VENTITRE

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LA DAMA VERDE

<< Lo senti anche tu? >>, annaspo in cerca d'aria

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<< Lo senti anche tu? >>, annaspo in cerca d'aria. Faccio passare in secondo piano il mio malore e mi concentro solo sulla melodia. Alec tende le orecchie e fissa il buio del bosco. Seguo il suo sguardo, scrutando l'oscurità tra l'erba alta e i cespugli. É tutto così terrificante. Alzo gli occhi sui rami degli alberi. Un gufo, eclissato dall'oscurità, ricambia il mio sguardo con i suoi enormi occhi luminosi. Il rapace non emette nessun rumore, sembra interessato anche lui a quella spettrale melodia che risuona tra gli alberi.

<< Non é possibile >>, sussurra il ragazzo al mio fianco. Temo che sappia cosa stia succedendo, ma soprattutto chi sia.
<< Cosa non é possibile? >>, sussurro in allerta.  Poso i miei occhi verso il sentiero buio che apre davanti a noi.
Da quanto é diventato tutto così buio?
Involontariamente, stacco un pezzo della corteccia. Alcuni pezzettini si sgretolano tra le mie mani, cadendo al suolo. Mi rigiro il pezzo ruvido nel palmo della mano, dopodiché lo lascio cadere a terra.
<< Vieni con me >>, mi afferra per un braccio, senza darmi spiegazioni. Alec si precipita verso quel sentiero buio. L'erba mi solletica le caviglie scoperte, mentre alcuni rami mi graffiano le braccia. I muscoli delle gambe che urlano ad ogni passo. Gli urlerei di andare più piano, ma ogni volta che apro bocca un conato minaccia di farmi piegare in due. Continuiamo a correre in mezzo alle tenebre. Alec stringe il mio braccio fino a farmi male. Porto una mano sulla sua e allento un po' la presa. Lui si volta e osserva la smorfia di dolore che ho dipinto sul viso. Mi lascia andare il braccio e io mi do dell'idiota, come ogni volta che esterno i miei sentimenti.
"Sono una cacciatrice.  Ero l'assassina di fate più spietata, come ho fatto a diventare una sciocca sentimentalista?", penso mentre mi sforzo di mantenere il passo della fata.
" Perché mi sento diversa quanto sono con lui? Perché mi sento così debole?", gli lancio uno sguardo di traverso. Osservo i lineamenti duri e gli occhi verdi che fissano il buio. La pelle, quasi traslucida, resa ancora più pallida dalla penombra. Il mio sguaedo scende più in basso. Inquadro la casacca bianca che si muove sul corpo asciutto, mettendo in evidenza il movimento dei muscoli affusolati. Alzo gli occhi al cielo sentendo io sangue affluire alle guance.
"Ah, ma che mi prende?! Devo ricordarmi che sono una cacciatrice. Non devo dar conto ai sentimenti. Devo essere forte e non farmi distrarre dalla mia unica priorità: trovare quella stramaledetta fata", penso. Butto fuori l'aria, cercando di non vomitare. Più avanziamo nel bosco e più il suo potere aumenta, con lui anche quella voce così melodiosa e così agghiacciante. Non vedo l'ora di uccidere quella fata, di mettere fine a questo strazio. Alla fine, dopo una corsa che sembrava durare un anno, arriviamo alle sponde di un lago. Mi nascondo dietro un cespuglio, trattenendo l'istinto di vomitare. Alec prende posto dietro il tronco di un albero. Sporge la testa per osservare qualcosa, o meglio qualcuno. Mi creo un varco tra il fogliame e intravedo una donna. Una donna dlla figura longilinea avvolta in un lungo abito verde smeraldo e con una folta chioma scura sciolta sulle spalle scoperte. La ragazza é impegnata a contemplare la luce della luna che si riflette sull'acqua argentea del lago, mentre intona quella melodia straziante.
Scuoto la testa. << Non può essere  >>.
Alzo lo sguardo su Alec, lui é troppo impegnato ad osservare quella scena. Adesso mi é tutto chiaro. Il sapore del sangue, l'abito verde, la faccia sgomenta di Alec. Non posso credere a ciò che vedo. Davanti a noi c'è l'essere più potente tra le fate Unseliee. Davanti a noi la Dama Verde intona una ninna nanna. La ninna nanna che mio padre mi cantava da piccola.

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