Ero in ginocchio a terra, con la testa di Zayn sulle mie gambe, non facevo altro che passare le mie dita fra i suoi capelli neri, erano così morbidi e profumati.
Le lacrime scendevano veloci lungo le mie guance, erano salate e sentivo il loro sapore ogni volta che arrivavano alle mie labbra, ma continuavano il loro percorso, cadendo sul viso del ragazzo che amavo. Quel viso che si stava facendo sempre più pallido ogni minuto che passava, il suo corpo stava perdendo le forze, era sempre più debole e l'unica cosa che potevo fare era stringerlo forte tra le mie braccia. Le mie lacrime non smettevano di scendere come il suo sangue che non smetteva di uscire dal suo fianco, dove il proiettile era andato a colpire. Le mie urla rimbombavano in tutta la stanza, tutti tacevano, nessuno osava parlare, non c'era niente da dire.
Quando un tuo amico, il tuo ragazzo, una persona importante sta per morire cosa fai? Puoi urlare per il dolore che ti colpisce dritto al cuore, puoi buttare tutto all'aria per sfogarti, prendertela con il primo che passa, ma a cosa serve? Urlare, distruggere tutto, non sevirà a riportare quella persona indietro, non servirà a tornare indietro nel tempo, non servirà a evitare tutto. Quindi a volte la reazione migliore è rimanere in silenzio, lasciare che le lacrime facciano il loro percorso, non smettere di tenere con sé quella persona a noi cara. Non pensare a quelle stronzate che è in un mondo migliore, sono cose che si dicono ai bambini, perchè non sai se è davvero in un posto migliore, non sai nemmeno se esiste qualcosa dopo la morte.
Nonostante le mia urla siano forti, dentro di me c'è un silenzio assordante che lascia il libero spazio ai miei pensieri, ai miei ricordi, alla ricerca di una motivazione valida di quello che sta succedendo.
Volevo solo proteggerli e ho finito col far uccidere la persona che amo.
Volevo risolvere tutto e ho peggiorato soltanto le cose.
Volevo trovare un modo per essere felice e invece ho distrutto ogni piano, ogni sogno.
Ore prima...
Arrivo con Louis fuori da un edifico grande e grigio, siamo dovuti uscire fuori città per raggiungere questo posto sperduto nel nulla.
Intorno a noi ci sono solo alberi e questo imponente edificio, dentro il quale sono rinchiuse persone da un intelligenza incredibile, ma usata in modo sbagliato.
È qui che mi hanno portato, dove mi hanno addestrato per uccidere senza alcuno scrupolo e oggi sono decisa più che mai a far morire questo posto insieme a chi lo dirige.
Al suo interno ci sono ragazzi e ragazze che sono diventati delle macchine da guerra, con quale scopo poi? Con quello di uccidere persone innocenti solo perchè si è pagati?
Killer professionisti, persone senza sentimenti e senza controllo, ecco cosa gli hanno fatti diventare.
Ci sono persone dotate di un intelligenza straordinaria, che potrebbero fare grandi cose, e invece si sono abbassati a questi livelli disastrosi, trasformare persone in macchine per uccidere, in cambio di un bel po' di soldi, o solo per servire gente malata di mente, gente che andrebbe rinchiusa nel centri di salute mentale e mai più fatti uscire.
Appena scesi dalla macchina, io e Louis, notiamo la macchina di mio fratello vuota, probabilmente è già entrato.
Aprò il portabagagli e lancio un giubotto antiproiettili a Louis, per poi metterne un anch'io.
Non so quanta pericolosa possa essere questa specie di missione, spero solo che ne usciremo tutti illesi.
Le telecamere di sorveglianza erano sparse in tutte l'edificio ma c'era una via per passare inosservati, le fognature, passavano sotto l'edificio e da esse si poteva entrare senza essere notati. Misi nella fondina la pistola dopo averla cariata, stessa cosa fece il mio compagno.
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FanfictionUna ragazza, il cui nome è Roxana, con una vita difficile e senza sapere nulla della sua famiglia. Si ritroverà a scoprire chi è. Il suo lavoro: incontri clandestini di boxe. Ma un ragazzo di nome Zayn la cambierà, in bene si spera. #528 in Fanficti...