Chapter 14 - Louis' memories

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POV LOUIS

Qualche giorno prima in Germania


Rimettere piede in quel posto non mi era mai piaciuto, ma questa volta era diverso.

La mia famiglia non si toccava.

Una volta ero troppo debole per fermarlo, ma adesso non avrebbe avuto scampo.

Non gli avrei permesso di toccare nessuno.

Il vento era gelido nonostante fosse aprile inoltrato.

Il cielo e le nuvole scure minacciavano pioggia e la cosa non mi sorprendeva.

Sembrava quasi che il tempo rispecchiasse il mio umore interiore.

Camminavo veloce per la strada con il cappuccio alzato. Lipsia non era una piccola città, ma negli ultimi anni ero diventato piuttosto famoso, quindi tutti mi riconoscevano per strada.

Passai vicino al pub in cui lavoravo fino a qualche anno prima per portare a casa un po' di soldi.

Nonostante avesse le serrande abbassate sapevo che la sera sarebbe stato sicuramente aperto e pieno di giovani che bevevano e si drogavano. Non avevo dubbi al riguardo perché, dopotutto, anche io ero stato uno di quei giovani.

Avvicinai le mani alla bocca chiudendole a coppa e soffiai per cercare di riscaldarle un po'.

Una nuvola di vapore acqueo fuoriuscì dalla mia bocca ed io aumentai il passo per cercare di non rimanere sotto la pioggia.

Con me non avevo assolutamente nulla se non uno zaino caricato su una spalla con soldi, documenti ed un cambio, tanto avrei avuto tutto ciò che mi occorreva a casa.

Dopo la vittoria del primo gran premio avevo deciso di comprare una nuova casa alla mia famiglia.

Prima vivevamo in un piccolo trilocale, ma stavamo veramente stretti essendo in otto.

Ora ci eravamo trasferiti in un piccolo loft all'ultimo piano di una palazzina relativamente nuova.

Io volevo comprare una villa inizialmente, perché dopo tutti i sacrifici la mia famiglia si meritava solo il meglio, ma mia madre non ne aveva voluto sapere.

Mi aveva detto che dovevo mettere i piedi per terra, che non avevamo assolutamente bisogno di una villa e che si sarebbe accontentata di un appartamento più grosso.

E così era stato.

Ora mi trovavo davanti alla palazzina e mi soffermai un attimo ad osservarla, notando che le luci all'ultimo piano erano accese quindi doveva esserci qualcuno a casa.

Presi l'ascensore ed arrivai dopo pochi secondi a destinazione.

Levai il cappuccio e mi sistemai i capelli prima di suonare il campanello.

La porta si aprì subito e venni investito dalla gemelle più grandi, Daisy e Phoebe, che mi accolsero con un "Louuuuuu".

Io sorrisi e ricambiai la stretta senza esitare.

Ben presto ero seduto sul divano con tutte le mie sorelle e mio fratello addosso che mi abbracciavano.

-ragazzi - dissi cercando di farli spostare - mi state uccidendo per favore, pesate sapete?-

- Oh Lou Lou - disse Fizzy accarezzandomi la nuca - è che ci sei mancato così tanto - e mi lasciò un bacio sulla guancia a cui risposi con una smorfia per farli ridere.

Nel mentre qualcuno era entrato in casa senza che nemmeno ce ne accorgessimo: mia madre.

Quando mi vide le vennero le lacrime agli occhi.

The final race // LarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora