OTTO

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DAOINE SÌDH

Mi lascio la sala studio alle spalle, inoltrandomi tra gli scaffali

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Mi lascio la sala studio alle spalle, inoltrandomi tra gli scaffali. Derrick mi affianca scuotendo la testa, terribilmente confuso. Mormora frasi che a malapena riesco a capire, perché pronunciate in gaellico: l'antica lingua delle fate. Ci fermiamo nella sezione dei testi in latino, più o meno a tre file di scaffali di distanza. Mi poggio contro un alta libreria, il potere prende una nota acidula. Come di terra bruciata. Tutte le preoccupazioni mi ripiombano addosso. Mi massaggio l'addome; il dolore della ferita é ritornato.
<< Derrick che succede? >>, gli chiedo continuando a massaggiarmi il fianco. Il pixie non risponde. Continua a svolazzare avanti e dietro. Il potere acquista una nota di ferro che mi fa rivoltare le budella. Mi piego in due in preda ad un conato, facendo ciò attiro l'attenzione di Derrick. Tossisco tenendomi la ferita. La tosse mi scuote e mi toglie il fiato. Il dolore all'addome diventa insopportabile.
<< Clary >>, mi chiama avvicinandosi il pixie. Non riesco a rispondere. Mi piego su me stessa, in attesa che tutto questo finisca presto. La voce di Derrick mi arriva a sprazzi; il pixie continua a chiamarmi con un tono preoccupato.
Quando inizio a credere che la mia colazione finirà sul pavimento, il potere diventa meno intenso. Quando l'occasione mi si presenta, traggo un lungo e profondo  respiro, incanalando quanto più aria possibile. Poso le mani sulle ginocchia, stringendole.
<< Tutto bene? >>, mi chiede portandosi al livello dei miei occhi. Annuisco, sento la gola in fiamme. Il pixie tira un sospiro di sollievo e annuisce anche lui.
<< Tu sai che fata é? >>, gli chiedo con una voce gracchiante.
<< Non ne sono certo >>, sussurra. Derrick abbassa lo sguardo sui suoi stivaletti in pelle << Devi dirmi cos'hai avvertito >>.
Mi rimetto dritta e, dopo aver appurato che quel potere non può più salirmi in gola, inizio a spiegare. Inizio col raccontargli quel sapore intenso, esotico. Quelle sensazioni di libertà, di serenità. I nervi iniziano a rilassarsi pian piano che racconto. Poi gli spiego come quel sapore sia diventato acidulo, di come mi é salito in gola soffocandomi. L'espressione sul viso del pixie diventa tesa, come se quello che sto dicendo non é un bene. Incrocio le braccia al petto, la schiena premuts contro le mensole alle mie spalle. Cerco di capire che emozione stia velando i suoi occhi, ma non ci riesco. Non sono mai stata brava a capire le emozioni. Derrick mi guarda senza spicciare parola. Mi guarda come se fossi già morta. Scuote la testa, di tanto in tanto. Lo chiamo, ma lui non mi risponde. Batte le ali lentamente, la fronte aggrottata. Posso sentire gli ingranaggi del suo cervello che si mettono in moto. Voglio sapere a cosa sta pensando. Mi stacco dalla libreria e mi avvicino al pixie. << È tutto okay? >>
Lui scuote la testa e inizia a percorrere il corridoio pieno di scaffali. Non so dove vuole andare o cosa vuole fare. Gli vado dietro aspettando che si fermi e che mi spieghi tutto, ma questo non succede. Svolta l'angolo senza aspettarmi, diretto verso la sala studio. Aumento l'andatura, trattenendomi dall'urlare il suo nome. Un gusto di lamponi e rose si impossessa della mia bocca. Con la testa fra le nuvole, svolto l'angolo e mi scontro con qualcuno.

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