13ºCapitolo

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Ero sul mio letto a guardare il soffitto bianco della mia camera, ma pian piano il soffitto sparì, venendo sostituito da delle immagini.

X:<Forza entra ragazzina>una guardai spinse la ragazza mora dagli occhi verdi dentro la struttura. Lei non sapeva dove si trovava, sapeva solo che l'avevano presa dall'orfanotrofio dicendo alla signora Rossana"Lei ci serve, se va bene, tornerà tra un'anno", ricorda ancora gli occhi pieni di dolore e tristezza del suo amico Alexandro.
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R:<Tu chi sei?>chiese innocentemente la ragazza guardando l'uomo davanti a se. Era moro e aveva gli occhi verdi, molto simili a quelli della ragazza.
X:<Sono una persona importante per te, ma sono la meno importante>disse l'uomo guardando la ragazza difronte negli occhi.
R:<Come ti chiami?>una guardia che si trovava al fianco della ragazza gli diede uno strattone al braccio che teneva, per dirgli di stare zitta.
La ragazza si rigirò pronta per sganciargli un pugno alla guardai ma venne fermata dalla voce dell'uomo.
X:<Allora è vero quello che dicono, non ti dirò come mi chiamo, ma per te d'ora in poi sarò il "Maestro". E Roxana, ben venuta nell'inferno>>
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S:<Non ti toccare mai il gomito, e non guardare mai la scritta incisa vicino a esso>disse Simon, una volta che tolse l'ago dalla pelle della ragazza, aveva appena finito di tatuarli una cosa. La ragazza avrebbe voluto vedere, ma non poteva, non voleva ricevere altre scosse elettriche per aver disubbidito.
S:<Da oggi non sarai più Roxana, da oggi sei la Combattente, e sarai la nostra arma>

Mi ripresi.
Cos'era quel posto, quell'edificio, e chi era quell'uomo, mi è familiare e poi i suoi occhi sono uguali ai miei e a quelli di Harry.

La porta della camera si aprì, mostrando Zayn.
Z:<Ehy piccola, tutto bene?>annuì.
Si avvicinò al mio letto e si sdraiò vicino a me.
Cominciò ad accarezzarmi i capelli, è sotto il suo tocco mi rilassai.
Z:<Sei un po tesa in questi giorni. Tutto bene?> mi chiese guardandomi negli occhi.

Sapevo che quando mi guardava in quel modo voleva la verità.
Lo guardai e sorrisi rassicurante.
R:<Si sto bene>fece spuntare un piccolo sorriso e mi baciò.
Mi accarezzò con la mano, la mia guancia destra.
Appena arrivo alla mascella gemetti dal dolore.

Zayn mi guardò storto, tolse la mano e leggermente sposto il mio viso di lato per vedere meglio.
Z:<Piccola, cos'è quel livido?>livido? Probabilmente me lo sono fatto ieri sera.
Io:<Ieri sera ero scesa per le scale, ed era buio, e senza accorgermene ho sbattuto con tro la porta>dissi sicura.
Zayn fece un respiro di sollievo.
Z:<Pensavo fossi tornata a combattere e ti avessero fatto male, ma evidentemente non è così>annuì.
Mi lascio un tenero bacio sul naso.
Z:<Piccola sono venuto anche per dirti che domani parto, andrò via per due o tre giorni>
R:<E perché?>mi mancherà da morire.
z:<Bhe...ho delle questioni in sospeso>disse subito.

Mente.
Si vede lontano un miglio che mente, sono la prima a farlo.
R<Allora a che ora andrai via?>
Z:<Sta sera>
Abbassai la testa.
Sento che mi manca già.

Mise due dita sotto il mio mento e mi costrinse a guardarlo.
Z:<Mi mancherai piccola>mi baciò.
R:<Anche tu>
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R:<NO LOUIS NON VOGLIO SCUSE, TU ORA PORTI QUI IL TUO CULO. SUBITOOO!!!>dissi chiedendogli in faccia il telefono.

Zayn era partito da più di mezz'ora e io per non cadere in depressione o mettermi a mangiare troppo gelato al cioccolato, ho deciso di mettermi un po' al "lavoro".
Ali:<Povero Louis, non c'è bisogno che gli urli in quel modo>
Non risposi che suonò il campanello.
Mi fiondai ed aprì la porta.
R:<Eccoti qui Peter Pan, vai in sala e siediti sul divano io arrivo>
Louis lanciò un'occhiata d'intesa alla mia amica.
Louis:<Ha il ciclo?>chiese indicandomi.
Ali:<No. Semplicemente li manca Zayn>
Louis:<Aaahhh allora tutto si spiega>

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