Chapter 26 - Pride

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POV LOUIS

Era metà ottobre quando avevo ricevuto quella lettera e non avevo avuto dubbi su cosa fare.

Avevo immediatamente risposto di sì, senza esitare.

Io ed Harry avevamo continuato a frequentarci anche se era una relazione a distanza.

Avevo trascurato troppo la mia famiglia ed avevo deciso di rimanere un po' con loro per recuperare il tempo perduto. Poi la situazione era diventata insopportabile per entrambi. Lui a Londra e io in Germania. Alla fine mi ero trasferito nel suo appartamento a Londra e non avevo avuto ripensamenti.

Dopo il mio discorso a fine campionato ero stato chiamato a fare numerose interviste e in molti mi avevano chiesto come avessi scoperto la mia sessualità, perché avessi deciso di nasconderlo e come venivo trattato dagli altri. Io ero stato sincero nel rispondere, perché non capivo per quale motivo avrei dovuto mentire al mondo. Ora che non avevo più segreti mi sentivo finalmente libero.

E così ero stato notato oltreoceano ed era arrivata quella meravigliosa opportunità.

Quella di poter aiutare tante altre persone come me ed essere d'esempio.

Io ed Harry eravamo in volo sopra l'oceano Atlantico, diretti verso Rio de Janeiro.

Insomma ero stato invitato al famoso gay pride che ormai da anni si svolgeva in quella città. Ed ero stato scelto come ambasciatore gay di quell'anno.

Il tutto comportava che facessi un discorso davanti a migliaia di persone.

Per me era stato un onore ricevere quell'incarico ma ammetto che ero molto sotto pressione.

Harry stava dormendo con la testa appoggiata sulla mia spalla e io non la sentivo praticamente più, però non avevo il coraggio di muovermi perché non volevo disturbarlo.

Con noi erano venuti anche Zayn e Liam e Niall e Josh.

L'avevamo vista come una vacanza tra amici e dopotutto essendo anche gay o bisessuali loro, erano nel loro ambiente.

Ore dopo eravamo arrivati in hotel a cambiarci ed io avevo messo semplicemente una maglietta maniche corte bianca con scollo a v e dei pantaloni di jeans al ginocchio. Harry era molto nel suo personaggio e dopo essersi legato i capelli ormai lunghi in un bun si era messo una maglietta rossa e dei pantaloncini di jeans praticamente uguali ai miei.

Poi mi aveva messo una ghirlanda di fiori al collo e mi aveva costretto a mettere una bandana azzurra tra i capelli.

Quando eravamo arrivati la sfilata era già partita.

Vedere tutti quei colori e quelle persone libere di vestirsi e mostrare se stessi era stato magnifico.

Ovunque andassimo c'erano drag queen ricoperte di piume, persone con maschere sgargianti e colorate o semplicemente ragazzi giovani che si tenevano per mano intimiditi da tutto ciò ma pronti a combattere per i propri diritti.

Lasciammo gli altri sotto e salimmo su un grande palco che si trovava piuttosto in alto per fare in modo che tutta la folla ci vedesse, anche se le telecamere che puntavano su di noi facevano vedere tutto da vicino proiettando direttamente sui megaschermi.

Quando fui sul palco e ci presentarono rimasi senza fiato.

L'Avenida Atlantica di Copacabana era di mille e mille colori e piena zeppa di persone che cantavano e ballavano spensierate.

Sorrisi felice vedendo tutto ciò finché un ragazzo accanto a me mi passò un microfono e io presi la mano di Harry che mi sorrise per infondermi fiducia.

La musica cessò e tutti quanti mi osservarono.

C'era abbastanza silenzio ed a volte sentivo gente che incitava o urlava il mio nome.

