire la porta, cercando di non barcollare e scivolare su qualche bottiglia. Era chiusa, ma lei non ricordava di averla mai sigillata.
«Ragazza, ti sei bevuta un po' cioccolata calda e sembri ubriaca!»
«Non mi stupirei se venissi a sapere che ci hai infilato qualche strana roba vegetariana dentro.»
Beast Boy sbuffò. «Guarda che sono pure più buone del cibo normale!»

Let me love you [BBRAE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora