PERFETTI SCONOSCIUTI
Dopo aver fatto il suo ingresso, Derrick ha incontraro lo sguardo arrogante di Alec. Il pixie ha iniziato ad imprecare in gaellico. Il ragazzo, invece, si tratteneva dal strappargli le ali. Prima che scoppiasse una guerra, mi sono alzata e affrettata ad attraversare la mensa. La bottiglietta vuota traballava sul vassoio ad ogni passo. Sentivo lo sguardo di Veronica seguirmi, con il suo anche quello di Arabella e tutti i presenti seduti a quel tavolo. Con la scusa di sistemarmi la tracolla della borsa, ho afferrato il pixie mi sono diretta, a testa alta, fuori dalla stanza.
Il suo solito tepore mi scalda la spalla su cui é posato. Le alette, morbide e setose, mi accarezzano la pelle del collo ogni volta che il pixie mi urta.
Si agita come un ossesso. Urla a più non posso imprecazioni in lingua antica. La sua voce, di natura profonda e armonizznte, ora é stridula come quella di un bambino che fa i capricci. Derrick mi guarda, come se quelle parole le stesse dicendo a me. Come se si fosse dimenticato che io non parlo la sua lingua. Il pixie si stacca dalla mia spalla e inizia a volarmi davanti al viso. Mi osserva in un muto silenzio, come se si fosse reso conto che io non lo riesco a comprendere. Avanziamo nel corridoio, mettendo sempre meno distanza tra noi e l'atrio. Camminiamo in silenzio, i nostri respiri sembrano riecheggiare; rimbalzando sulle pareti. Appena mettiamo piede nell'atrio, lancio uno sguardo alla cattedra della segretaria che ora é vuota. Dopo il mio arrivo qui, quel tavolo, é sempre stato vuoto. Dentro di me spero soltanto che sia ancora viva. Mi sistemo la borsa sulla spalla e un sapore di fiori schiacciati mi esplode in bocca, mischiandosi a quello dolce come il miele di Derrick.
"Fa che non sia lui", prego nella mia testa. Senza voltarmi, inizio ad attraversare l'atrio.
<< Derrick, muoviti andiamo >>, dico quando vedo che il pixie si ferma di botto. Spero che non se sia accorto. Lui mi osserva, aggrottando la fronte. << Avanti, andiamo >>, lo incito. Lui annuisce e si posa sulla mia spalla. Proprio mentre stiamo a pochi passi dal portone d'ingresso, la sua voce inizia a chiamarmi. Alzo gli occhi al cielo. Ma che ho fatto di male per meritarmi questo?
<< Ragazzina! >>, urla la voce del ragazzo dieteo di me. Non mi volto. Derrick ricomincia ad agitarsi e a sussurrarmi di ucciderlo. Io scuoto la testa, sperando che quel ragazzo si fermi.
<< Ehi, ragazzina! >>
Stringo la tracolla della borsa, facendo finta di nulla. Forse se lo ignoro se ne andrà. Farà dietrofront.
<< Ehi, sto parlando con te! >>, urla ancora.
Mi blocco. La mano posata sulla maniglia in ottone dell'immenso portone, l'odore di legno vecchio mi entra nelle narici. Chiudo gli occhi, ripassando con il pollice i disegni intagliati nella maniglia. I passi del ragazzo continuano ad avanzare. Derrick si alza in volo e si volta verso di lui, io gli lancio uno sguardo da sopra la spalla. Alec si ferma a una decina di passi da me.
<< Che vuoi? >>, gli chiedo il più fredda possibile.
Lui mi osserva. Uno sguardo così intenso che fa paura. Il suo potere mo sale in gola così velocemente. Il gusto diventa dolciastro, la saliva se ne impregna.
<< Ho visto che sei uscita in fretta e fuori dalla mensa. Tutto okay? >>, mi chiede con fare innocente. Mi volto di nuovo verso il portone, decisa di uscire fuori.
<< Sì, tutto okay >>, premo sulla maniglia pronta a girarla.
<< Potresti almeno voltarti e dirmelo in faccia? >>, dice con una finta calma.
<< Io direi di voltarmi e mollargli un bello schiaffo in faccia, invece >>, propone Derrick a braccia incrociate. Non posso far a meno di ridacchiare. Mi volto verso il ragazzo, il sorriso sparisce subito dalle mie labbra.
<< Si può sapere cosa vuoi? >>
<< Volevo soltanto sapere se era tutto okay >>, ripete spostando lo sguardo da me al pixie. Il ragazzo nota che ho visto il movimento delle sue pupille e, quindi , fa un passo indietro. << Visto che stai bene, io me ne torno dentro >>, dice indicando il corridoio da cui é appena uscito.
Faccio un passo avanti e lui mi guarda con sospetto. Guarda me e Derrick con sospetto.
<< Perché fai finta? >>, gli chiedo con calma.
Lui aggrotta la fronte e fa finta di non aver capito. Mi faccio più vicina, così tanto che mi tocca inclinare la testa all'indietro per guardarlo bene in faccia. Non mi ero accorta di quanto fosse alto.
<< Fingi di non vederlo, perché? >>
<< Di non vedere chi, scusami? >>, mi chiede accennando un risolino, come se mi stesse prendendo per pazza. Incurvo l'angolo destro delle labbra in un sorriso sarcastico. Le fate non possono mentire.
<< Non fare il finto tonto. Sai benissimo cosa sono >>, ribatto. Non sono pazza.
Lui abbassa lo sguardo su di me. I suoi intensi occhi verdi si posano sui miei, del loro medesimo colore. Il sapore cambia, diventando acidulo. La bile cerca di salirmi velocemente in gola. Cerco di ignorarlo, mando giù quella miriade di sapori diversi. Cerco di azzerare quella sensazione di piacere che mi scivola sotto pelle. Alzo il mento, lo sguardo fermo a sostenere il suo.
<< Cacciatrice >>, sibila a denti stretti. Lo pronuncia come se fosse una parolaccia. Mi guarda con disprezzo, con disgusto.
<< Perspicace >>, ribatto.
Lui accenna un sorriso. Un sorriso che non ha nulla di benevolo. Questa é la prima volta che mi trovo a sostenere un faccia a faccia con una fata che non abbia le dimensioni delle mie dita, come Derrick. La prima volta che parlo con una di loro senza doverla uccidere.
Alec sposta lo sguardo su Derrick, ma senza dirgli nulla.
<< Che vuoi, realmente, da me? >>, sibilo.
<< Soltanto provare quello che già sentivo >>, ribatte riportando l'attenzione su di me. << Sentivo che c'era una cacciatrice qui, ma non capivo chi fosse. Sono arrivate molte nuove arrivate, ma tu sei lunica che emana questo potere >>, aggiunge inspirando l'aria.
Mi chiedo se lui avverta me come io avverto lui. Se il mio "potere" prende possesso anche della sua bocca, o di tutte le bocce delle fate che ho ucciso in precedenza. Derrick non mi ha mai svelato come fanno le fate ad avvertire la presenza di una cacciatrice. Questa é una delle tante cose che mi sono sempre chiesta, ma a cui non ho mai trovato una risposta.
<< Sei coraggiosa a venire qui >>, sussurra. Io non capisco cosa vuole intendere. Sto per chiedere spiegazioni, ma lui riporta la sua attenzione sul pixie. << Non ho mai visto una cacciatrice andare così d'accordo con un pixie. Cos'è, sei una sorta di pixie da compagnia? >>, ridacchia. L'aura di Derrick prende una preoccupantw sfumatura rossastra. Il pixie si scaglia su di lui. L'avrebbe staccato la pelle dalla faccia, se io non l'avessi afferrato per un'aletta.
Ora, il pixie, scalcia e si dimena appeso alla mia mano. Ricomincia ad urlare in gaellico e Alec ride, aacoltando la voce del pixie diventare sempre più acuta.
<< Hai finito? >>, chiedo ad entrambi. Derrick mette il broncio e incrocia le braccia al petto. << Sei così rilassato, eppure sai che potrei ucciderti da un momento all'altro >>, gli dico posando il pixie nella tasca aperta della camicia. Alec mi lancia uno sguardo. Il suo sorriso si affievolisce pian piano.
<< So che non puoi uccidermi se non attacco nessun essere umano. È una specie di codice, per voi >>.
Per voi. Come se avesse già conosciuto una cacciatrice.
Mi limito ad annuire, senza ribattere nulla. Quello a parlare, però, é Derrick.
<< Clarissa, ti do io il permesso per ucciderlo >>.
Non rispondo, resto ad osservare la fata che ho difronte.
<< Hai detto che sono coraggiosa a venire qui? Cos'era una minaccia, forse? Devo riguardarmi da te, per caso? >>, gli chiedo avvicinadomi. Lui si allontana di mezzo passo.
<< Non volevo dire questo >>, ingoia a vuoto. Annuisco di nuovo.
<< Allora che volevi dire? Ti ho, per caso, rovinato i piani per la cena? >>, dico indicando il corridoio che porta alla mensa. Riferendomi a tutte le persone che sono chiuse in quella stanza.
<< Non volevo dire questo >>, ripete osservandomi in cagnesco. << Io non uccido le persone. Almeno non più >>,aggiunge dopo poco. Su i suoi occhi cala un velo di tristezza
Lo guardo con sospetto. Derrick emette una risatina sarcastica.
<< A chi vuoi darla a bere >>, dice il pixie sporgendosi dalla tasca. << Vuoi davvero dirmi che non stai pregustando l'energia vitale di quei ragazzi? >>, ride.
Alec scuote la testa. << Perché, tu sì? >>, indugia con lo sguardo su di me. Lo chiede in modo ironico.Chiunque é a conoscenza del Mondo Magico, sa anche che le fate piccole non si cibano degli umani. Non perché non abbiano la forza per sfondarci la cassa toracica, ma perché ritengono quel rituale orribile e senza senso. Odiano le fate grandi proprio per questo.
Derrick lo guarda attentamemte e ripete quello che so anch'io sulle sue abitudini alimentari. Alec lo guarda, ma non aggiunge nulla. Lo sa anche lui quello che ha appena detto il pixie.
Io resto completamente esterrefatta da quello che Alec ha appena detto. Non ho mai incontrato una fata che rifiuti la forza vitale di un umano. Una fata che riesca a mimetizzarsi così bene tra gli umani, senza sentire il bisogno di schiavizzarli o di usarli come cibo.
Alec posa lo sguardo su di me e io, per la prima volta, mi rendo conto che lui non é un vero pericolo. Lui é la prima fata di cui non mi debba preoccupare. Almeno per il momento. Le parole teminano. Non so cos'altro dire, cos'altro chiedergli. Luo infila le mani nelle tasche dei suoi jeans e abbassa lo sguardo sul pavimento lucido. Una ciocca di capelli gli ricade davanti al viso e, io, sono tentata di scostargliela. Ma la cosa sembrerebbe strana. Non so il perché io sia così...così... Attratta da lui?
No, impossibile. Non ho mai provato niente, se non affetto, per un ragazzo. Figuriamoci per una fata. Sarebbe ridicolo. Una cacciatrice e una fata, insieme. No,mai.
Oltre a sentirmi ridicola, dovrei anche subirmi le ramanzine di Derrick.
Eppure...
La voce di un ragazzo interrompe quel momento di silenzio. Alec alza di scatto la testa. Il suo sguardo ricade di nuovo su di me.<< Alec >>, lo chiamano. << Eccoti finalmente >>. Il ragazzo con i dread sbuca nell'atrio. Alec si volta verso di lui e io rivolgo uno sguardo al ragazzo. Il suo amico si ferma davanti all'arco appena mi nota. Sposta lo sguardo da me ad Alec, per poi balbettare: << H-ho interrotto qualcosa...? >>
Alec si volta verso di me, nascondendomi agli occhi dell'amico.
<< No >>, rispondiamo all'unisono. La mia voce coperta dalla sua che risuona per tutto l'atrio semivuoto.
<< Se ne stava giusto andando >>, ribatte subito Derrick, anche se possiamo sentirlo solo noi. Alec resta con lo sguardo su di me. Chissà a cosa sta pensando.
<< Stavo giusto andando >>, ripete il ragazzo lanciando un breve sguardo a Derrick. << Ci vedremo presto, cacciatrice >>, sussurra rivolto a me.
<< Sta bene attento a non cambiare le tue abitudini alimentari, o ti ritroverai una lama alla gola >>, sussurro.
Lui accenna un sorriso e avvicinando la testa alla mia, sussurra: << Sarei comunque più veloce di te >>.
Il suo alito caldo mi sfiora la pelle tiepida del collo. Sento un sorriso che gli increspa le labbra quando finisce di dire quella frase. Quella frase a cui non ho badato così tanto.
Derrick si schiarisce la voce. << Su, avanti. Arieggiare >>, dice in modo tagliente gesticolando con le manine. Accenno un sorriso e Alec si allontana subito da me.
<< Andiamo, Blaze >>, dice all'amico. La fata si allontana da noi. Sento Blaze fargli delle domande su quello che é riuscito a captare. Il ragazzo con i dread tenta di voltarsi verso di me, ma Alec non glielo permette. La fata circonda le spalle dell'amico con un braccio. Per la prima volta, non sono preoccupata per un umano.<< Che tipo bizzarro >>, dice Derrick quando i due spariscono.
<< Già >>, sospiro. Il potere della fata svanisce dalla mia bocca. << La prima fata che si mostra completamente agli umani >>.
Il pixie si stringe nelle spalle.
<< Andiamo, cacciatrice >>. Alza lo sguardo su di me e sorride. << Tutto quel battibeccare mi ha messo fame >>.
Alzo gli occhi al cielo. Quando mai lui non ha fame.
STAI LEGGENDO
THE FALCONER
Fantasy{ ρrιmα sτοrια } Sguardo freddo. Sogni infranti. Lei é l'assassina. La vita di Clarissa é stata, ed é, piena di cambiamenti: genitori e fratello misteriosamente scomparsi, nuove case, nuove città, nuovi crimini e nuove prede. Esatto, nuove prede...