Mi schiarii la gola ed avvicinai il microfono - salve a tutti. Dio siete veramente tanti e fa un po' paura vedere tutta questa folla - risi un po' a disagio - mi ero preparato un bel discorso lo ammetto, ma al momento non ricordo più nulla perché sono troppo agitato. - la gente rise alle mie parole- quando mi hanno convocato qui ho pensato che fosse un onore immenso, però mi sono sentito arrivare addosso molte responsabilità e mi sono chiesto come fosse possibile che avessero voluto proprio me. Ho una paura terrificante, ma spero di non deludervi e di poter essere d'aiuto. Migliaia di persone ogni anno sono vittime di bullismo e soffrono per ciò che sono, ma non devono assolutamente vergognarsene perché sono gli altri ad essere nel torto. Noi siamo tutti uguali, solo che alcune persone devono ancora capirlo. Pensate a tutti i passi avanti che abbiamo fatto negli ultimi anni, certo vanno piuttosto a rilento, però se avessi detto a qualunque persona del secolo scorso che oggi i gay, le lesbiche, i bisex o i transessuali in alcuni stati possono sposarsi o adottare figli, non mi crederebbe. Se rimaniamo uniti ce la faremo. Non dovete avere paura di esprimervi e di essere voi stessi. Dovete guardare in faccia il vostro nemico e fargli vedere la vostra parte migliore. Un giorno ci sarà quella persona che vi farà battere il cuore un po' di più, che se non avete accanto vi sentite male o con cui volete condividere ogni cosa. Bene quella persona sarà quella giusta e vi accetterà così come siete, senza chiedervi di cambiare nulla. In molti mi chiedono come sia stato il mio coming out. Con la mia famiglia, mia madre e i miei fratelli è stata una passeggiata, con il mio patrigno no invece.- sentii Harry stringermi la mano più forte - è la prima volta che ne parlo così apertamente, mi ha picchiato per anni e mi ha costretto a fare cose che non avrei voluto fare con lui. Non vi sto dicendo questo per farvi pena, ma per farvi capire che non siete soli. Alcuni di noi hanno passato le stesse cose. Capisco tutto il dolore e le lacrime e volevo dirvi che potete sfogarvi, non dovete tenere il vostro dolore per voi, ma condividerlo. Ora beh.. non so cosa dire se non che spero che tutti voi possiate trovare qualcuno che vi faccia stare bene e non giudichi.-

Un applauso partì dalla folla quando alla fine del discorso Harry mi fece voltare verso di lui e mi baciò. Sorrisi per quel suo gesto e lo strinsi forte a me.

Quando guardai la folla vidi che molte persone ci avevano imitati, anche i nostri amici.



POV HARRY

Quando la sera andammo a mangiare in un ristorante tipico eravamo tutti rilassati e contenti.

In giro si vedevano solo facce sorridenti e gente innamorata che camminava per mano o si baciava su una panchina. C'era una bellissima atmosfera.

Quando arrivammo al dolce ci si avvicinarono due ragazzi intimiditi.

- scusate - disse il più alto - voi siete Louis Tomlinson ed Harry Styles?-

Io e Louis ci guardammo ed annuimmo.

- be noi eravamo alla sfilata e pensiamo che il tuo discorso, Louis, sia stato meraviglioso. -

Il viso di Louis si illuminò con un bellissimo sorriso - io non ho nessun merito ragazzi, ho solo detto ciò che pensavo.-

I due gli sorrisero di rimando.

- sapete noi seguiamo il vostro sport e quindi vi conoscevamo già. Quello che hai detto alla fine della gara di Valencia ci ha spinti a fare coming out- disse il più piccolo sospirando e vidi l'altro stringergli la mano per incoraggiarlo -diciamo che non è andata benissimo, io sono stato cacciato di casa. Però ora vivo insieme all'amore della mia vita e sono così felice.-

Vedere quei due ragazzi sconosciuti così innamorati e sicuri di sé mi fece quasi commuovere e vidi che Louis era all'incirca nella mia stessa situazione.

- ragazzi io non so cosa dire. Sono così felice per voi e.. non lo so nemmeno io. Vedrai che un giorno i tuoi capiranno e torneranno indietro piangendo per il loro comportamento.- disse Louis.

Il ragazzo annuì e ringraziò ancora una volta prima di andare via con il suo fidanzato.



Manca solo l'epilogo e poi sarà finita. Grazie a tutti per aver seguito la storia!

The final race // LarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora