IL SECONDO PIANO
Percorriamo il breve corridoio umido del dormitorio femminile, trascinandoci dietro la mia sacca da viaggio. In questo lungo tunnel in penombra non c'é la minima traccia dell' atmosfera fiabesca di prima. A volte distolgo gli occhi dai muri color lavagna impolverata solo per posarli sulla figura del ragazzo. Cammina assorto da chissà quale pensiero. Tutto é stranamente silenzioso, tranne per il cupo ronzio delle lampade al neo gialle che pendono dal controsoffitto pieno di macchie di umidità. Ma, a stupirmi davvero sono un paio di porte che superiamo.
Sono davvero fantastiche!
C'è una porta con una tenda di perline colorate e più avanti una con uno zerbino che doveva essere sensibile al movimento, perché al nostro passaggio vi appare la scritta: MUOVI IL CULO.
Per essere un posto monotono e noioso, le ragazze sono state davvero geniali nel decorare i loro spazi.
Distolgo lo sguardo da una porta interamente ricoperta da adesivi, ce n'erano così tanti che alcuni erano sovrapposti ad altri, solo per posarlo sulla figura minuscola del pixie. Lui batte le ali così velocemente che non le riesco a distinguerle, sembra quasi che sia appeso ad un filo invisibile.
Sento gli occhi del ragazzo che scrutano, silenziosi. Mi preparo a ricevere altre domande.
<< Come ci sei finita qui dentro? >>, chiede con breve sospiro. << Voglio dire, sembri una brava ragazza >>, chiarisce.
Alzo lo sguardo su di lui e scuoto leggermente la testa. << Ti stai sbagliando di grosso >>, smentisco accennando un breve sorriso amaro.<< Quanto mistero >>, commenta. Dopo poco il ragazzo aggiunge: << Scommetto che é soltanto una facciata la tua. Una parte che vuoi recitare soltanto perché sei quella nuova >>.
Lui volge, teatralmente, lo sguardo verso il corridoio semibuio. Ha lo sguardo di chi é sicuro di quello che ha appena detto. Aggrotto la fronte e mi preparo a smentire quella affermazione.
<< È questo quello che pensi? Non mi conosci nemmeno >>.
Lui si stringe nelle spalle, ma non ribatte. Gli lancio un ultimo sguardo e poi lo sposto sulla stretta scalinata a chiocciola che ci appare davanti. Stringo la cinghia della borsa, non so per quale motivo. Sento le unghie che affondano nel cuio, ma non mi chiedo il perché di questo comportamento.
<< Non farti ingannare dalle apparenze >>, mi lascio sfuggire. Giro la nuca e lancio uno sguardo al corridoio che si apre alla mia destra. Mi ritrovo a guardare lo stesso identico corridoio che abbiamo percorso adesso, solo più lungo e con due file infinite di porte. Sento il suo sguardo incuriosito che mi scruta, come se vorrebbe sapere altro. Eppure, quel ragazzo, non spiccia una parola. Riporto, lentamente lo sguardo sulla scalinata e, altrettanto lentamente, mi lascio andare a quel senso di solitudine. Lascio vagare lo sguardo sugli scalini in penombra, sulla ringhiera in ferro battuto che accompagna tutta la scalinata e poi osservo il buio del pianerottolo. Quelle tenebre che sembrano inghiottire gli scalini, come se non esistesse più nient'altro. Sfioro la mano tiepida del ragazzo e lentamente gli sfilo il mio borsone dal palmo. Lui mi lascia fare senza dire niente. << Grazie per avermi accompaganta qui >>, dico avviandomi verso il primo gradino. Poso una mano sulla superficie fredda e impolverata della ringhiera, il piene che indugia sul gradino.
<< Non hai intenzione di dirmelo, vero? >>, mi chiede il ragazzo alle spalle. Gli lancio uno sguardo da sopra la spalla. Derrick gli svolazza attorno, come se fosse attratto da quella massa riccioluta bionda.
<< Dirti cosa? >>, gli chiedo con la fronte aggrottata. Mi volto verso di lui e vengo illuminata da quei pochi raggi solari che filtrano dalla finestra. I miei capelli prendono una colorazione aranciata. Lancio uno sguardo di sfuggita alla finestra, alla visuale che offre. Non mi stupisco quando la scorgo interrotta da delle sbarre di ferro.
<< Come ci sei finita qui dentro >>, ripete. Sposto lo sguardo su Derrick, il quale osserva il ragazzo con estrema attenzione. Faccio un profondo respiro, pensando alla mia lunga lista di precedenti.
<< Non vuoi saperlo veramente >>.
<< Che ne sai >>. Lui abbassa lo sguardo sui gradini, grattandosi la nuca. Si stringe nelle spalle e aggiunge: << Voglio solo sapere chi ho accompagnato fin qui >>.
<< Hai accompagnato una ragazza di diciasette anni che si é appena trasferita nel Queens da Eureka >>, ribatto voltandomi e iniziando a salire le scale. Nessuno deve sapere cosa sono o perché sono qui. Nessuno deve fare la stessa fine che ha fatto Jo.
Sento i suoi occhi bruciare sulla schiena mentre salgo le scale. Derrick si posa sulla mia spalla senza dire nulla. Il pixie inizia ad arrotolarsi i miei capelli tra le dita, lo fa quando cerca di consolarmi. Sa a cosa sto pensando. Ad un certo punto la voce del ragazzo riecheggia sul pianerottolo del primo piano.
STAI LEGGENDO
THE FALCONER
Fantasy{ ρrιmα sτοrια } Sguardo freddo. Sogni infranti. Lei é l'assassina. La vita di Clarissa é stata, ed é, piena di cambiamenti: genitori e fratello misteriosamente scomparsi, nuove case, nuove città, nuovi crimini e nuove prede. Esatto, nuove prede...