Alfonso ,contrariamente a quanto si era immaginata Sheila, si trovava fuori dal suo ufficio quando lei arrivò per l'appuntamento.
Appena svoltato l'angolo che portava alla piccola piazza dove si ergeva maestoso l'antico palazzo, Sheila si trovò davanti l'uomo che avendola scorta da lontano le si era fatto incontro.
Un saluto,un "buongiorno" da parte di entrambi e poi il sorriso luminoso di lui,"posso offrile un caffè,dottoressa?" fecero da inizio a quello che doveva essere solo un incontro molto formale, ma che invece si stava rivelando,almeno per lei ,un incontro ad alto tasso di adrenalina.
"si,grazie" riuscì a rispondere lei,mentre una raffica di vento le scompigliò i capelli rendendoli simili a tante scintille baluginanti; pronta li riportò indietro con la mano,sorridendo a sua volta ad Alfonso.
"Venga allora,andiamo qua nel piccolo bar di fronte,dove servono uno dei migliori caffè della zona" fece lui precedendola quel tanto per indicarle la strada.
Entrarono nel locale affollato, dove si trovavano molti avventori ,chi sorseggiava una bevanda calda, chi assaporava l'ottima pasticceria offerta ,chi semplicemente leggeva il giornale in un angolo,ma per il dottor de Grandi c'era sempre un tavolino libero,il proprietario del locale trovava sempre il modo di farlo accomodare e non lasciarlo in piedi e fu così anche quella mattina.
Un intenso aroma di caffè e di vaniglia colpì Sheila, in un'occasione diversa avrebbe apprezzato moltissimo tutto ciò ,ma quella mattina era troppo in tensione e quegli odori forti le dettero quasi fastidio.
"Caffè ...e poi?" la sollecitò lui,mentre un giovane cameriere stava attendendo pazientemente le ordinazioni.
"Basta un caffè,grazie".
"Sicura dottoressa? guardi quante buone cose ci sono qui..." la invitò facendo un gesto con la mano a mostrale le delizie esposte.
"Sicura,grazie,solo caffè" specificò.
"Io no, io prendo anche una sfoglia alla mela.Le dispiace dover aspettarmi?"
Sheila rispose che no,non le dispiaceva affatto e avrebbe voluto aggiungere ti aspetterei per l'eternità,,ma ovviamente si tenne per sè quest'ultimo pensiero.
il confronto con gli atteggiamenti di Roberto in situazioni simili le venne spontaneo.
Roberto che decideva,Roberto che non le dava spazio,Roberto che ...
"Si fredda.Si fredda il suo caffè,è buono caldo" disse premurosamente Alfonso e questo la riempì di gioia, le allargò il cuore,quell'uomo apparentemente severo ed ombroso si stava rivelando affabile e molto cortese,qualità che lei apprezzava moltissimo,soprattutto in un uomo.
Avvicinò la tazzina alle labbra e notò che lui la stava osservando apertamente, puntando i suoi occhi in quelli di lei. Fu un attimo, una scossa elettrica la percorse da capo a piedi, tanto che riuscì a malapena a deglutire il caffè senza tossire, sarebbe stato davvero imbarazzante!
"Non voglio portarle via del tempo prezioso, appena usciti di qui arriverò subito al dunque" chiarì l'uomo, guidandola poco dopo verso l'uscita.
Le cedette il passo in modo naturale,senza apparire affettato o eccesivamente galante ed in brevissimo tempo si trovarono seduti attorno alla scrivania ingombra di libri, di documenti, di fascicoli impilati gli uni sugli altri.
Il cappotto cammello avvolgeva morbidamente Sheila che cercava di darsi un contegno mentre la vicinanza di Alfonso la sconvolgeva, il foulard si era sciolto,mettendo in mostra il collo perfettamente tornito, dalla pelle serica, un piccolo gioiello d'oro che raffgurava un ferro di cavallo scintillava posato sulla fossetta giugulare che si muoveva ritmicamente con il respiro.
Sheila era molto attraente ma non lo sapeva,anzi,si sentiva goffa ed inadeguata e stava in allarme temendo di di dire o fare qualcosa di sconveniente, soprattutto in momenti come quello che stava vivendo.
Per fortuna il lato professionale dell'incontro le serviva come guida, era come se procedesse su binari sicuri,su un percorso già tracciato e fino a che fosse rimasta in quell'ambito non avrebbe avuto defaillances,di questo era convinta.
"...allora, vorrei che mi spiegasse questo"Alfonso le stava porgendo un foglio dattiloscitto che costituiva una relazione redatta mesi prima dalla nostra dottoressa. Si trattava di una perizia medico legale effettuata su un giovane coinvolto in una rapina.
Sheila guardò prima il foglio poi il dottor De Grandi,ispettore che stava indagando sul caso in questione,non capivA cosa ci fosse da spiegare,secondo lei era tutto molto chiaro e dettagliato.
Si sentì leggermente innervosita, non comprendendo a cosa volesse arrivare Alfonso,aveva forse lei sbagliato qualcosa? La stava ,forse,mettendo di fronte ad un suo errore? Voleva redarguirla per una sua mancanza?
Prese il foglio che l'uomo le porgeva,sul suo volto impassibile non si poteva decifrare nessuna espressione, i suoi occhi scuri sembravano dipinti dietro le lenti degli occhiali da vista.Immobili. le sue labbra non tradivano nessuna emozione,non si esprimevano in un sorriso di circostanza nè in una piega amara.
L'orologio a muro ticchettava ed era l'unico suono che si poteva percepire in quell'atmosfera quasi surreale,fatta più di pensieri che di fatti e parole.
Lo sguardo di Sheila si posò sulle righe da lei scritte,le lesse con attenzione, le rilesse una seconda volta, tutto tornava, era logico,inappuntabile, dove era l'errore,se di errore si trattava?
Assorta nella lettura non si era accorta che il dottor de Grandi aveva davanti a sè un altro foglio, lo vide quando lui glIelo porse :
"legga anche questo,dottoressa e poi ne parliamo".
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Se...
Romansail titolo porebbe essere provvisorio,in quanto scrivo di getto ,spinta da una fantasia, da una vena spontanea che mi porta ad immaginare cosa irreali,come se fossi la spettatrice di una vita che accade "ma non c'è". Anche in questa opera non mi r...