VENTI

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CAPITANO DELLA SQUADRA

<< Non ci posso credere! >>, urla, entrando nello spogliatoio femminile, il pixie

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<< Non ci posso credere! >>, urla, entrando nello spogliatoio femminile, il pixie. La porta, alle sue spalle, sbatte ma senza chiudersi. Un tonfo metallico riecheggia per tutta la stanza. Gli lancio uno sguardo di traverso da sopra la spalla. Seduta su una panca di legno, da sola dentro ad un cubo spettrale di stanza, sono occupata ad allacciare le scarpe da ginnastica bianche e rosse. Scuoto la testa e abbasso la gamba sinistra. Incrocio le braccia al petto e, con un sopracciglio alzato, aspetto che il pixie aggiunga qualcos'altro.

Quando ieri sera sono entrata in stanza, il lento russare della fata mi ha dato il benvenuto. Sono andata  verso il bagno vuoto e mi sono buttata sotto ad una doccia, cercando di togliermi di dosso le ultime gocce di pioggia e fango. L'inquietante silenzio, che aleggiava nel bagno, mi ha perseguitato fin dentro alla stanza. Questo finché, la sorella di Barbie non é entrata in camera. Dopodiché é stato solo un susseguirsi di sbuffi e sospiri. Il resto della notte, invece, l'ho passato a girarmi e rigirarmi nel letto. Le coperte non facevano altro che aggrovigliarsi al corpo. Sempre le stesse domande mi giravano nella testa, come un disco rotto. "Perché una fata dovrebbe allenarmi? Che senso ha allenarmi ad uccidere i suoi simili? Perché dovrei fidarmi di lui?"
Alla fine ho rinunciato a chiudere gli occhi. Sono rimasta a fissare, apatica, il soffitto bianco finché i primi raggi di sole l'hanno tinto di un tenue arancione. Non mi sarei nemmeno accorta che fosse ora di alzarmi, se Arabella non mi avesse scosso per una spalla commentando con un: << Mi sembravi morta >>.

<< Che vuoi Derrick? >>, sbuffo, posando la testa contro il revestimento in metallo della doccia alle mie spalle.
<< Cosa voglio? Cosa voglio?! >>, urla alzando la voce di un ottava. Mi punta un dito contro e, svolazzando, si avvicina puntando il suo sguardo minaccioso su di me. << Sei andata a parlare con quel bastardo ieri sera, vero? L'ho sentito nominarti mentre parlava con quella rossa >>.
Sgrano subito gli occhi e le guance mi si tingono di rosso.
" Perché stavano parlando di me?"
<< Datti una calmata. La vipera gli ha soltanto chiesto dov'era ieri sera e lui ha detto che era qui. Con te >>.
A quell'ultima frase lo sguardo di Derrick diventa più feroce e arrabbiato. La sua aura, di un brillante rosso, me ne dà la conferma. Dovrei essere io arrabbiata con lui; mi ha nascosto delle informazioni che potrebbero essermi utili. Non so ancora quali informazioni, ma so che possono essermi utili!
Mi alzo dalla panca e mi avvicino alla porta socchiusa, senza parlare. Lui mi segue, parandosi davanti al mio viso. Abbasso le spalle e sospiro, cercando di mantenere la calma.  Non mi va di discutere di questo argomento con lui. Mi scoccia sentirlo urlare. Il mio udito se ne andrà a quel paese se lui ricomincia ad urlare.
<< Derrick >>, sospiro.
<< Niente "Derrick", tu mi hai tradito >>, sbotta.
La mia faccia si contrae in una smorfia, quando le sue parole mi riescheggiano nel cranio. Giuro che, un giorno di questi, gli tolgo le corde vocali. Incrocia le braccia al petto e cerca di pestare i piedi, peccato che si sta librando in aria. Incrocio anch'io le braccia. << Come? >>, ribatto incredula. << Io non ho tradito proprio nessuno. Lui poteva dirmi qualcosa che, qualcuno qui presente, non vuole dirmi >>, sibilo posando una mano sulla maniglia in plastica.
Lui alza gli occhi al cielo. << Se non voglio dirtelo é per il tuo bene >>.
<< Quindi ammetti che c'è qualcosa che mi tieni nascosto. Bravo, ottimo comportamento da fata >>, sbotto con un falso sorriso sulle labbra.
Lui sbuffa. << Questa non é una bugia, é solo che tu non fai le domande giuste >>, rivela. Gli lancio uno sguardo indagatore e sarei tentata di approfondire questo discorso, ma la maniglia sotto alle mie dita si abbassa. La porta si apre, spostando Derrick di lato.  Una ragazza dai lunghi capelli rossi, legati in una coda, fa il suo ingresso. Resto sorpresa quando, per la prima volta, la incontro senza quel rossetto spiaccicato sulle labbra. Veronica mi lancia uno dei suoi soliti sguardi di traverso. Questa volta più velenosi del solito. A quanto pare, passare del tempo da sola con Alec deve averla irritata molto. Mi limito ad accennare un sorriso tirato. Lei rotea gli occhi e mi supera, urtandomi con una spalla. Emetto un sonoro sbuffo.
<< Parli ancora con i tuoi amichetti immaginari, Williams? Che dolce >>, mi deride. << Attenta o Alec ti mollerà per una più sana di mente >>, aggiunge chinandosi sulla sua borsa.
Emmetto una breve risatina sarcastica. << Come te? Beh, sappi che é tutto tuo Collins. Non ho standard così bassi >>, ribatto voltandomi.
<< Ah, no? Allora, perché vi siete incontrati qui, ieri sera? >>, mi chiede dopo un breve momento di sopresa.
<< È quello che vorrei sapere anch'io >>, mi sussurra all'orecchio il pixie. Lancio a Derrick uno sguardo di traverso e, facendo un passo nel corridoio, mi lascio la rossa alle spalle.

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